Comunione ai Protestanti Impossibile Catechesi - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

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Comunione ai Protestanti Impossibile Catechesi

Catechesi Quinta Parte
EUCARISTIA AI PROTESTANTI LUTERANI
IMPOSSIBILE

Tra i vari dibattiti che infiammano  la Chiesa Cattolica ai nostri giorni, ce n’è uno di primaria importanza  sul tema dell’intercomunione. In particolare, la domanda se sia lecito  ad un protestante accostarsi alla Comunione Eucaristica avendo  partecipato alla Santa Messa con il proprio coniuge cattolico, si è  imposta in maniera eclatante tra i vescovi tedeschi. Questi ultimi si  sono divisi tra il sì e il no ed hanno chiamato in causa il santo padre  Francesco, il quale non ha dato una risposta esaustiva, ma li ha  invitati a trovare un accordo. Ci sembra importante, quindi, riprendere  il discorso sulla Santa Comunione, perché si capisca bene che il fronte  del “no”, non è un muro verso i protestanti, una mancanza di volontà di  colloquiare con loro, di addivenire ad una nuova, auspicata unione.

Il  “no” in questo caso, deriva dal valore, dal senso che ha per i Cattolici  la Santa Comunione e che non è condiviso dalla chiesa protestante. Non  si tratta di una piccola, superficiale divergenza, ma di qualcosa che,  se modificato, metterebbe in discussione le fondamenta, l’esistenza, la  natura stessa della Chiesa. Questa voce non porta una particolare novità  riguardo al tema dell’intercomunione, ma cerca di sistemare alcuni  punti fermi riguardanti questa problematica richiamandosi ai numerosi  interventi già compiuti da parte dei cardinali, vescovi, teologi e del  popolo della Chiesa.

