Resurrezione di Gesù Catechesi - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

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Resurrezione di Gesù Catechesi

Catechesi Quinta Parte
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NEI GIORNI DI PASQUA
SULLA RISURREZIONE DEI CORPI

Cristo risorgendo anticipò la nostra risurrezione.

1. Che il nostro Signore Gesù Cristo sia risorto dai morti il terzo giorno lo attestano i santi Evangeli, e l'intero universo abitato ormai lo professa ogni volta che recita il santo Simbolo. Che il fatto sarebbe un giorno avvenuto, lo predissero i profeti pur senza vederlo. Non lo videro ma lo previdero illuminati dallo Spirito. Dato questo, penso che debbano vergognarsi tutti quegli altri che, non osando negare la resurrezione di Cristo, negano la nostra resurrezione. Essi dicono: Lui, certo, è risorto, ma è a lui solo che competeva risorgere con quella carne che si era degnato assumere. Da questo fatto, che cioè è risorta la carne di Cristo, consegue forse che debba risorgere anche la nostra carne? La potenza di lui e le sue risorse sono ovviamente molto superiori alle nostre. A costoro rispondiamo: È vero che la divinità di Cristo è molto distante da te, ma la debolezza di Cristo te lo ha reso vicino. In se stesso è Dio, ma per te si è fatto uomo; con la sua potenza ti aveva creato, nella tua natura per te ha subìto la passione. Se ti ha creato col suo potere, è risorto in quel che aveva preso da te. In effetti, il Verbo era senza carne. In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutte le cose sono state create ad opera di lui 1. Anche l'uomo è stato creato per opera di lui, ma colui ad opera del quale l'uomo era stato creato in un secondo momento si fece uomo e, perché l'uomo non andasse in perdizione, Cristo subì la morte. Ma Cristo risuscitò: e cosa risuscitò in lui? Il Verbo si fece carne ed abitò in mezzo a noi 2. Il Verbo assunse ciò che non era senza mai perdere ciò che era: rimase Verbo.

Ma allora cosa risuscitò?
Il Verbo. Perché allora scese così in basso? Per rialzarsi. Perché questo Verbo volle morire? Per tornare in vita. Al riguardo però dobbiamo precisare che egli morì nella carne assunta, non nella divinità che aveva conservata. Pertanto, circa la natura in cui Cristo risuscitò, constatiamo com'egli affrontò uno smacco per sé, mentre a te offriva un esempio. In effetti, vista in lui, anche la sua resurrezione fu una umiliazione, uno smacco. Ripensa al Verbo, ripensa a quanto si dice: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio

Ma allora cosa risuscitò?
Il Verbo. Perché allora scese così in basso? Per rialzarsi. Perché questo Verbo volle morire? Per tornare in vita. Al riguardo però dobbiamo precisare che egli morì nella carne assunta, non nella divinità che aveva conservata. Pertanto, circa la natura in cui Cristo risuscitò, constatiamo com'egli affrontò uno smacco per sé, mentre a te offriva un esempio. In effetti, vista in lui, anche la sua resurrezione fu una umiliazione, uno smacco. Ripensa al Verbo, ripensa a quanto si dice: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio
lt 3, e ti accorgerai che cosa sia stato per lui lo stesso risorgere. Orbene, colui che risuscitò il suo corpo risusciterà anche il tuo. Per questo infatti volle che il suo corpo risorgesse: perché tu credessi che anche il tuo risorgerà.

Dio onnipotente nella creazione ci garantisce la risurrezione.

2. Coloro che diffondono opinioni contrarie obiettano: Il corpo di Cristo risorse perché rimase tre giorni nel sepolcro e non subì la corruzione, non si decompose, non si putrefece né divenne polvere. Quanto al, nostro corpo, viceversa, se per caso si aprono i sepolcri, se ne trovano sì e no le ossa, se ne trova la polvere. Tutto ciò che era stato carne è ridotto in putridume, è dissolto in polvere. Potrà quindi risorgere un corpo che non è stato in grado di conservare la sua integrità? O uomo che ragioni così, considera, considera - ti ripeto - che nel sepolcro ci sono, quanto meno, le ossa; se non altro, le ossa per lo meno ci sono. Nel sepolcro poi c'è anche la polvere del corpo; in quello stesso posto ti accolse, come nel suo seno, la terra. Orbene, torna adesso a riflettere sulla tua comparsa nel mondo; investiga che cosa tu eri quando venivi seminato nell'utero, dove iniziò la vita di noi tutti. Ricorda questo, e fa' il confronto tra un uomo sepolto e un uomo allo stato seminale. Tutti infatti sappiamo di essere mortali. Come dunque prendiamo in considerazione le profondità della terra dove giace seminato il corpo dell'uomo in attesa della resurrezione, così raffiguriamoci il tempo in cui eravamo seme versato nelle viscere di nostra madre, dalle quali venne fuori questo corpo strutturato com'è nelle sue membra.

