Catari eretici pericolosi assassini storia informazioni - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

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Catari eretici pericolosi assassini storia informazioni

Gruppi eretici e dottrine
I CATARI
(di Massimo Melli )
Sebbene  illuminata dalla presenza fisica degli Apostoli e fortificata dalla  loro predicazione, la Chiesa ha dovuto confrontarsi contro falsi profeti  e bugiardi maestri, che insegnando dottrine erronee non in sintonia con  la dottrina degli Apostoli, diffondevano eresie e conseguenti divisioni  tra i fedeli.
Ci vollero quattro secoli prima che venisse definito  il Credo, cioè la formula di fede che sintetizza i principali dogmi  cristiani, ma nonostante ciò, nell’arco di tempo che va dalla nascita di  Gesù ai nostri giorni, si sono formate numerose eresie dovute al  mancato accoglimento di qualche parte del Credo sia da parte di singoli  individui che da gruppi più o meno grandi ed organizzati.
Uno dei  movimenti ereticali più organizzati ed efficienti che diedero molto filo  da torcere alla Chiesa ufficiale fu quello dei Catari o Albigesi i  quali diffusero la loro dottrina nei secoli XII° e XIII° riuscendo a  penetrare in tutte le classi sociali e persino in parte del clero.

Le Origini del Movimento


Mani  
Sant'Agostino (prima di diventare cristiano cattolico)

Il  movimento dei Catari (da Khataros che in greco significa “ puri “)  affonda le proprie radici nelle Sette ereticali dualistiche molto  diffuse nei primi secoli del cristianesimo ed in particolare dal  MANICHEISMO, una dottrina elaborata da un persiano nato in Mesopotamia  di nome MANI o MANICHEO vissuto tra il 216 e il 277 circa.
Principio fondamentale del manicheismo è la divisione dell’universo in due parti distinte :
il  Regno della Luce a Nord dove governa un dio buono, il Padre della Luce e  il Regno delle Tenebre a Sud, dominio di un dio cattivo, il Principe  delle Tenebre.
Questi due regni sono stati e sono in conflitto  perenne tra loro. Sarebbe lungo e complicato da spiegare la storia di  questo conflitto e potrebbe riuscire alla lunga anche noioso per chi  legge, per cui ritengo opportuno solo accennare che ad un certo punto  della sua predicazione, Mani iniziò a interpretare e ad adattare la fede  cristiana alla luce delle sue strane teorie.

Nel IV° secolo la  Chiesa manichea era presente in tutto il territorio dell’impero romano e  sebbene osteggiata dalla Chiesa Cristiana e perseguitata dalle autorità  civili, continuava a fare proseliti; lo stesso S. AGOSTINO di Ippona vi  aderì, ma in seguito si convertì al Cristianesimo, divenendo un  acerrimo nemico del Manicheismo.
Dopo violente persecuzioni ed  “energiche“ espulsioni da vari paesi dell’impero, la dottrina dualistica  manichea si avviò ad un rapido declino, ma non sparì completamente;  infatti alcune sue teorie riuscirono a sopravvivere nell’ambito di  gruppi ristretti e dopo qualche secolo si riaffacciò con forza sulla  scena, giungendo a compromettere di nuovo l’unità dei cristiani.

Un  primo passo verso questa divisione è rappresentato dal PAULICIANESIMO  setta sbocciata in Asia Minore e fondata da COSTANTINO DI MANAMALI e  così denominata perché gli adepti avevano un rispetto particolare per  gli scritti di S. Paolo. Essi, come i seguaci di Mani, erano dualisti e  respingevano tutti i riti e i sacramenti del Cristianesimo.
Per  queste loro idee furono condannati e perseguitati dalle autorità  bizantine e costretti a difendersi con le armi, e ci riuscirono così  bene che per un certo periodo furono in grado perfino di creare in Asia  Minore un piccolo stato indipendente, annientato però nel 752  dall’imperatore bizantino COSTANTINO V°. Ciò nondimeno, la setta  sopravvisse per qualche tempo ma poi fu definitivamente estirpata  dall’imperatore di Bisanzio ALESSANDRO che deportò i seguaci superstiti  nell’odierna Bulgaria. Essi comunque anche lì continuarono a predicare  la loro dottrina alle popolazioni autoctone, formando così i loro eredi  spirituali che presero successivamente il nome di BOGOMILI e la loro  dottrina è passata alla storia col nome di BOGOMILISMO.

