Pentecostali Le Origini eresie e inganni - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

Vai ai contenuti

Pentecostali Le Origini eresie e inganni

Gruppi eretici e dottrine
I Pentecostali
 
Le origini pentecostali
   
Il pentecostalismo rappresenta il maggiore movimento di risveglio nella storia del cristianesimo: in meno di un secolo dalla sua origine -anche se dalla corrente pentecostale-carismatica nel suo insieme si escludono i carismatici cattolici, che presentano indubbiamente caratteristiche specifiche e diverse- ha superato la cifra di quattrocento milioni di fedeli, più di un quinto dei cristiani presenti oggi nel mondo. Secondo la leggenda aurea – su cui torneremo- delle origini del movimento pentecostale, tutto inizia improvvisamente fra il 31 dicembre 1900 e il 1° gennaio 1901 quando un’allieva di una scuola biblica di Topeka, nel Kansas, comincia a “parlare in lingue”. In realtà pochi fenomeni religiosi cominciano all’improvviso. Anche per quanto riguarda la corrente pentecostale possiamo identificare quattro radici remote e due prossime che ne spiegano la nascita e, insieme, il rapido successo. Per quanto riguarda le radici remote, si tratta di quattro temi: il “battesimo dello Spirito Santo”, le guarigioni, il premillenarismo e l’oralità. Per quanto riguarda le radici prossime dovremo dare riferimento all’anti-denominazionalismo e all’interesse per il “dono delle lingue”, la glossolalia.

 
Per il battesimo dello Spirito Santo, l’antecedente immediato è il movimento holiness, con cui il pentecostalismo conserva un legame cruciale. La seconda radice consiste nell’interesse per le guarigioni e per altri segni della presenza dello Spirito Santo (profezie, estasi e così via, fino all’esperienza di essere letteralmente “gettati a terra” dallo Spirito -slain in the Spirit- che aveva già precedenti nel mondo metodista con influssi pietisti e giansenisti. Mentre il primo protestantesimo era rimasto piuttosto riservato nei suoi anni di formazione a proposito di questi fenomeni – considerandoli semmai caratteristici del mondo cattolico o della Riforma radicale-, fra il Settecento e l’Ottocento un rinnovato interesse per le guarigioni e i miracoli si manifesta nei grandi movimenti di risveglio, in ambiente presbiteriano con Charles Finney e perfino fra gli episcopaliani di tradizione anglicana. Benché nel movimento holiness le posizioni al proposito siano piuttosto diverse, l’interesse popolare per le guarigioni e i fenomeni estatici è molto forte. Particolarmente interessati alle guarigioni erano A.B. Simpson e John Alexander Dowie, un predicatore di origine scozzese che aveva passato molti anni in Australia e che riesce a fondare nel 1896 una denominazione, la Christian  Catholic Church, e nel 1901 addirittura una città -Zion City nell’Illinois- che giunge (prima di essere pressoché distrutta da vari conflitti e controversie interne) a radunare seimila fedeli intorno a una spiritualità incentrata sulla guarigione.
 
I fenomeni estatici giocano, da parte loro, un ruolo centrale in un’altra comunità -Shiloh, nel Maine- fondata nel 1895 da Frank Sandford (1862-1948), un pastore battista che aveva frequentato ambienti holiness e che aveva fatto celebrare il proprio matrimonio da A.B. Simpson. Più tardi Sandford avrebbe rivendicato per se stesso il ruolo profetico di “Elia il Restauratore”, creando notevoli controversie: ma la sua influenza sul pentecostalismo non deve essere sottovalutata.
 
 
La terza radice del pentecostalismo è costituita dal premillenarismo, cioè dalla teoria secondo cui Gesù Cristo verrà presto sulla Terra – nel mezzo di catastrofi apocalittiche, causate dalla malvagità degli uomini – per inaugurare un regno di mille anni precedente al Giudizio Universale. Dal punto di vista sociologico il premillenarismo era una dottrina pessimistica, popolare in periodi di crisi e fra le classi più povere.
 