Dove stavano celati i cinque sensi del nostro corpo? dove, in quel liquido, stavano gli occhi, la lingua, gli orecchi, le mani? Queste membra con i compiti che rispettivamente compiono da dove sono venute fuori? chi le ha create? chi ha dato loro la forma? Non è stato forse Dio? Ebbene, quello stesso Dio che poté formare il corpo e farlo uscire dall'utero materno, lui stesso vuole che, sulla base delle cose già fatte, tu rifletta su quelle che si dispone a fare e creda che è in suo potere estrarti vivo dal sepolcro. Produrre uomini dal seme umano - lo ripeto -, formare uomini nel grembo materno sono miracoli che avvengono ogni giorno; solo che per la troppa frequenza han perduto la forza di stupirci e per l'assuefazione li consideriamo eventi da nulla. Per quel che riguarda poi ciò che deve accadere nel futuro, cioè la resurrezione che attendiamo e che avverrà una volta sola, abbiamo ogni giorno testimonianze a iosa. Lo grida la natura, lo proclama la Scrittura: occorre credere a questo evento che si avvererà in futuro. Crediamoci, fratelli! Il nostro corpo risorgerà: quello dei buoni per andare alla gloria, quello dei cattivi per ricevere la pena.


Abbiamo fede nella risurrezione e trasfigurazione del nostro corpo.
3. Quanto a te che ti rifiuti di credere nella resurrezione che attendiamo per il nostro corpo, fammi sapere, di grazia, cos'è che ti crea difficoltà. C'è forse nel corpo qualcosa che ti ripugna? Chi ha mai odiato la propria carne? 4, dice l'Apostolo. Cos'è che nel corpo ti dispiace? A descrivere in maniera completa la struttura del corpo, non rimane stupito chiunque ascolti tale descrizione? E poi chi lo descrive è in grado di farlo perfettamente? Cosa dunque ti dispiace nel corpo? Te lo dico io: ti dispiace la corruttibilità, la mortalità. Ma dopo ci saranno solo le cose che ti piacciono; quelle che ti dispiacciono non ci saranno più. Ascolta l'Apostolo. Viene seminato un corpo animale, risorgerà un corpo spirituale; viene seminato un corpo spregevole, risorgerà un corpo glorioso; viene seminato un corpo fragile, risorgerà un corpo pieno di vigore lt 5.

Ascolta una descrizione ancor più completa. Bisogna che questo corpo corruttibile si rivesta di incorruttibilità e questo corpo mortale di immortalità 6. Tornerà quindi in Vita ciò che a te dona godimento, mentre ciò che ti dispiace scomparirà. Non essere dunque ingrato verso il tuo Redentore rifiutandoti di credere alle sue promesse. Fa' piuttosto quel che egli ti comanda per poter conseguire quel che ti promette. Al tuo Redentore tutto è possibile poiché è Dio. Se pertanto non ti garba che il tuo corpo risusciti, ti rincresca anche adesso del corpo che hai. E veramente, se questo corpo ti è d'incomodo, perché te ne prendi cura? perché lo proteggi? perché lo nutri? perché ne desideri l'incolumità? Ma non sarà vero, piuttosto, che ci sei attaccato? Ringrazia dunque e credi nella resurrezione.