Effige di Costantino V
  
Sigillo del Conte di Tolos


Questa  eresia dualistica la cui dottrina scaturisce come abbiamo appurato dal  Paulicianesimo, dalla Bulgaria si irradiò in tutta la penisola  Balcanica; dalla Serbia fino alla Bosnia e a partire dall’XI° secolo  anche nell’Europa Occidentale. Ma fu soprattutto nel XII° secolo, in  seguito alle persecuzioni da parte dell’impero bizantino e ad abili  predicatori che si muovevano lungo le grandi vie commerciali, che i  bogomili esportarono la loro fede in occidente.
Nell’XI° secolo i  Bogomili emigrarono nel sud della Francia, dando vita ad una eresia che  passò alla storia col nome di CATARISMO.

La loro dottrina iniziò a  diffondersi in modo disordinato in Provenza e Linguadoca ma anche nelle  Fiandre e nella Champagne e la loro presenza e pericolosità fu  segnalata per la prima volta nel 1049 dal Concilio di REIMS, ma le  persecuzioni si intensificarono solo nei primi anni del XII° secolo ed  una delle prime vittime fu il famoso eresiarca PIETRO DI BRUYS, arso nel  1126 a Saint-Gilles. Però solo dopo un altro concilio (il Concilio di  TOURS) nel 1163, i vescovi del sud della Francia iniziarono ad  organizzare misure tendenti a soffocare l’eresia che si stava  diffondendo in modo preoccupante da Tolosa al Mediterraneo, anche se  ancora non si era costituita in chiesa ufficiale.
Ciò avvenne nel  1167 con la venuta dalla Bulgaria del “vescovo” NICETA detto il Papa dei  Catari che riuscì ad organizzare i fedeli in una chiesa ufficiale con  pretese di universalità, ad immagine di quella di Roma.

La  Chiesa, nonostante qualche rogo e qualche pubblica punizione, si mostrò  straordinariamente tollerante e fu solo in seguito al grido di allarme  lanciato dal conte RAIMONDO DI TOLOSA che nel 1177 informò le Autorità  Religiose dello spaventoso sviluppo dell’eresia catara e ad altri gridi  di allarme da parte di notabili francesi che, durante il III° CONCILIO  LATERANENSE (1179,) fu lanciata la scomunica contro i Catari mettendoli  al bando della società civile, ma ancora non proclamando nessuna  crociata sterminatrice, cosa che accadrà solo dopo qualche decennio.

Prima però di raccontare lo svolgimento della famosa crociata contro i Catari cerchiamo di comprendere un po’ la loro dottrina.

Alessandro, Imperatore di Bisanzio  
Catari condannati al rogo


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La Dottrina, l’Organizzazione, la Liturgia.
La  dottrina catara, dualista, sosteneva l’esistenza di due dèi: in dio  malvagio, creatore del mondo materiale, della terra, del cielo, delle  stelle e degli esseri umani; e di un dio buono, creatore del mondo  spirituale nel quale esiste un universo parallelo a quello materiale. Il  dualismo trovava conferma secondo i teologi catari, anche nella  divisione delle Sacre Scritture in Antico e Nuovo Testamento. Il dio  dell’Antico Testamento creatore del mondo materiale veniva identificato  col dio malvagio o Lucifero, mentre nel Nuovo Testamento si riconosceva  l’emanazione del dio buono.
Quanto agli esseri umani discendenti di  Adamo ed Eva, essi in quanto corporei erano considerati creature del  diavolo in cui però erano imprigionate le anime spirituali, infuse dal  dio buono, il cui scopo era liberarle e riportarle nel suo universo  celeste.

Purtroppo il dio buono non poteva liberarle perché un abisso  separava l’universo divino da quello materiale creato da Lucifero e  quindi si venne a trovare nella necessità di generare un mediatore,  Gesù, al tempo stesso suo figlio, sua immagine e il più perfetto degli  angeli ( i catari non ammettevano la Trinità ).
Cristo, risalendo al  cielo aveva lasciato sulla terra la sua Chiesa fondata sugli Apostoli  affinché essa annunziasse a tutto il mondo la verità e la liberazione  dal Male.