 
La quarta radice remota del pentecostalismo – su cui insiste la storiografia più recente, dopo che per lungo tempo era stata trascurata – è costituita dalla religiosità afro-americana. I neri d’America avevano aderito a una grande varietà di denominazioni protestanti, e ne avevano create di proprie.
 
La loro spiritualità era caratterizzata soprattutto dall’oralità, cioè da modi espressivi che si affidavano alla predicazione, alle tradizioni orali, al canto, alla danza, al corpo più che alla parola scritta e alla teologia. Questa specifica radice del pentecostalismo non deve essere ignorata, se si considera la grande importanza di alcuni predicatori afro-americani nella prima generazione pentecostale.
 
Se per il mondo afro-americano dei primi decenni dell’Ottocento – dove era largamente presente l’analfabetismo – si può parlare di un residuo di oralità primaria, l’attenzione particolare a modi espressivi che prescindono dalla parola scritta spiega il successo del pentecostalismo nel mondo contemporaneo (dove radio e televisione confinano nuovamente lo scritto in una dimensione subordinata) e anche nei paesi del Terzo Mondo, dove l’oralità primaria è ancora diffusa.
 
Accanto a queste quattro radici remote – la dottrina del battesimo dello Spirito Santo, l’insistenza sulle guarigioni e sui miracoli, il premillenarismo e l’oralità di origine afro-americana – la corrente pentecostale ha pure due radici prossime.
 
La prima è l’anti-denominazionalismo, cioè la crescente consapevolezza – all’interno del terzo protestantesimo – che molte correnti protestanti precedenti erano nate per costituire qualche cosa di diverso dalle denominazioni, ma avevano finito per diventare esse stesse nuove denominazioni.
 
La seconda premessa immediata del pentecostalismo è l’interesse per la glossolalia, cioè per l’esperienza religiosa che consiste nell’emettere una serie di suoni o di parole che non corrispondono ad alcuna lingua conosciuta. Benché entrambi i fenomeni siano definiti “parlare in lingue” la glossolalia non va confusa con xenoglossia, che consiste nell’esprimersi correttamente in una delle lingue umane conosciute, che però sconosciuta a chi comincia a parlarla. Se qualcuno, senza mai avere studiato o appreso in altro modo il cinese, incomincia a parlare correttamente in cinese si è di fronte a un fenomeno di xenoglossia, fenomeno che – se genuino- non può che essere di origine preternaturale o miracolosa. Se invece ci si limita a esprimersi con parole e suoni che, messi insieme, non corrispondono ad alcuna lingua conosciuta, l’esperienza spirituale può essere – oltre che assai più comune – molto profonda, ma si tratta di glossolalia e non di xenoglossia. Non è certo esatto affermare – come è frequente in una certa mitologia sulle origini del pentecostalismo – che la glossolalia (inizialmente scambiata per xenoglossia) abbia improvvisamente fatto irruzione nel mondo protestante con le esperienze del 1901 a Topeka, nel Kansas. La glossolalia si era affacciata occasionalmente in revival di predicatori come Dwight L. Moody e aveva avuto un ruolo in determinate fasi storiche (non proseguite – è vero – fino al XX secolo) di movimenti profetici o restaurazionisti di origine cristiana come gli shakers, i mormoni o la chiesa cattolica apostolica (impropriamente detta “irvingita”). Tutti questi gruppi praticavano la glossolalia, quindi non è una novità spirituale introdotta dal pentecostalismo.
 
Le origini prossime del pentecostalismo si perdono quindi nella leggenda: risalgono a tre revival, inizialmente circoscritti ad aree geografiche determinate ma in seguito capaci di acquisire in pochi anni una risonanza internazionale tanto ampia da apparire miracolosa: gli episodi di Topeka, nel Kansas, nel 1901; di Azusa Street, a Los Angeles nel 1906; e del Galles tra il 1904 e il 1908.
 
