Chiese dei fratelli ramo protestante eresie - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

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Chiese dei fratelli ramo protestante eresie

Gruppi eretici e dottrine
LE CHIESE DEI FRATELLI

Le "Chiese libere"
 nascono nel corso dell'Ottocento come reazione alle Chiese di Stato e,  in genere, al carattere percepito come mondano e tiepido delle  denominazioni stabilite. Si afferma spesso che la teologia delle Chiese  libere è di tipo fondamentalista, ma tutto dipende dal significato che  si attribuisce alla parola fondamentalismo. Essa non è univoca, ed è  stata storicamente utilizzata in almeno tre diversi significati:
(a)  l'espressione "fondamentalista" è nata nel secolo XIX per designare la  posizione di chi sosteneva l'inerranza assoluta e letterale della  Bibbia. Con la pubblicazione degli opuscoli The Fundamentals tra  il 1910 e il 1915, l'espressione diventa comune per descrivere un  critico militante delle teologie protestanti liberali. La bandiera di  queste critiche era costituita da un approccio alla Bibbia che  considerava il testo biblico ispirato in modo soprannaturale e  pienamente autorevole. In questo senso il fondamentalismo non  costituiva un insieme di denominazioni separate ma un atteggiamento  diffuso - in proporzioni maggiori o minori - in tutte le maggiori  denominazioni del protestantesimo. Meno in voga a partire dagli anni  1930, questo uso della parola "fondamentalismo" per designare un modo  conservatore militante di accostarsi alla teologia e alla Bibbia ha  avuto un revival a partire dagli anni 1970, con un riaffacciarsi di tendenze "fondamentaliste" in denominazioni americane maggioritarie;

(b)  a partire dal 1930 circa i bersagli principali dei "fondamentalisti"  diventano l'ecumenismo interprotestantico e il Consiglio Federale (poi  Nazionale) delle Chiese negli Stati Uniti: il problema è considerato  così grave da indurre i "fondamentalisti" all'interno di diverse  denominazioni a promuovere nuove organizzazioni scismatiche. Per questo  suo ulteriore irrigidimento rispetto al fondamentalismo originario, il  movimento è spesso chiamato "neo-fondamentalismo". Da questo momento  "fondamentalismo" è utilizzato soprattutto per descrivere un insieme di  denominazioni, in parte nate a partire dagli anni 1930, ma in parte  preesistenti e originarie dell'Europa dove - a partire dalla  predicazione di John Nelson Darby (1800-1882) - il movimento di  separazione era già iniziato nel secolo scorso. In altre denominazioni,  tuttavia, l'ala "fondamentalista" diventa piuttosto una corrente, con  istituzioni culturali e organizzative proprie, che cerca con alterne  vicende di esercitare l'egemonia all'interno della denominazione (un  caso tipico è quello dei battisti del Sud);
(c) infine, con  l'emergere dei predicatori televisivi e del loro coinvolgimento nella  politica americana, il termine "fondamentalismo" è stato usato sempre  più spesso negli ultimi decenni - sovente, per la verità, in chiave  polemica - per designare gruppi di conservatori militanti all'interno  delle denominazioni più diverse in senso non tanto e non soltanto  teologico, ma piuttosto e principalmente politico. Da questo punto di  vista oggi è spesso definito "fondamentalista" qualsiasi protestante che  militi nella destra politica. Più in generale, "fondamentalista" è chi  sostiene la verità di una tesi religiosa in modo estremo e radicale, il  che ha permesso un uso analogico del termine al di fuori del  protestantesimo: espressioni come "fondamentalista islamico" o  "fondamentalista indù" sono diventate comuni.