Ma il principe delle tenebre riuscì a trascinare gli uomini  sulla via dell’errore, giungendo a distruggere la pura chiesa di Cristo  ed a sostituirla con una falsa: la Chiesa di Roma, la Bestia Immonda  dell’Apocalisse. Da ciò si deduce che essa è la sede dei seguaci di  Lucifero e che i suoi insegnamenti sono falsi come falsi e inutili sono i  suoi sacramenti.
La croce, suo simbolo, è in realtà il simbolo del  male e quindi va odiata e rifiutata come rifiutate devono essere le  immagini sacre e le preghiere di intercessioni ai Santi ed alla Vergine  Maria, che non può essere considerata la madre di Gesù perché Egli ha  avuto solo un corpo apparente, essendo in realtà un puro spirito.
Un’altra  caratteristica dei Catari era la loro avversione per la vita in  generale ed umana in particolare, atteggiamento che nasceva dal concetto  di male, identificato con il mondo materiale e di conseguenza le  nascite erano viste come opera satanica e le donne incinte considerate  possedute da Satana. Ideale e scopo ultimo dell’umanità doveva essere il  suicidio generale, concepito o in modo diretto o come divieto ad ogni  attività procreativa.

La Chiesa Catara era organizzata sul  modello della Chiesa Cattolica ed era suddivisa in DIOCESI, a loro volta  suddivise in porzioni minori fino ad arrivare al nucleo minimo della  casa.
A capo della diocesi vi era un VESCOVO coadiuvato da due fedeli  “perfetti” detti uno il Figlio Maggiore e l’altro il Figlio Minore, il  primo destinato alla morte del vescovo a succedergli, il secondo a  diventare nella stessa occasione Figlio Maggiore.
Una porzione della  diocesi era retta da un DIACONO nominato dal vescovo, coadiuvato da un  certo numero di perfetti, a cui spettava la predicazione e la cura  d’anime. L’ unità minima della comunità, la casa, era retta da un  ANZIANO cioè da un perfetto che da più tempo aveva ricevuto il  “consolamentum “, il quale officiava i riti e la dirigeva .
La  comunità era divisa in due categorie di fedeli: I PRETI che conducevano  una vita di rinunce ed ascetismo e I LAICI che vivevano come tutti gli  altri uomini, potevano sposarsi, esercitare una professione, possedere  beni e sforzarsi solo di vivere rettamente e credere nei dogmi  insegnati.

I primi erano chiamati PERFETTI: sempre vestiti di  nero, praticavano l’assoluta castità,rifiutavano di mangiare carne  perché tutti i corpi di animali potevano imprigionare un’anima umana (i  catari credevano alla reincarnazione). Essi conducevano una vita da  eremiti itineranti, recandosi di villaggio in villaggio, di castello in  castello, ovunque rispettati per la loro austerità, bontà ed ascetismo.

I  secondi erano chiamati CREDENTI : essi non imitavano la vita dei  perfetti, ma speravano che la fede di questi procurasse loro la salvezza  ed erano tenuti a condurre solo una vita retta e rispettabile.
Il  rito fondamentale, condizione fondamentale per la salvezza, era il  CONSOLAMENTUM che rendeva il credente ”un perfetto”, un uomo nuovo, un  po’ come il battesimo cristiano rende il neonato membro effettivo della  Chiesa.
Il rito del Consolamentum era celebrato dal più anziano dei perfetti e si articolava in tre fasi:
La trasmissione del Libro, che consisteva nella consegna al novizio del Nuovo Testamento,
la Trasmissione della Preghiera che consisteva nell’obbligo del novizio di recitare il Padre Nostro,
infine il Consolamentum vero e proprio, che avveniva per imposizione delle mani e la recita di alcune preghiere.
La  maggior parte dei catari non si piegarono alle dure prescrizioni che  vincolavano i perfetti, ma contavano di ricevere il consolamentum solo  in punto di morte che allora era detta “ buona morte”.
Se il malato  che aveva ricevuto il consolamentum guariva, gli veniva suggerito di  porre fine ai suoi giorni con il suicidio che era detto “ Endura “ e che  poteva avvenire sia per inedia che per veleno o addirittura in alcuni  casi per strangolamento.