Sì, i corpi risorgeranno perché Cristo è risuscitato. Risorti, non saranno soggetti ad alcun bisogno: proprio come Cristo, il quale dopo la resurrezione mangiò per mostrare il suo potere, non per bisogno. Dopo la resurrezione non ci sarà più la fame, per cui non staremo più a dire pieni di timore: Dacci oggi il nostro pane quotidiano 7, avendo sempre a disposizione il pane eterno. L'avremo sempre a portata di mano: non dovremo, per averlo, desiderare la pioggia né ci spaventerà il cielo privo di umidità. Nostro pane infatti sarà il Creatore del cielo. Né ci saranno più timori, stenti, dolori, e nemmeno corruttibilità, bisogno, fragilità, stanchezza, lentezza. Tutto questo non ci sarà più, anche se ci sarà il corpo. Questi mali infatti che esperimentiamo nel corpo ci son capitati a causa del peccato, non sono connaturali con la nostra condizione umana. In principio infatti, avendo l'uomo commesso il peccato, per colpa di quel primo nostro padre che lo commise abbiamo sortito una cattiva eredità; ma poi ci è sopraggiunta un'eredità nuova in grazia di colui che accettò di prendere su di sé l'eredità nostra promettendoci la sua eredità. A noi, gravati di colpa, toccava in eredità la morte; egli, che era esente da colpa, prese su di sé la nostra morte. Venne ucciso colui che non aveva debiti, e [morendo] cancellò il chirografo dei debiti. Concludendo, abbiate il cuore pieno di fede nella resurrezione. Non soltanto le cose che si predicano già realizzate in Cristo ma anche quelle che per l'unione con lui si realizzeranno in noi sono promesse ai cristiani.


NEI GIORNI DI PASQUA
SULLA RISURREZIONE DEL SIGNORE SECONDO GIOVANNI

L'apparizione di Gesù risorto a Maria.
1. 1.
Oggi si è cominciato a leggere il racconto della resurrezione del nostro Signor Gesù Cristo secondo l'evangelista Giovanni. È infatti cosa a voi nota e da me già ricordata che in questi giorni si legge quanto ci è stato tramandato dai quattro Evangelisti circa la resurrezione del Signore. Nel racconto che abbiamo adesso ascoltato normalmente ci stupiscono solo le parole dette dal Signore Gesù alla donna che cercava il suo corpo e che era ormai convinta che egli fosse vivo: Non toccarmi poiché non sono ancora asceso al Padre mio lt 1. A questo riguardo vi ho detto - e voi dovete ricordarlo - che non tutti gli Evangelisti raccontano tutto l'accaduto ma l'uno riferisce quel che gli altri hanno omesso. Non è tuttavia da immaginarsi che siano in discordia fra loro, se li si legge non con intenzioni litigiose ma con quel rispetto che li rende comprensibili. Ecco, ad esempio, quel che si legge presso l'evangelista Matteo. Dopo la resurrezione Gesù si fece incontro a due donne (e una di queste era Maria) e disse loro: Salute! Ed esse gli si avvicinarono e gli toccarono i piedi e lo adorarono lt 2. Eppure non era asceso al Padre! In che senso allora si dice a costei: Non mi toccare poiché non sono ancora asceso al Padre mio 3? Queste parole sembrerebbero indicare che Maria l'avrebbe potuto toccare dopo che fosse salito in cielo. Ma se uno non può toccarlo quando è in terra, chi fra i mortali potrà toccarlo assiso in cielo?

Cristo non si tocca con le mani ma con la fede.
2. 2.
Ebbene quel toccare rappresenta la fede. Tocca Cristo chi crede in Cristo. Così fu di quella donna che soffriva perdite di sangue. Diceva dentro di sé: Se toccherò il lembo del suo vestito sarò salva 4. Lo toccò con la fede e ottenne la guarigione che sperava. Ma c'è di più. Perché apprendessimo in che cosa veramente consista il toccare, ecco il Signore chiedere prontamente ai suoi discepoli: Chi mi ha toccato? I discepoli risposero: Le turbe ti fan ressa tutt'all'intorno e tu chiedi: Chi mi ha toccato? E lui: Qualcuno mi ha toccato lt 5, come per significare: la folla mi si accalca intorno ma la fede mi tocca. Ma torniamo alla nostra Maria alla quale il Signore disse: Non mi toccare poiché non sono ancora asceso al Padre mio 6. Dà l'impressione che essa raffiguri la Chiesa, che credette in Cristo dopo che egli se ne fu tornato al Padre. Ecco, voglio interrogarvi: Voi quando avete creduto? Voglio interrogare la Chiesa sparsa per tutto il mondo, la cui figura troviamo in quell'unica donna. All'unisono tutta la Chiesa mi risponde: Ho creduto dopo che Gesù è salito al Padre. E che vuol dire: Ho creduto in questo periodo, se non che in questo periodo l'ho toccato? Molte persone, di levatura solo carnale, hanno ritenuto che Cristo fosse soltanto un uomo, non hanno scoperto la divinità che in lui si celava. Non lo toccarono rettamente perché non ebbero retta fede. Vuoi toccarlo rettamente? Penetra con la mente in Cristo, scopri quella natura per la quale è coeterno al Padre: è così che lo tocchi. Se invece pensi che egli sia solo un uomo e nient'altro, per te Cristo non è ancora asceso al Padre.

