Vangelo secondo relativismo pericolo cristiani - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

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Vangelo secondo relativismo pericolo cristiani

Catechesi Quinta Parte
VANGELO SECONDO ME e il relativismo di una parte del clero


Oggi assistiamo al degrado della fede cristiana, al continuo sconfinamento nel "politicamente corretto" che fa sbiadire ogni sano principio, e pure le verità assolute in cui noi cristiani dovremmo fermamente credere, tutto diventa relativo, non esiste o non esisterebbe più nulla di assoluto.
Noi cristiani non dobbiamo perdere mai di vista il significato del "rispetto", rispettare gay divorziati o abortisti, non significa affatto avallare le loro tesi, che per la Chiesa sono eretiche.

Della verità noi siamo servi e non padroni: «Tu non possiedi la Verità, è la Verità che possiede te» [Cf. S. Tommaso d’Aquino, De Veritate, 1257].
"Sia chiaro: la grazia, la misericordia e il perdono di Dio costituiscono tutti assieme un mistero che valica di molto ogni giudizio umano, che di rigore non va dato perché non spetta all’uomo giudicare la coscienza dell’uomo. Compito nostro non è condannare con l’arrogante spirito di chi si sostituisce al giudizio di Dio pensando di poter leggere dentro l’intimo delle coscienze altrui. Compito e dovere nostro è indicare sempre con decisa amorevolezza al Popolo di Dio ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è lecito e ciò che invece è disordinato o intrinsecamente malvagio." (cfr, don Ariel Levi Di Gualdo)

Oggi per essere politicamente corretti si deve essere accondiscendenti su tutto o quasi
. Ricordo con nostalgia la severità degli insegnanti di un tempo in ambito scolastico, uno schiaffo non uccideva mai nessuno, né provocava delle ripercussioni psicologiche ad alcuno, c’era veramente disciplina e conseguente educazione. Oggi col "politicamente corretto" il 95% dei ragazzi si comportano da gran maleducati, sia a scuola che nella società civile. Ecco, questo breve esempio serve a far capire che nel nome del "politicamente corretto"  e dei diritti di chiunque si è persa di vista la buona educazione giovanile, che qualche decennio fa veniva formata soprattutto in ambito scolastico.
Ricordo ancora con nostalgia i professori più duri e intransigenti,  non quelli morbidi e insignificanti, erano quelli che formavano il nostro carattere, non quelli che ci facevano fare quello che volevamo.

Questo vale ancora di più in ambito cristiano, con il "politicamente corretto" con la finta fraternità, si devono osi dovrebbero appoggiare e condividere ogni genere di eresie.
Il cattolico duro e antipatico ad esempio dice chiaramente che i matrimoni gay sono contro il volere di Dio, e porta pure dei versetti biblici a conferma.

Il cattolico "politicamente corretto" invece usa il punto nelle sue brevi frasi, piuttosto che i due punti, per cui gli vediamo usare frasi come quelle che ho scritto prima, "La Chiesa accoglie i gay non li condanna." Punto.
La frase è corretta, ma andrebbe spiegata.

Troppo spesso viene usata la frase "La Chiesa accoglie tutti…", si è giusto usarla, ma se non si specifica cosa vuol dire "accogliere" per la Chiesa, si creano delle illusioni nella gente e si alimentano le polemiche, oltre a sviare anche tanti cattolici. Dopo la frase "La Chiesa accoglie anche i divorziati" o i gay, non andrebbe messo il punto ma i due punti.

La Chiesa mater et magistra [Cf. Giovanni XXIII, 15 maggio 1961] ci indica e ci insegna da sempre in che modo si può giungere alla beatitudine celeste e in qual altro si può correre il serio rischio di compromettere l’eterna salute della nostra anima. Perché Dio è «Lento all’ira e grande nell’amore» [Salmo 144 (145)]. Essere lenti all’ira non vuol dire però essere privi di ira divina, come narra il racconto della distruzione di Sodoma e Gomorra [Ge 18:16-22], così particolarmente azzeccato nello specifico contesto in questione.
Se non si specifica a quale scopo la Chiesa accoglie i gay, questi (ed è già successo) restano convinti che il papa e la Chiesa ufficiale approvi i matrimoni gay e tutto quello che ne consegue.

La Chiesa accoglie i divorziati, è vero, ma anche qui non si dovrebbe mettere il punto che conclude la frase.
"La Chiesa accoglie i divorziati per aiutarli a vivere cristianamente, cioè secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo"  questa dovrebbe essere la frase completa, eppure quasi sempre troviamo il punto subito dopo "La chiesa accoglie i  "……………"  punto.