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La Crociata e la fine


Papa Innocenzo III  
San Domenico

Abbiamo  visto come la reazione della gerarchia cattolica all’inizio della  propagazione dell’eresia fu abbastanza blanda e solo dopo che nel 1167  il “ vescovo “ Niceta “ riuscì ad organizzare i fedeli catari in una  chiesa ufficiale con pretese di universalità, essa cominciò a reagire in  modo via via sempre più spietato e violento.
La svolta si ebbe nel  1198 con la salita al trono pontificio di INNOCENZO III° ( 1198 – 1216  ), ideatore di una vera e propria campagna contro i catari.
Dapprima  egli inviò nel sud della Francia tra il 1207 e il 1208 famosi ed abili  predicatori come S. DOMENICO DI GUZMAN e DIEGO D’AZEVEDO vescovo di Osma  per cercare di convertire i catari, ma i risultati furono scarsi ed  anzi spesso i teologi catari negli infuocati dibattiti pubblici  risultarono più convincenti di quelli cattolici. Il punto di non ritorno  avvenne il 15 gennaio 1208 con l’assassinio del legato pontificio  PIETRO DI CASTELNAU, ucciso a coltellate da un cataro mentre galoppava  tranquillamente su una mula lungo il fiume Rodano.
Quando il Papa  apprese della morte del suo legato fu molto dispiaciuto e qualche giorno  dopo diede ordine all’Abate di Citeaux, ARNALDO AMALRICO di dar vita ad  un’armata di crociati e annientare tutti gli eretici situati nel sud  della Francia.

La crociata fu predicata dagli inviati papali e ad  essa parteciparono, oltre a molti nobili del Sud e del Nord della  Francia, anche molti avventurieri attratti più che dal perdono dei  peccati dalla possibilità di saccheggiare e impadronirsi di campi e  proprietà varie.
L’esercito crociato arrivò così a contare circa  20.000 cavalieri e oltre 20.000 soldati e servi al seguito, tutti pronti  ad iniziare la “ santa “ crociata.
La prima città ad essere posta  sotto assedio il 22 luglio 1209, fu Béziers i cui abitanti rifiutarono  di arrendersi. In essa vi erano anche vari cattolici fedeli alla Chiesa  di Roma e quando si chiese al legato pontificio Arnaldo Amaury come si potessero distinguere gli abitanti catari da quelli cattolici egli pronunziò la famosa frase: “ Uccideteli tutti, Dio saprà riconoscere i suoi “.

Espugnata  in breve tempo dai crociati, essi entrando in città diedero inizio ad  una carneficina massacrando uomini donne e bambini. Nel giro di poche  ore le strade della bella città di Béziers furono disseminate di  cadaveri e di macerie. In quel giorno e nei giorni seguenti furono  massacrate 20.000 persone e Arnaldo Amaury ricevette le congratulazioni  dal Papa in persona!. “ Dulcis in fundo” la città fu data alle fiamme.  Il massacro degli abitanti di Beziers e il suo incendio, furono i primi  eventi davvero poco onorevoli della crociata intrapresa dalla Chiesa.

Simone de Monfort  
Catari imprigionati dopo la presa di Carcassonne

Alla  presa di Béziers seguì l’assedio e la presa del castello di  Carcassonne, dove fu imprigionato e morì in carcere il visconte  Raimond-Roger di Trencavel, Signore della città. Nei duri combattimenti a  Carcassonne si mise in evidenza per il suo coraggio SIMONE DI MONTFORT  un signorotto dell’Ile-de-France a cui furono donate le terre  conquistate, assumendo anche il titolo di visconte di Carcassonne.  Considerato anche il più valoroso dei nobil,i fu messo a capo dei  crociati al posto di Arnaldo Amalrico che fece ritorno a Roma.