Le funzioni dei vari organi nel corpo risuscitato.
3. 3.
Il Signore Gesù presentò ai sensi dell'uomo le fattezze del suo corpo per darci conferma della resurrezione della carne. Mostrandosi vivo e dotato di corpo dopo la sua resurrezione non volle insegnarci altro se non farci credere nella resurrezione dei morti. Pertanto, se tutte le cose dovranno essere ripristinate nello stato di integrità che avevano prima, da coloro che bramano sapere a fondo le cose si suol presentare (e la cosa vien proposta anche da coloro che provano gusto a suscitare contese) una questione difficile, quella cioè dell'uso delle membra. Dicono che il nostro corpo ha un insieme di membra e da tutti è risaputo quali siano le operazioni per le quali è necessario ogni membro. Chi non sa infatti, chi non vede che gli occhi servono per vedere, gli orecchi per udire, la lingua per parlare, le narici per odorare, i denti per mangiare, le mani per lavorare, i piedi per camminare, e quei membri che si è soliti chiamare vergogne per procreare? Ancora. Gli organi interni, che Dio ha disposto fossero nascosti perché non venissimo disgustati dalla loro vista, quegli organi che chiamiamo interiora o intestini, a che cosa servono lo sanno molti fra la gente comune e molto meglio i medici. Orbene, ci sono certuni che, basandosi su argomentazioni filosofiche, ci dicono: Se avremo gli orecchi che ci serviranno per udire, gli occhi per vedere, la lingua per parlare, per qual motivo dovremo avere i denti se lassù non si mangia, la gola, lo stomaco, i polmoni, gli intestini per dove passa il cibo e si cambia adeguandosi alle esigenze del nostro fisico? E ancora: quegli organi cosiddetti vergogne, perché dovremmo averli - dicono - se lassù non c'è né generazione né digestione?

Armonia fra le membra del corpo umano.
4. 4.
Cosa risponderemo? Risponderemo che, una volta risorti, non avremo più gli organi interni, come non ce l'hanno le statue? Quanto ai denti, la risposta è facile, poiché ci servono non solo per mangiare ma anche per parlare, in quanto battono contro la nostra lingua come il plettro sulle corde e ne fanno risuonare le sillabe. Quanto poi alle altre nostre membra, esse resteranno come ornamento, non per un qualche uso: avranno cioè solo funzione di abbellimento e non saranno richieste da alcun bisogno o necessità. O che forse per il fatto di non avere funzioni da assolvere diventeranno sconvenienti? È vero che adesso, se vediamo i nostri organi interni, proviamo un senso di ripulsa e non un trasporto affettivo; ma ciò dipende dal fatto che siamo degli incompetenti e non conosciamo le ragioni delle cose. Chi infatti conosce come le membra siano tra loro interdipendenti e secondo quali norme siano ordinate? A motivo di tutto questo si suole parlare - con un vocabolo preso dalla musica - di una armonia. Si parla così partendo dall'osservare una cetra, dove notiamo che le corde sono più o meno tirate. Se tutte le corde suonassero allo stesso modo non ci sarebbe alcuna melodia; ma, siccome le corde sono tirate in maniera diversa l'una dall'altra, ecco venir fuori note diverse, e queste note diverse fra loro, se le si unisce a regola d'arte, producono non una cosa bella per chi le vede ma una gustosa armonia in chi le ascolta. Ora, chi è in grado di comprendere la ragione secondo la quale sono disposte le membra dell'uomo rimane così stupito, così incantato, che una simile disposizione - in chi la comprende - la si preferisce ad ogni altra bellezza visibile. Ora non la conosciamo, ma lassù la conosceremo: non perché gli organi nascosti verranno scoperti ma perché, anche se coperti, non potranno rimanere celati.