La Chiesa accoglie i gay per farli cambiare (convertire), se vogliono, in maniera dolce, come fece Gesù con l’adultera in procinto di essere lapidata, "Nessuno ti ha più condannata, nemmeno io ti condanno, va e non peccare più". Conversione del resto significa cambiamento.

Ecco i gay che vivono in castità non vengono condannati da Gesù né dalla Chiesa, ma quelli che si accoppiano contro natura, e quindi vivono nel peccato vengono condannati eccome, da Dio. Ecco la Chiesa e noi cristiani abbiamo il compito di far capire questo ai gay, non di accoglierli in maniera ipocrita od eretica. Li dobbiamo aiutare a trovare un percorso umano e spirituale che li aiuti a cambiare, se vogliono, senza alcuna forzatura, senza alcuna condanna, ma anche senza arretrare di un millimetro circa la verità cristiana.
I cattolici, oggi, vivono immersi nell’inquinamento. Come tutti del resto. Solo che I cattolici devono respirare un miasma in più. Quel "politically correct" contro il quale non esistono scafandri. Ma antidoti sì.

Un antidoto è la Bibbia, che è Parola di Dio e ci insegna l’amore di Dio per l’uomo.
Io credo che la Chiesa dovrebbe rispolverare la chiarezze che applicava nei primi secoli del cristianesimo, dove scomunicava gli eretici per dare chiari segnali al popolo e al contempo per indirizzarlo sulla retta via.

Sono secoli ormai che la Chiesa non scomunica quasi più nessuno, e poi assistiamo ai vari don Gallo, don Maggi, don Santoro, don Farinella, don Vitaliano della Sala, don Ciotti ecc., che sviano il popolo di Cristo con le loro eresie, e nessun vescovo li scomunica, con il risultato che il popolo già di per se assai ignorante in materia biblica, ne rimane ancor più sviato, e assai lontano dalla Verità insegnata da Cristo.

Oggi molti vivono di slogan, come ad esempio don Ciotti che dice: "Non si va per la strada ad insegnare ma ad apprendere". Ciotti, l’uomo che "apprendeva dalla strada", dunque, invece che insegnare La Strada, che poi sarebbe Cristo. Senza contare che Cristo non è andato per le strade del suo tempo ad "apprendere" ma a insegnare, appunto.

Se c’è una cosa che dalla bocca di Ciotti non s’è mai sentita è questa: "E’ peccato". Proprio non manda giù l’idea che il singolo possa avere dei peccati, delle colpe agli occhi di Dio e che possa pagare per queste; che ci sia un Giudice Supremo diverso dal pubblico ministero. È proprio l’idea di peccato individuale che gli è estranea. Mi ha colpito molto un discorso fatto da don Ciotti ai ragazzi di Amici – Maria De Filippi, un bel discorso, belle parole, ma non ha mai menzionato Gesù o Dio, lui che è un prete. Ma in compenso Ciotti è molto politicamente corretto.

Basta andare a scovare le ciottate di quegli anni ne provereste brividi: posa il suo bacio bavoso su tutte le più infami mode ideologiche del tempo, indossa tutte le più spettrali, e melense al contempo, svergognate maschere dell’epoca, e diventa femminista, abortista, contraccettivista, divorzista. Ma sempre per "solidarietà umana", è chiaro.

Che insegnamento ne riceve il popolo da simili preti? E i rispettivi vescovi di competenza cosa fanno?
Nulla, stanno a guardare. Beh, devo dire sinceramente non è questa la Chiesa che sogno, e neppure quella a cui dovrei essere fiero di appartenere.
Gesù insegnava a parlare chiaro, "Il vostro parlare sia si, si, no, no" oggi invece molti usano troppa diplomazia, col risultato che la Chiesa accoglie tutti, senza specificare MAI perché e per quale scopo.

Se noi cristiani intendiamo la Salvezza offerta di Gesù come un dono prezioso perchè mai non dovremmo condividerla con chi accogliamo?

Come mai non dovremmo parlare dei soavi insegnamenti di Cristo con chi accogliamo?
Come mai non dobbiamo, o non dovremmo, più tentare di convertire nessuno?

La conversione a Cristo è diventata forse una negatività?
Eh... misero io che me la ricordavo e me la ricordo come una gioia da condividere... con quasi tutti.. senza forzare nessuno, ovviamente, ma almeno tentare di far conoscere gli insegnamenti di Cristo a chiunque incontriamo o accogliamo... e invece il politicamente corretto ci spinge a non "convertire" più nessuno...
L'unico che converte è Dio, questo sia chiaro, ma la MISSIONE di ogni cristiano battezzato è proprio quella di convertire il mondo... e conversione significa cambiamento in Cristo e per Cristo, non accondiscenza e permanenza nel peccato.