Dal  1210, con a capo Simone di Montfort, i crociati conquistarono una  impressionante serie di città e villaggi catari: Agen, Bram, Cahusac,  Albi, Castres, Lavaur, Montegut, Saint Marcel ecc.; all'occupazione,  seguì sempre la tortura e il massacro degli eretici. Un episodio per  tutti fu la conquista di Lavaur nel 1211 con il rogo di 400 catari e  l’uccisione di Giraude di Lavaur una nobile catara, sorella del  comandante della guarnigione, molto amata anche dai cattolici. Essa fu  gettata in un pozzo e lapidata a morte dai crociati su ordine del  Montfort.
Solo la città di Tolosa resistette valorosamente  all’assedio crociato. Nel 1212 intervenne nella crociata, prendendo le  difese dei tolosani, il re d’Aragona PIETRO I° poiché molte terre  intorno a Tolosa invase dai crociati facevano parte del suo regno. Fra  gli aragonesi ed i crociati la lite degenerò in guerra e nella pianura  davanti alla città di MURET gli aragonesi furono sconfitti da Simone de  Montfort ed il re d’Aragona fu ucciso già nel primo assalto ( 13  settembre 1213 ).

I tolosani, nonostante la morte del re  d’Aragona, non si arresero e continuarono a resistere all’assedio dei  crociati ancora per qualche tempo, fino al 1215 quando dovettero cedere.  Ma il signore di Tolosa Raimondo VI° ed il figlio Raimondo VII,°  fuggiti in Inghilterra, non si diedero per vinti e prepararono il  ritorno. Sbarcati a Marsiglia nel 1216 e formato un esercito con persone  a loro devote, nel 1217 riuscirono a sconfiggere l’esercito crociato  che ancora assediava Tolosa, rientrando nella città tra due ali di folla  acclamanti. Furioso per l’affronto subito, Simone di Monfort ripartì  con le sue truppe verso Tolosa, cingendola di nuovo d’assedio. E proprio  durante questo assedio trovò la morte, colpito da una palla di pietra  lanciata da una donna.( 1218 ).

Il comando dei crociati passò al  figlio AMAURY VI° DI MONTFORT, ma con scarso successo, tanto che fu  costretto qualche tempo dopo a cedere tutte le terre conquistate dal  padre a da lui al re di Francia LUIGI VIII° che nel frattempo era  intervenuto con tutta la forza del suo esercito nelle operazioni  militari, per dare man forte allo stesso Amaury!
Alla fine nel 1229,  spossato dalla lunga guerra, Raimondo VII° di Tolosa accettò lapace,  conservando parte delle sue terre ma dovendo dichiarare la sua fedeltà  al re di Francia. “Scoppiata” la pace, ai militari subentrarono gli  inquisitori domenicani e francescani guidati da PIETRO SEILAN e  GUGLIELMO ARNAUD, la cui attività era stata ufficializzata da Papa  GREGORIO IX°. Essi erano odiati dalla popolazione locale ma riuscirono  ad imperversare sul territorio con estrema severità per circa 100 anni,  facendo imprigionare, torturare ed uccidere un numero considerevole di  eretici. L’odio per gli inquisitori si concretizzò ad Avignonet, dove  nel 1242 fu ucciso Guglielmo Arnaud insieme a sette monaci inquisitori.


Una «Lega anticalunnia» in difesa dei cattolici
 di Vittorio Messori

Circolano  troppi falsi miti. Un esempio: lo sterminio dei catari. «Seguiamo  l'esempio degli ebrei a tutela della verità storica».

[Dal «Corriere della Sera», 31 gennaio 2007]

Sostengo  da tempo che i cattolici, ridotti ormai a minoranza (almeno sul piano  culturale) dovrebbero seguire l’esempio di un’altra minoranza, quella  ebraica. Dovrebbero, cioè, creare anch’essi un’Anti Defamation League  che intervenga sui media a ristabilire le verità storiche deformate,  senza peraltro pretendere alcuna censura o privilegio , bensì soltanto  la possibilità di rettifiche basate sui dati esatti e sui documenti  autentici.

Prendiamo, ad esempio, quei Catari (Albigesi, in  Francia) di moda anche perché hanno gran parte nel Codice da Vinci e che  si vorrebbero rivalutare, dimenticando che erano seguaci di una cupa,  feroce, sanguinosa setta di origine asiatica. Paul Sabatier - storico  del Medio Evo e insospettabile in quanto pastore calvinista – ha  scritto: «Il papato non è stato sempre dalla parte della reazione e  dell’oscurantismo: quando sbaragliò i càtari la sua vittoria fu quella  della civiltà e della ragione». E un altro protestante, radicalmente  anticattolico e celebre studioso delle crociate, l’americano Henry C.  Lea: «Una vittoria dei càtari avrebbe riportato l’Europa ai tempi  selvaggi primitivi».