Le Chiese libere  non hanno necessariamente un impegno politico, né una carica polemica  nei confronti di altre denominazioni protestanti; se molte sono  "fondamentaliste", lo sono nel senso teologico di una stretta adesione  ai "fondamentali". Nel significato oggi più diffuso del termine, dunque,  non tutte le "Chiese libere" sono fondamentaliste: ma esse hanno in  comune con il mondo fondamentalista indipendente caratteristiche  anti-denominazionaliste e ultra-congregazionaliste, con il risultato che  molte comunità locali rifiutano di fare parte di associazioni,  federazioni o denominazioni più vaste.
Tra l'Ottocento e il Novecento  sono nati tuttavia diversi gruppi di Chiese libere, e anche di  fondamentalisti in senso stretto, organizzati sotto forma di federazioni  di comunità locali indipendenti, o anche di vere e proprie  denominazioni. Negli Stati Uniti appartengono alla prima categoria  l'Independent Bible Church Movement, le Independent Fundamental Churches of America, e moltre altre; in Gran Bretagna la Fellowship of Independent Evangelical Churches,  fondata nel 1922, raccoglie oggi oltre cinquecento Chiese. Nel secondo  gruppo - benché si tratti di movimenti che rifiutano l'appellativo di  "denominazioni" - possono essere classificate le diverse branche delle  Assemblee dei Fratelli e la Chiesa Locale, nonché - con caratteristiche  proprie - i Two by Twos. Altre "Chiese libere" partecipano a federazioni  e associazioni con altre Chiese evangelical con cui hanno in  comune principi dottrinali generali. Esamineremo tre diversi filoni: il  movimento dei Fratelli, il fondamentalismo della Chiesa Locale e dei Two  by Twos, e le Chiese libere indipendenti (distinte da quelle  pentecostali). Per queste ultime - decine di realtà che spesso non  trascendono l'ambito locale - le schede intendono avere carattere  esemplificativo rispetto a una realtà più vasta."Fratelli" nel mondo  protestante indica due movimenti diversi.

Il primo, quello dei  "Brethren", appartiene al secondo protestantesimo e origina dal  risveglio pietista all'interno del mondo luterano. Del tutto diversi - e  appartenenti al terzo protestantesimo piuttosto che al secondo - sono i  "Fratelli" che nascono in varie parti d'Europa (Svizzera, Irlanda,  Inghilterra, Italia) dal 1820 in poi. Vari movimenti di risveglio sorti  in quegli anni indipendentemente gli uni dagli altri si ritrovano ad  avere caratteristiche così simili da poter essere in seguito accomunati  nell'esperienza dei Fratelli. In Inghilterra sono stati chiamati  originariamente "Fratelli di Plymouth" (Plymouth Brethren) giacché la  prima "assemblea" inglese promossa, con altri, da John Nelson Darby  (1800-1882) è stata organizzata a Plymouth nel 1831 (anche se diversi  storici ritengono che la più antica assemblea nel mondo anglofono sia  quella di Dublino, del 1825, e anche Bristol ha un ruolo importante).  Parallelamente agli esordi britannici, i Fratelli sorgono anche in  Svizzera (l'Assemblée de la Pellisserie a Ginevra risale al 1823) mentre  la conversione del conte Piero Guicciardini in Toscana è del 1836.
Le  vicende dei Fratelli britannici hanno avuto un ruolo importante, ma non  bisogna dimenticare la pluralità delle origini storiche dei Fratelli.  Tra i primi pionieri, Henry Craik (1805-1866) emerge come brillante  predicatore; Anthony Norris Groves (1775-1853) si dedica alle missioni  internazionali, gettando le basi per l'espansione mondiale del  movimento, mentre George Muller (1805-1898) crea il celebre  orfanotrofio Ashley Down di Bristol, che inaugura una non trascurabile  serie di attività benefiche e sociali. In seguito il movimento dei  Fratelli si divide fra un'ala - guidata dallo stesso Darby - di  "Fratelli stretti", più esclusivisti e non disponibili a una  collaborazione con chi non condivida il loro rigoroso  neofondamentalismo, e una di "Fratelli larghi" che è alle origini dei  maggiori gruppi europei detti oggi "Assemblee dei Fratelli" o  semplicemente "Chiese cristiane evangeliche (dei Fratelli)".

La  tradizione dei Fratelli in Italia nasce dalle Chiese cristiane libere  (al plurale, da non confondere con la "Chiesa cristiana libera" - al  singolare - dell'ex-barnabita Alessandro Gavazzi (1809-1889), di vita  effimera e intonazione particolarmente anticlericale), nate in Toscana  nel 1833 e animate dal conte Piero Guicciardini (1808-1886) di Firenze e  dall'abruzzese Teodorico Pietrocola-Rossetti (1825-1883). Entrambi, di  idee risorgimentali, avevano avuto contatti con i Fratelli durante  periodi di esilio in Inghilterra. Guicciardini - che manifesta un  notevole spirito di indipendenza nei confronti dei Fratelli inglesi, cui  pure si ispira - dà alle Chiese dei Fratelli in Italia un'impostazione  critica verso l'organizzazione gerarchica della vita della Chiesa. È rifiutata l'ordinazione dei pastori, mentre la conduzione è affidata a dei "servitori"  la cui funzione nasce da "doni" che lo Spirito distribuisce liberamente  nelle Assemblee. Queste figure poi lasciano il posto ad "anziani"  riconosciuti dalle comunità.