In cielo ci si vedrà in maniera completa e assoluta.
5. 5.
Uno che volesse ribattere le mie affermazioni potrebbe dirmi: Se resteranno al coperto come potranno non essere celati? Non saranno celati i pensieri del cuore; e saranno celati gli organi del corpo? Miei fratelli, quei pensieri che ora solo a Dio è dato vedere, in quell'assemblea dei santi saranno visti da tutti. Nessuno vorrà che il proprio pensiero rimanga nascosto, perché lassù non ci sarà nessuno che pensi il male. Ne parla anche l'Apostolo dicendo: Non giudicate nulla prima del tempo; cioè: Non giudicate con faciloneria ciò che non sapete con quale intenzione sia stato fatto. Se vedi fare una cosa che potrebbe farsi anche con retta intenzione, non essere severo nel rimproverare, non andare oltre i limiti concessi all'essere umano. Dio solo può scrutare i cuori; l'uomo non deve giudicare se non ciò che è manifesto. Dice: Dunque non giudicate nulla prima del tempo, Che significa: Prima del tempo? Continuando dice: Finché non venga il Signore che illumini le tenebrosità nascoste. E cosa siano queste tenebrosità lo mostra all'evidenza con le parole che seguono: Illuminerà - dice - le tenebrosità nascoste. Che vuol dire? Ascolta come continua: E manifesterà i pensieri del cuore 7. Illuminare le tenebrosità nascoste è quindi lo stesso che manifestare i pensieri del cuore. Al presente dunque i nostri pensieri sono nella luce per noi, a ciascuno i suoi, in quanto ciascuno di noi li conosce; ma essi sono nelle tenebre per gli altri, poiché non riescono a vederli. Lassù, viceversa, il tuo pensiero come lo sai tu così lo sapranno anche gli altri. O che forse hai paura? Adesso ti piace che i tuoi pensieri restino occulti, e temi che siano resi pubblici. Può darsi infatti che pensi qualcosa di male o di disdicevole o di inutile. Lassù - quando ci sarai arrivato - non si penserà se non ciò che è buono, onesto, vero, puro, schietto. Come adesso ti piace che sia veduto il tuo volto, così lassù godrai che si veda la tua coscienza.

6. 5. Il nostro conoscerci infatti, o carissimi, il nostro conoscerci non si estenderà forse a tutti noi? O pensate forse che voi avrete conoscenza di me, per avermi già conosciuto, e non l'avrete di mio padre, che non avete conosciuto, o di qualcuno, non saprei, dei vescovi che ressero questa chiesa molti anni fa? Conoscerete tutti. Coloro che saranno lassù non si conosceranno perché potranno vedersi in faccia, ma il loro conoscersi a vicenda sarà basato su elementi conoscitivi molto più profondi. Tutti si vedranno con quella penetrazione che in terra è privilegio dei profeti, anzi in una maniera ancora più sublime. Essendo pieni di Dio si vedranno divinamente; né ci sarà qualcosa che offenda o che rimanga nascosta a chi conosce.

Alcune membra sono nell'uomo solo come abbellimento.
6. 6.
Lassù tutte le membra saranno perfette, e quelle stesse di cui quaggiù ci vergogniamo lassù non saranno oggetto di vergogna. Difatti non saremo nella preoccupazione di perdere la bellezza dell'integrità poiché non ci saranno le sconvenienze prodotte dalla libidine. Anzi, anche quaggiù, dove alla radice di tutte le nostre azioni c'è, per un qualche verso, la necessità (quella necessità che lassù non ci sarà più), tuttavia abbiamo trovato alcune componenti del corpo che Dio ha posto in esso non per qualche funzione concreta ma solo come ornamento.

7. 6. Più sopra vi elencavo rapidamente le diverse membra e ora vorrei ritornare su quel discorso in una maniera un po' più accurata. Abbiamo gli occhi per vedere, gli orecchi per udire, le narici per odorare, la bocca e la lingua per parlare, i denti per masticare, la gola per ingoiare, lo stomaco per ricevere e digerire il cibo, gli intestini per espellerlo fuori, e quegli organi chiamati le vergogne o per l'eliminazione o per la generazione. Le mani ci son date per lavorare, i piedi per camminare; ma la barba a cosa serve se non ad abbellire? Per qual motivo Dio ha messo nell'uomo la barba? Ne vedo la bellezza, non vado a cercare l'utilità. È ben noto il motivo per cui le donne abbiano le mammelle: evidentemente perché debbono allattare i figli, ma gli uomini per qual motivo le hanno? Chiediti a che cosa servano: non servono a niente. Cerca se non siano un elemento di bellezza: troverai che un petto fornito di mammelle sta bene anche nell'uomo. Togli dal petto dell'uomo le mammelle e ti accorgerai di quanta bellezza l'hai privato e di quanta deformità l'hai rivestito.