Della campagna cattolica contro quei  settari (appoggiati dai nobili del Midi francese non per motivi  religiosi, ma perchè volevano mettere le mani sulle terre della Chiesa) è  ricordato soprattutto l’assedio e la presa di Béziers, nel luglio del  1209. Vedo ora, su il Messaggero, che un divulgatore di storia come  Roberto Gervaso non esita a dare per buona la replica di dom Arnaldo  Amalrico, abate di Citeaux e “assistente spirituale “dei Crociati, ai  baroni che gli chiedevano che cosa fare della città conquistata. La  risposta è stata resa famosa dagli innumerevoli ripetitori: “ Uccideteli tutti ! Dio riconoscerà i suoi”.  Ne seguì un massacro che, stando a Gervaso – seguace, anche qui, della  vulgata corrente – avrebbe fatto fino a quarantamila morti. Il  divulgatore è comunque in sorprendente compagnia: persino uno  specialista vero del Medio Evo come Umberto Eco, ne Il nome della Rosa, accredita la frase terribile dell’abate e il numero spropositato delle vittime.

Ebbene:  si dà il caso che possediamo molte cronache contemporanee della caduta  di Béziers , ma in nessuna di esse vi è traccia di quell‘“uccideteli  tutti“. La realtà è che più di sessant’anni dopo, un monaco, Cesario  di Heisterbach, che viveva in un’abbazia del Nord della Germania da cui  mai si era mosso, scrisse un centone fantasioso  conosciuto come Dialogus Miracolorum. Tra i “miracoli“ pensò di  inventare anche questo: mentre i crociati facevano strage a Béziers (che  fra’ Cesario neppure sapeva dove fosse) Dio aveva “riconosciuto i  suoi”, permettendo a coloro che non erano càtari di sfuggire alla  mattanza.

Insomma, la frase attribuita a dom Arnaldo ha la  stessa credibilità dell’ “Eppure si muove!” che sarebbe stato  pronunciato fieramente da Galileo Galilei davanti ai suoi giudici e che  fu invece inventato a Londra, nel 1757, quasi un secolo e mezzo dopo, da  uno dei padri del giornalismo, Giuseppe Baretti.

In realtà, a  Béziers, in quel 1209 i cattolici volevano così poco una strage che  inviarono ambasciatori agli assediati perchè si arrendessero,  avendo salva la vita e i beni. Del resto, dopo una lunga tolleranza, il  papa Innocenzo III si era deciso alla guerra solo quando i Catari, l’anno prima, avevano assassinato il suo legato  che proponeva un accordo e una pace. Erano falliti pure i tentativi  pacifici di grandi santi come Bernardo e Domenico. Anche a Béziers, i  Catari replicarono con la violenza del loro fanatismo all’offerta di  negoziare: tentarono, infatti, una sortita improvvisa ma, per loro  sventura, i primi che incontrarono furono les Ribauds, i Ribaldi, il cui  nome ha assunto il significato inquietante che sappiamo. Erano,  infatti, compagnie di mercenari e di avventurieri dalla pessima fama.  Questa masnada di irregolari, non solo respinse gli assalitori ma li  inseguì sin dentro la città. Quando i comandanti cattolici accorsero con  le truppe regolari, il massacro era già iniziato e non ci fu modo di  fermare quei “ribaldi” inferociti .

Venti, addirittura  quarantamila morti? La strage ci fu, comprensibile con la mentalità di  allora (lo storico vero non giudica il passato con le categorie del suo  tempo) ed è spiegabile con l’esasperazione provocata dalla crudeltà dei  càtari. Comunque, l’eccidio principale ebbe luogo tra coloro che si  erano rifugiati nella chiesa della Maddalena, nella quale non potevano  affollarsi più di mille persone. Béziers spopolata e diroccata? Non  sembra proprio, visto che la città si organizzò poco dopo per ulteriori  resistenze e occorse un nuovo assedio.

Insomma: un episodio, tra  mille altri, di manipolazione ideologica. Una “Lega anticalunnia“ non  gioverebbe solo ai cattolici, ma a un giudizio equo e attendibile sul  passato di un’Europa forgiata per tanti secoli anche dalla Chiesa.


fonte: Enciclopedia delle religioni CESNUR
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