Dalla Toscana il movimento si estende al  Piemonte, e assume quindi carattere nazionale, in alcune regioni  avvalendosi dell'opera di missionari inglesi, come Thomas B. Harding  (1884-1975), la cui opera è cruciale per la presenza dei Fratelli nelle  Marche. Il 22 febbraio 1891 è eretta con Regio Decreto in ente morale  l'Opera delle Chiese Cristiane dei Fratelli, tuttora attiva  all'indirizzo originario di Via della Vigna Vecchia a Firenze con uno  statuto approvato con Regio Decreto del 31 maggio 1943, oggetto di  modifiche approvate rispettivamente con Decreti del Presidente della  Repubblica 7 maggio 1975, n. 193 e 11 giugno 1980, n. 459.  L'istituzione, voluta dagli anziani della Chiesa dei Fratelli di  Firenze, è all'inizio "isolata e osteggiata" dalle altre Chiese, che vi  vedono, a torto, "il riconoscimento di una Chiesa da parte dello Stato"  (così Daniele Moretti, "Opera delle Chiese Cristiane 'dei Fratelli':  motivi e scopi. Al servizio delle Chiese", Il Cristiano, anno  III, n. 6, giugno 2000, pp. 313-314), mentre si tratta di un semplice  atto relativo all'amministrazione materiale del patrimonio della Chiesa  (in precedenza intestato a singoli individui, con conseguenti problemi  specie in sede di successione), di cui si afferma esplicitamente (art. 2  dello Statuto) che "non ha ingerenze di ordine spirituale, dirette o  indirette, nelle Chiese". A partire dal 1909 l'Opera è oggetto di  crescenti adesioni. Il sentimento anti-gerarchico continua però a creare  un'auto-comprensione dei Fratelli come "movimento" piuttosto che come  denominazione. Durante il fascismo, i Fratelli sono soggetti a episodi  di repressione, aggravati dalla scarsa protezione dovuta alla mancanza  di una formale rappresentanza istituzionale.

Nel secondo dopoguerra i  "Fratelli" italiani intensificano i loro contatti con il mondo  evangelico europeo e americano favorendo "l'ingresso in Italia di  missionari, in special modo battisti indipendenti, che, pur senza  aderire ufficialmente alla Chiesa dei Fratelli, l'hanno considerata come  la chiesa fondamentalista italiana e le hanno dato il loro appoggio"  (così Domenico Maselli, Libertà della parola. Storia delle Chiese cristiane dei Fratelli 1886-1946,  Claudiana, Torino 1978, p. 153). Oggi i Fratelli (larghi) sono un  milione nel mondo, presenti in 125 nazioni con oltre undicimila  assemblee locali. Non esistono istituzioni rappresentative su scala  mondiale, ma tramite convegni internazionali e istituzioni  para-ecclesiali i contatti fra Fratelli di diversi paesi rimangono  frequenti. Le Assemblee italiane sono 216, con un totale di  quattordicimila membri. 117 si avvalgono dell'Ente Morale di Firenze per  l'amministrazione dei loro beni mentre altre hanno costituito  associazioni o Enti indipendenti. L'Ente Morale amministra anche beni al  servizio di una pluralità di Assemblee, come gli immobili che ospitano  il Centro Anziani di Casorzo (in provincia di Asti), il Centro  Evangelico di Poggio Ubertini (Firenze) e il Centro Bethel di  Castelnuovo della Daunia (Foggia). Le Assemblee si ispirano al modello  congregazionalista, che prevede l'indipendenza di ogni singola Chiesa  locale. Pur non essendoci strutture rappresentative nazionali o  intermedie, vi sono luoghi di scambio e di confronto che sono costituiti  da riviste, convegni e incontri fraterni. La conduzione delle Chiese è  affidata ad "anziani". Alcuni svolgono la propria attività a tempo pieno  per la Chiesa, altri la esercitano accanto a una professione secolare.
Le  Assemblee dei Fratelli si collocano nella tradizione "risvegliata" del  protestantesimo.