L'eterno Alleluia dei santi.

8. 7.
Pertanto, o carissimi, credete e convincetevi del fatto che molte membra lassù non serviranno a nulla, ma non ce ne sarà nessuna che sia priva di bellezza. Lassù non ci sarà nulla di sconvenevole: ci sarà somma pace, per cui nulla sarà discorde o deforme o tale che offenda la vista. E Dio sarà lodato in tutte le cose. Qualcosa del genere accade anche adesso. Pur essendo la carne debole e meschina la capacità che le membra esplicano nell'agire, tuttavia il corpo presenta una tale bellezza che attira potentemente i voluttuosi e sollecita le ricerche degli studiosi, veri o curiosi che siano. Se poi si riesce a trovare nel corpo una disposizione razionalmente ordinata, si riscontrerà che l'artefice di tale disposizione è lo stesso che ha ordinato i cieli: lo stesso che ha creato le cose più insignificanti ha creato anche quelle più eccelse. E questa lode di Dio quanto sarà più grande lassù, dove non ci sarà alcuna passione disordinata, nessuna corruzione, nessuna deformità o bruttura, nessuna molestia o necessità, ma un'eternità senza fine, la verità in tutta la sua bellezza, la felicità suprema?

9. 8. Mi chiederai: Che farò dunque? Non potrò usare le mie membra; e allora che farò? E ti sembrano azioni da nulla lo stare in posizione eretta, il vedere, l'amare, il lodare? Ecco, questi giorni santi che celebriamo dopo la resurrezione del Signore rappresentano la vita futura, quella che vivremo dopo la resurrezione. Come i giorni della quaresima, celebrati prima della Pasqua, hanno simboleggiato la vita stentata fra le tribolazioni della condizione mortale, così questi giorni di letizia simboleggiano la vita futura quando regneremo insieme col Signore. La vita raffigurata dalla quaresima, prima di Pasqua, è quella che viviamo adesso; la vita raffigurata dai cinquanta giorni che seguono la resurrezione del Signore non è quella che viviamo adesso ma quella che speriamo e, nella speranza, amiamo. Mentre la si ama, si loda Dio che ce l'ha promessa, e tali lodi costituiscono l'Alleluia. Cosa significa infatti Alleluia? È un vocabolo ebraico Alleluia, e significa " Lodate Dio ". Alleluia vuol dire: lodate, Ia vuol dire: Dio. Ogni volta che echeggia tra noi l'Alleluia, cioè: lodate Dio, ci sproniamo a lodare Dio. Con la concordia del cuore, che supera quella delle corde di una cetra, innalziamo lodi a Dio, cantiamo Alleluia. Terminato il canto, essendo deboli ci allontaniamo per rifocillare il corpo. Perché lo ristoriamo se non perché ci sentiamo venir meno? Ma c'è di peggio. È tale e tanta la fragilità della carne, tanti i fastidi che ci causa la vita presente, che tutte le cose, anche le più importanti, ci vengono a noia. Adesso che questi giorni stanno volgendo al termine, come abbiamo desiderato che tornassero da qui a un anno! e con quanta avidità siamo tornati a loro durante questo intervallo! Eppure, se ci si dicesse: Acclamate dicendo Alleluia senza interruzione, addurremmo delle scuse. Perché tali scuse? Perché per la stanchezza non potremmo perseverare, perché anche fare il bene ci darebbe fastidio e stancherebbe. Lassù, al contrario, non si viene mai meno, non ci si stanca mai. State dunque in piedi e lodate, voi che abitate nella casa del Signore, negli atri della casa del nostro Dio
8. Perché cercare quali saranno le tue occupazioni lassù? Dice: Beati coloro che abitano nella tua casa, Signore! Ti loderanno nei secoli dei secoli 9. (Sant'Agostino)



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