"Il Vangelo chiede agli uomini di Chiesa  di predicare la parola di Dio, di pregare e di amministrare i  sacramenti. Non chiede di occuparsi di analisi o interpretazioni  sociologiche. Non chiede neppure di “difendere la Costituzione”, come  dice don Ciotti, perché è compito dello Stato difenderla. Non chiede,  infine, agli uomini di Chiesa di dire alla politica che «deve fare di  più, perché la mafia non è solo un fatto criminale, ma l’effetto di un  vuoto di democrazia, di giustizia sociale, di bene comune», come  sostiene don Ciotti, per il quale «la corruzione, che sta mangiando il  nostro Paese, è l’incubatrice delle mafie».
Perché Gesù Cristo non si è occupato di  democrazia, ma ha annunciato una Verità salvifica e la dottrina sociale  della Chiesa si fonda su la parola di Cristo stesso e non su quella  degli uomini. D’altra parte, Don Ciotti elude un aspetto inquietante: il  potere mafioso non si consolida solo attraverso la politica corrotta,  ma grazie al concorso di quella cosiddetta società civile, che spesso è  beneficiaria e perfino organizzatrice del male che dilaga. "  di Pietrangelo Buttafuoco


Scrive don Ariel Levi Di Gualdo circa don Gallo:


Non sono mai stato scandalizzato dalle stravaganze di Andrea Gallo, anche perché nel nostro clero si cela di più e di peggio. A scandalizzarmi è stato invece il suo vescovo e i suoi predecessori  che non hanno mai preso alcun provvedimento verso di lui. Mai sono state applicate le sanzioni canoniche a carico di questo chierico che i canoni li ha violati tutti, assieme alle regole più basilari del cristiano e sacerdotale buon comportamento. E parlando del suo vescovo, non parliamo di un vescovo qualsiasi, ma del presidente dei Vescovi d’Italia. Pertanto, il vero errore — invero gravissimo — lo ha commesso l’Arcivescovo Metropolita di Genova, al quale tempo fa inviai una lettera e per la quale non ho mai ricevuto risposta.

Capisco che per essere degnati di attenzione da un cardinale, di questi tempi bisogna essere un rabbino ebreo o un imam mussulmano, perché in tal caso le risposte giungono subito, amabili, ecumeniche e interreligiose.
La vera e profonda vergogna sta nel fatto che l’Arcivescovo Metropolita di Genova si sia esposto e abbia esposto la Chiesa italiana al ridicolo, dato il particolare ufficio da lui ricoperto nell’assemblea dei Vescovi d’Italia. Il vergognoso e indignitoso teatrino di quei funerali ha offeso la Chiesa, la sua dottrina cattolica e la dignità dei veri credenti. Una sconcia passerella di gay, transessuali, anticlericali, comunisti irriducibili ideologizzati sino al midollo e aggressivi scapestrati dei centri sociali che hanno egemonizzato la triste scena, cosa peraltro facilmente prevedibile e che proprio per questo andava prudentemente evitata. Una sfilata di tutto ciò che non è, ma che soprattutto esige in modo deciso e spesso anche violento di non essere cattolico.

Ed io condivido pienamente, perché la realtà è proprio questa e non solo per don Gallo, ma per tanti altri preti e catechisti cattolici.
I funerali di don Gallo rappresentano l’apoteosi del "politicamente corretto" la Chiesa che per piacere agli uomini da la comunione a Luxuria, transessuale e pure buddista, per niente in via di conversione o pentimento, anzi ama essere una bandiera dei transessuali praticanti, e di certo non sono i sacramenti a praticare, ma qualcos’altro.

La Chiesa che invece di tirare le orecchie al cardinale Bagnasco, le tira a don Ariel Levi Di Gualdo, per aver osato criticare pubblicamente il cardinale.

Ma, se non sbaglio il cardinale la comunione a Vladimiro Guadagno detto Luxuria l’ha data in forma pubblica, davanti ad una marea di telecamere. Che cosa ne trae il popolo da scene o sceneggiate come queste? Sicuramente ne rimane ancora più sviato.