L'identità dei Fratelli mette in risalto il ruolo  centrale riconosciuto alla Bibbia, il sacerdozio universale dei credenti  e l'enfasi evangelistica e missionaria. In particolare, le Assemblee  dei Fratelli sottolineano il fatto di essere:
1.Chiese evangeliche  perché accettano l'autorità della Scrittura e si collegano a quel  filone di testimoni e martiri che in tutti i tempi hanno voluto onorare  la Parola di Dio;
2.Chiese di confessanti perché pongono l'accento sulla necessità della conversione individuale e sull'impegno di una vita cristiana personale;
3.Chiese libere  in quanto si reggono indipendentemente dallo Stato e senza la necessità  di una struttura centralizzata, anche se sono incoraggiate le attività  comuni e gli scambi tra Chiese;
4.Chiese di sacerdoti nel riconoscimento che Dio accorda ai vari membri della comunità dei doni da esercitare per l'utile comune.
Anche  la conduzione delle Chiese è collegiale. I Fratelli dichiarano di  rappresentare un protestantesimo rigoroso che deve continuamente  difendersi dalle insidie della teologia liberale, da un lato, e della  Chiesa nominale e moltitudinista, dall'altro. Esiste nell'ambito dei  Fratelli un'ampia riflessione sull'identità del movimento nell'alveo del  protestantesimo italiano che cerca di articolare una riflessione  teologica in grado di valorizzare insieme l'eredità originaria e le  caratteristiche salienti della fede cristiana storica. Numerose Chiese  dei Fratelli aderiscono all'Alleanza Evangelica Italiana (AEI).
Ogni informazione sulla Chiesa di Dio Onnipotente (in cinese Zhuannanshen), popolarmente nota come "Folgore da Oriente" sulla base dell'applicazione che fa a se stessa del brano di Matteo  24, 27 secondo cui "come la folgore viene da Oriente e brilla fino a  Occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'Uomo", è soggetta a dubbi  e problemi, trattandosi per definizione di un'organizzazione segreta.  Le riunioni si svolgono in case private e i membri - non occultamente,  ma sulla base di istruzioni che compaiono sul sito Web della Chiesa -  sono invitati a dividere le congregazioni quando superano i cinquanta fedeli per non attirare l'attenzione sulle riunioni; tenere queste ultime comunque in "cellule" di non più di sette persone; non  comunicare la propria identità neppure ai membri della stessa  "cellula", cui vanno forniti un nome e un indirizzo falsi, ma solo al  dirigente della cellula stessa; non rivelare di essere un membro della  Chiesa a nessuno, neppure ai familiari; non parlare mai della Chiesa  per telefono se non utilizzando una cabina telefonica. Queste  precauzioni si spiegano con le persecuzioni cui la Chiesa è soggetta in  Cina da parte del regime, ma il fatto è che sono suggerite anche ai  membri che vivono in Occidente.

Le informazioni sulla Chiesa sono  abbondantissime sul sito quanto alla dottrina - che contiene decine di  volumi e migliaia di pagine di teologia - ma praticamente inesistenti  quanto alla storia e all'organizzazione. Le fonti sono i giornali  cinesi, che traggono le loro informazioni dalla polizia e non possono  essere considerati obiettivi, e i membri di altre Chiese e comunità  cristiane in Cina, che in genere detestano la Chiesa di Dio Onnipotente,  usano toni tipici dei "movimenti contro le sette" (distinti da quelli  "anti-sette" laici) nel parlarne, e a loro volta non possono essere  considerati informatori privi di pregiudizi, tanto più che di rado sono  in grado di fornire dati specifici e precisi quanto alle malefatte di  cui questa Chiesa sarebbe responsabile. Eppure della Chiesa di Dio  Onnipotente è obbligatorio occuparsi, perché - a credere sia alle  autorità cinesi, sia ai dirigenti di altre Chiese cristiane che operano  in Cina (comprese quelle clandestine, che pure diffidano dei dati  diffusi dal governo) - avrebbe diverse centinaia di migliaia di membri  in Cina (la segretezza, che la stessa polizia cinese riesce di rado a  penetrare, impedisce un conto preciso) e alcune migliaia all'estero,  concentrati nell'ordine in Corea del Sud, Canada, Stati Uniti, Italia,  Singapore e Australia.