  1. San Giovanni Paolo II nella sua  ultima enciclica, Ecclesia de Eucarestia, ha lasciato alla Chiesa quasi  il suo testamento. Ha sottolineato il più stretto (intrinseco e  inseparabile) legame tra la Chiesa e l’Eucaristia, anzi si tratta di  unione: non esiste la Chiesa senza l’Eucaristia, e non è possibile  celebrare e attuare efficacemente il sacrificio della redenzione – la  morte e la risurrezione di Cristo, l’effusione dello Spirito Santo e il  cammino escatologico della Chiesa – se non nella celebrazione vissuta  nella e con la Chiesa di Cristo. Nell’Eucaristia in modo più alto si  attua e manifesta la Chiesa cattolica come realtà sacramentale, cioè  segno e strumento della salvezza universale. La concezione sacramentale  della Chiesa ci dice che proprio essa è il Corpo mistico di Cristo. A  tal punto viene la domanda: come è possibile ricevere nella Santa  Comunione il Corpo eucaristico di Cristo, se uno non appartiene  pienamente alla Chiesa, il Corpo mistico di Cristo costituito tale,  proprio in forza dell’Eucarestia?
  1. Ora nel protestantesimo quale è la  concezione della Chiesa? E quale è la comprensione dell’Eucarestia?  Probabilmente né l’una né l’altra possiede per loro la natura  sacramentale (Arcivescovo Chaput). Loro dunque sono da definire come  comunità dei credenti uniti dal battesimo e dalle stesse convinzioni.  Diciamo “convinzioni” perché la dottrina nella materia di fede e di  costumi è soggetta all’interpretazione personale e individuale, perfino i  testi della Scrittura. Anzi i dati storici non vanno mai persi (lo  scisma) per poter parlare di qualsiasi comunione tra il cattolicesimo e  il luteranesimo come contestazione della Chiesa nella sua natura appunto  sacramentale, unica e universale.
  1. La Santa Comunione nel caso dei  coniugi è espressione e attuazione dell’amore coniugale e del rapporto  sponsale tra Cristo e la Sua Sposa Chiesa. Con l’accesso alla S.  Comunione loro partecipano in questo vincolo d’amore indissolubile che  si compie con il sacrificio di Cristo per la Sua Chiesa e lo realizza  nella e con la Chiesa. Ora come i coniugi senza entrare in questa  relazione tra Cristo Sposo e la Sua Sposa, attraverso il sacramento del  matrimonio indissolubile, possono partecipare e vivere la relazione  sponsale Cristo-Chiesa, essendone anche una autentica, coerente fedele  espressione e testimonianza?
  1. Con un eventuale primo passo che  ammetterebbe l’intercomunione, si apriranno inevitabilmente le altre  porte per accedere alla Santa Comunione: perché non i cattolici  risposati? Perché i non cristiani, che in quel momento confessano la  fede cattolica e credono insieme ad Essa nell’Eucarestia? Dall’altra  parte, tale fede vale solo in quel momento o dovrebbe essere stabile? Se  è momentanea, allora è una fede finta. Non risulta quindi più sensato,  ragionevole e autenticamente ecclesiale entrare pienamente in comunione  con la Chiesa cattolica, una volta per tutte?
  1. Inoltre, con l’Eucaristia è  intrinsecamente unito il sacramento dell’ordine. Con quale comprensione  dell’ordinazione e del sacerdozio i protestanti si potrebbero avvicinare  alla Santa Comunione non percependo nel sacerdote la presenza di Cristo  realmente operante in persona del sacerdote? Chi è per loro il  sacerdote cattolico? Si rende dunque, evidente la differenza dei  responsabili o delle autorità religiose nella chiesa luterana e il  sacerdozio sacramentale cattolico che sul piano ontologico distingue gli  uni dagli altri, anche se non pochi della comunità protestante possono  essere moralmente più nobili, apprezzati, intelligenti e religiosi  rispetto alla persona che ha assunto il sacerdozio sacramentale nella,  dalla e per la Chiesa di Cristo, e che è ministro dell’Eucarestia.
  1. Sembra che il passo dei vescovi  tedeschi verso l’intercomunione faccia parte di una lunga strategia  tanto della protestantizzazione della Chiesa cattolica e quindi un altro  tentativo, dopo quello di “canonizzare” Lutero nel 500^ della Riforma,  quanto della sociologizzazione della Chiesa con l’elogio di K. Marx nel  200^ della nascita. Questo risulta probabilmente da una forte e profonda  perdita dell’identità religiosa e storica all’interno della Chiesa  cattolica in Germania. Il vero, autentico, fruttuoso e onesto dialogo  non si svolge attraverso i compromessi o i falsi irenismi, ma solo a  partire dalla profonda identità della cattolicità a tutti i titoli. Ora  si può solo presumere e fare le congetture sui motivi per cui la Chiesa  in Germania ci tiene così tanto a questa unità sia con la Chiesa  protestante che con la società materialista, con cui forse siamo più  distanti che uniti. Comunque quanto ai propugnatori, volens nolens, si  impone la domanda pratica: per quale ragione sinceramente ed  autenticamente tendono a far entrare l’intercomunione nella prassi della  Chiesa, trattandosi di una prassi che sconvolge la verità della fede,  dato che l’Eucarestia è la forma più alta della professione di fede? È  davvero poco convincente la spiegazione secondo cui si è preoccupati per  l’unità della Chiesa o per la salvezza altrui oppure per  l’evangelizzazione degli altri, poiché non è l’intercomunione la strada  giusta per raggiungere questi obiettivi.