La vera vergogna è stato tutto ciò che di ovattato, di untuoso e di cosparso d’olio di vaselina hanno scritto l’Osservatore Romano diretto da Giovanni Maria Vian [vedere qui] e l’Avvenire diretto da Marco Tarquinio, che sul giornale dei Vescovi d’Italia lascia pontificare quel piccolo eresiarca di Enzo Bianchi [vedere qui], impendendo al tempo stesso a un nostro stimatissimo confratello, l’eminente teologo e filosofo metafisico Antonio Livi [vedere qui], di contraddirlo pacatamente e d’indicare l’ovvio: quella di Enzo Bianchi non è teologia cattolica, anzi può essere ed è — aggiungo io — autentico veleno, specie per le giovani menti. In particolare per coloro che si stanno formando al sacerdozio e che solo certi nostri vescovi ormai fuori dalla grazia di Dio possono mandare a fare i ritiri spirituali nella comunità cattoprotestante di Bose prima di impartire loro i sacri ordini. Per non parlare poi dello scivoloso commiato di Radio Vaticana [vedere qui e qui]. Siamo davvero al capovolgimento …

Quanta ignoranza cristologica e teologica, quanta pubblica eresia tollerata dal nostro debole e pavido episcopato italiano!
E sempre don Levi Di Gualdo scrive:
"Dinanzi ai pubblici peccatori io non calo le brache come il cardinale  bagnasco per timore del giudizio dei media e delle reazioni degli integralisti laici, li amo con cristologico cuore sacerdotale e cerco di lavorare per la salvezza delle loro anime. Se a calarsi le brache e a presiedere questo teatro funerario porcino è stato il presidente dei Vescovi d’Italia, figurarsi gli altri nostri vescovi! Figurarsi a quale sbando totale siamo esposti noi poveri preti che dalle loro autorità sempre più prive di autorevolezza dipendiamo …

Io vivo nel mondo del reale, al contrario del Cardinale Angelo Bagnasco che vive nel proprio palazzo feudale circondato da devoti e compiacenti segretari e collaboratori ai quali non passerebbe mai per la mente di dire in coscienza al proprio potente prelato: "Ritengo che questo sia sbagliato, ma detto ciò decida come meglio crede perché è Lei l’autorità episcopale e, a meno che non mi comandi cose contrarie alla dottrina e alla morale della Chiesa, io che non la penso come lei, proprio per questo sarò il primo a ubbidirle" (cfr, don Ariel Levi Di Gualdo)

Siamo tutti creature figli di Dio. Quindi anche i gay e derivati, rispondono i preti politicamente, e anche molti catechisti e cattolici devoti.
Certo, ma mancano sempre i due punti, vengono stranamente ed in maniera preoccupante non usati, o mai usati.

Scrive sempre don Di Gualdo: "È consapevole Luxuria cosa voglia dire e che cosa comporti in senso ecclesiologico ed escatologico aprire le porte a Cristo per essere accolti da Cristo e dalla Chiesa suo corpo mistico? Comporta anzitutto accogliere Cristo e tutte le regole di vita contenute nel suo messaggio di salvezza, non certo pretendere di sovvertire le regole di Dio per andare incontro ai capricci della cultura gender e ai gravi disordini umani e morali di certi soggetti, che non reclamano affatto accoglienza, perché nei concreti fatti vogliono solo sfondare le porte per prendere possesso della casa cristiana alle loro condizioni, in massimo spregio a quelle che sono le regole dettate dalla divina rivelazione."

È consapevole Luxuria che la Chiesa deve sì accogliere, ma al tempo stesso deve evitare che lupi rapaci facciano irruzione nell’ovile dove il buon pastore dovrebbe custodire e proteggere le pecore che il Signore ha lui affidato?


La pubblica peccatrice fu perdonata dal redentore perchè era pentita e perché cambiò vita. Non divenne certo paladina e ideologa pre-cristiana  dell’associazione delle libere prostitute per la liberalizzazione e la legalizzazione del meretricio, in nome del cristo risorto, accogliente e misericordioso.

Tutti quanti sappiamo bene che genere di mestiere svolgeva la pubblica peccatrice pentita e perdonata [Lc, 7, 36-50] che bagnò con le proprie lacrime i piedi del Signore, asciugandoli coi propri capelli e cospargendoli col prezioso olio profumato contenuto nel suo vaso di alabastro. Ma sappiamo anche che dopo quell’incontro e quel pianto sui piedi del Redentore, cambiò mestiere e vita. Non divenne certo paladina e ideologa pre-cristiana dell’associazione delle libere prostitute per la liberalizzazione e la legalizzazione del meretricio nel nome del Cristo risorto accogliente, caritatevole e misericordioso.

La Chiesa accoglie tutti e deve accogliere tutti per essere fedele a Cristo Gesù, ma non per avallare qualsiasi comportamento peccaminoso, ma semplicemente per aiutare i peccatori a ritrovare la Via, cioè Gesù.

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