La teologia della Chiesa sembrerebbe a prima  vista tipica di un accostamento fondamentalista, tanto che all'inizio le  autorità cinesi la scambiarono per una branca della Chiesa Locale di Witness Lee  (1905-1997), con cui non è peraltro escluso che alcuni dei primi membri  abbiano avuto contatti. Tuttavia la teologia dispensazionalista, in cui  si ritrovano echi degli insegnamenti delle Assemblee dei Fratelli,  si differenzia dal fondamentalismo classico per l'idea secondo cui si è  entrati in una nuova dispensazione nella quale Gesù Cristo è tornato  "inabitando" una donna cinese su cui non sono forniti particolari. Non  si sa se sia viva o morta, e c'è perfino chi ha messo in dubbio che  esista. Tuttavia studiosi come Kim-kwong Chan, che hanno intervistato  persone che hanno frequentato la cerchia interna della Chiesa, ritengono  che la donna si chiami Deng, viva nella provincia di Henan (la più  popolosa della Cina, con cento milioni di abitanti) e fosse sicuramente  viva nel 2003.
La Chiesa definisce come suo membro chi crede che questa "seconda venuta segreta del Signore" si verifica ai nostri giorni in Cina, e realizza la profezia di Matteo  24, 27 secondo cui, appunto, "la folgore viene da Oriente". La Cina,  del resto, rappresenta secondo la Chiesa il luogo dove il Dragone  dell'Apocalisse si è rivelato sotto le sembianze del comunismo maoista, e  dove dunque deve anche manifestarsi il Secondo Avvento di Gesù Cristo.  Tale Secondo Avvento rappresenta la terza dispensazione o epoca della  storia ("bianca") in cui Dio si manifesta come Onnipotente nella sua  incarnazione cinese, mentre nella prima ("blu", il colore della Legge)  si era manifestato come Geova e nella seconda ("rossa", il colore del  sangue della Passione) come Gesù Cristo.

Gli autori dei testi della  Chiesa - che non sono affatto degli sprovveduti in campo teologico,  anche se rimangono rigorosamente nell'ambito di un letteralismo di  stampo fondamentalista - sostengono di non fare affatto parte di una  "setta non cristiana" e di essere piuttosto modalisti, nel senso che considerano il Padre, il Figlio e la nuova incarnazione del Signore Onnipotente come "modalità" sotto cui si rivela l'unico Dio della Bibbia cristiana.  Oltre che di eresia, la Chiesa di Dio Onnipotente è accusata da altri  cristiani e dalla polizia cinese di "rapire" membri di altre  denominazioni, compresi dirigenti, che sarebbero persuasi ad aderire  alla Chiesa o tramite forme di manipolazione mentale (un'accusa comune  nei confronti delle "sette" in genere) o perché, sedotti da graziose  adepte del movimento, sarebbero fotografati in situazioni compromettenti  e in seguito ricattati, senza che possano rivolgersi alle autorità in  quanto sono essi stessi leader di organizzazioni religiose illegali che  desiderano comprensibilmente evitare ogni contatto con la polizia. È  difficile stabilire se quest'ultima accusa - che certo si ripete spesso  nella letteratura delle Chiese cristiane cinesi clandestine - sia una  leggenda urbana o abbia un fondamento di verità.

Un osservatore  accademico non particolarmente favorevole al movimento come il citato  Kim-kwong Chan nota anche il ruolo di "capro espiatorio" svolto dalla  Chiesa di Dio Onnipotente, le cui tecniche disoneste di "furto di  fedeli" sono invocate per spiegare le perdite di membri di ogni Chiesa  che sperimenta una fase di declino in un mercato religioso  intra-evangelico diventato sempre più concorrenziale come quello cinese.  Secondo lo stesso autore, aumentare il numero di membri a tutti i costi  non è lo scopo primario della Chiesa di Dio Onnipotente: nel 1999, in  una purga interna, ne avrebbe espulsi da settantamila a ottantamila e  oggi il reclutamento sarebbe condotto con estrema prudenza.

In ogni caso, la Chiesa di Dio Onnipotente - le cui vicende non mancano di ricordare anche certe fasi della storia dei Two-by-Twos  - rappresenta un affascinante esempio di come un gruppo certamente non  poco numeroso sia riuscito a mantenere una cortina di segretezza  pressoché impenetrabile sia dagli studiosi, sia da uno Stato come quello  cinese la cui polizia non ricorre certo a mezze misure quando indaga su  gruppi religiosi illegali.

B.: Il punto di vista delle Chiese evangelical maggioritarie è esposto da David Aikman, Jesus in Beijing. How Christianity Is Transforming China and Changing the Global Balance of Power,  Monarch Books, Oxford 2005. Un più pacato - ma non necessariamente  favorevole - esame delle vicende della Chiesa è presentato da Kim-kwong  Chan, "A New Messiah from China: The Church of the Almighty God (Eastern  Lightning Sect)", relazione presentata al congresso di Tokyo della IAHR  (International Association for the History of Religions), 29 marzo  2005.



fonte: Enciclopedia delle religioni CESNUR
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