  2. Non sembra, per ora, molto  evidente il tentativo o l’insistenza da parte dei responsabili e  rappresentanti della Chiesa protestante che la Chiesa Romana faccia  questo passo verso di loro. Allora i vescovi tedeschi si fanno a questo  punto gli ambasciatori o i portavoce della Chiesa protestante? Perché  l’iniziativa non era ancora partita evidentemente ed esplicitamente da  parte dei capi delle comunità luterane?
  3. Emerge ancora un altro  interrogativo: come i vescovi tedeschi e i loro sostenitori pensano di  superare questi punti fermi sull’Eucarestia, in modo da poter spalancare  una strada verso l’intercomunione? Finora la loro questione  dell’intercomunione riguarderebbe “alcuni casi”, ma in questi casi ciò  che si rende più che palese e ormai monotono è il linguaggio:  “discernimento, accompagnamento, foro interno, più unità che diversità”  ecc.
  1. È ovvio e qui non c’è alcuna  novità se sentiamo le voci, anche da parte del Magistero, che la Santa  Comunione non è un premio ma la medicina o il rimedio spirituale.  Tuttavia non è l’unica medicina. E come ogni medicina viene applicata ad  una data malattia, tanto che alcune medicine possono anche  ulteriormente danneggiare la salute, così l’Eucarestia serve a chi nella  sua sofferenza, ricevendo la Santa Comunione viene guarito. Come dice  san Paolo, ad alcuni mangiare il pane del Signore e bere il suo Sangue  può provocare anche il peggioramento, la condanna.
  1. Per questo, anche i luterani e i  membri delle altre confessioni cristiane o perfino appartenenti alle  altre tradizioni religiose, pur senza ricevere la Santa Comunione e la  grazia sacramentale, non sono esclusi dagli altri mezzi di salvezza e  dalla grazia salvifica, che non arriva a loro senza Cristo e senza la  mediazione ecclesiale (Redemptoris missio55)
  2. Il punto più delicato, ma espresso  con tutto lo spirito filiale, come in precedenza, si riferisce al Santo  Padre. È ecclesialmente, dottrinalmente e pastoralmente  incomprensibile, come mai il papa ha lasciato cercare e trovare la  soluzione del problema che di natura entra nel depositum fideidella  Chiesa all’unanimità dei vescovi di una Conferenza? È evidente che in  questo caso la risposta e il chiarimento compete a lui… La missione e la  vocazione del Successore di Pietro nei casi che riguardano la fede  della Chiesa universale non può essere spiazzata dalla voce  “democratica” del parlamento vescovile tedesco. A meno che questa mossa  del santo Padre non entri nella tanto amata da lui riforma orientata al  decentramento del ministero petrino. Il problema però si rende un po’  complicato, se ci si accorge di avere a che fare con le questioni  dottrinali (non intese come “verità astratte a cui sono fissati i  tradizionalisti”, ma come divinamente rivelate). Il decentramento non  abbraccia la dottrina, e neanche la struttura che è gerarchica e non  democratica. Il decentramento è auspicabile soprattutto nella vita  ecclesiale: il tempoe l’ascoltodato ai vescovi, al popolo, le  rispostechiare date alle loro domande e perplessità, prendere in  considerazione le propostedelle nomine delle conferenze dei vescovi e  del popolo, il dialogopaterno e coraggioso con chi la pensa diversamente  lì dove c’è lo spazio per la diversità delle posizioni, ad esempio  nelle questioni organizzative, amministrative, pastorali; in altre  parole tutto ciò che esprime la sinodalitàtanto affettivaquanto  effettiva, d’altronde legate tra di loro. Concludendo, concedere alla  Conferenza di un paese di decidere sull’intercomunione assolutamente non  entra nella sinodalità che non le compete e non è per nulla cattolico.  L’impossibilità dell’intercomunione è radicata nella sacramentalità  della Chiesa cattolica intesa come Corpo di Cristo e “luogo” dove Dio si  fa e si sacrifica nel Corpo eucaristico.

Maksym Adam Kopiec è un sacerdote polacco dell’Ordine dei Frati Minori  francescani, nato in Polonia nel 1971. È docente alla Pontificia  Università Antonianum a Roma. Tra le sue pubblicazioni: “Il Logos della  fede. Tra ragione, rivelazione e linguaggio” (Roma 2014);  “Francescanesimo e contemporaneità” (co-editore, Roma 2014);  “L’evangelizzazione nel recente magistero dei papi” (Terni 2016);  “Cristianesimo e religioni. Verso un inclusivismo  cristologico-trinitario” (Roma 2016); “In principio era il Verbo…  Commento pastorale e spirituale – Anno A” (Terni 2016); “Umanesimi laici  e Cristianesimo umanistico. La missione profetica, apologetica e  dialogica della teologia” (Roma 2017); “E il Verbo era Dio… Commento  pastorale e spirituale – Anno B” (Terni 2017).


fonte: sito marcotosatti.com

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