Charles F. Parham (1873-1929) – un ex metodista che si colloca nella vasta “area libera” del movimento holiness – può essere considerato il padre del pentecostalismo, anche se questa qualifica non è rivendicata volentieri dai pentecostali contemporanei, a causa delle polemiche legate alla carriera successiva di Parham, che è accusato di immoralità e di razzismo.

 
Originario di Muscatine, nell’Iowa, Parham aveva iniziato – ma non completato – gli studi teologici in un seminario metodista ed era stato un pastore metodista di Eudora, nel Kansas, fino al 1895.
 
In quell’anno si convince della tesi di una parte del movimento holiness secondo cui occorre lottare contro le denominazioni e costituire comunità cristiane indipendenti, mantenendo solo tenui legami con altre comunità. Più tardi la famiglia di sua moglie, quacchera, lo converte ad alcune dottrine considerate eterodosse dal movimento holiness, fra cui il condizionalismo, o teoria dell’immortalità condizionata dell’anima “dorme” nella tomba insieme col corpo mentre alla seconda venuta di Cristo i buoni risorgeranno per la vita eterna mentre i cattivi saranno semplicemente “posti nel nulla” (una dottrina condivisa anche dagli avventi del Settimo Giorno e dai Testimoni di Geova).
 
Si rimane impressionati dalla sicurezza che mostrano molti fratelli separati nell’affermare e nell’assicurare che loro (e solo loro) sono nella verità, poi leggendo queste loro diversità dottrinali viene da pensare al modo migliore per aiutarli, pregando per la loro enorme cecità. Anche per gli avventisti l’inferno non esiste, e l’anima dorme assieme al corpo nella tomba, lo stesso vale per i Testimoni di Geova che derivano proprio dagli avventisti, ma quale spirito gli suggerisce queste eresie? Sicuramente non è lo Spirito Santo a guidarli!  “ndr”
 
L’interesse principale di Parham si situa peraltro sul versante delle guarigioni miracolose, a proposito delle quali nel 1900 inizia quella che diventerà una lunga e violenta controversia con John Alexander Dowie. Nello stesso anno Parham con un pugno di seguaci riuniti in un gruppo chiamato Apostolic Faith apre una scuola biblica a Topeka, la Betel  Bible School, con alcune caratteristiche riprese dalle esperienze di Frank Sandford a Shiloh, che Parham aveva visitato e da cui era rimasto notevolmente impressionato. All’interno della corrente holiness, Parham insegna il battesimo dello Spirito Santo come terza esperienza dopo la giustificazione e la santificazione.
 
Secondo Parham è necessario che i suoi studenti si preparino nella meditazione e nella preghiera, chiedendo incessantemente il battesimo dello Spirito Santo, che si mostrerà con segni inequivocabili.
 
Secondo una certa mitologia sulle origini pentecostali, la prima studentessa della Betel Bible School di Topeka a ricevere il “dono delle lingue” come prova del “battesimo dello Spirito Santo” – Agnes Ozman (1870-1937), che avrebbe iniziato a parlare in lingue nella prima notte di Capodanno del nuovo secolo, fra il 31 dicembre 1900 e il 1° gennaio 1901. Con un equivoco caratteristico dei primi anni del pentecostalismo, la glossolalia di Agnes Ozman è scambiata per xenoglossia, e Parham annuncia alla stampa che la sua allieva parla in un perfetto cinese. Quando in seguito altri allievi di Parham – che interpretano il loro dono delle lingue con xenoglossia – cercano di svolgere un’attività missionaria tra popolazioni asiatiche ed europee utilizzando le “lingue” che hanno miracolosamente ricevuto, l’equivoco è chiarito e nella sua grande maggioranza la corrente pentecostale riconosce le proprie esperienze come glossolalia e non come xenoglossia.
 
Nei suoi primi anni, la storia della Bethel Bible School dopo l’evento del 1901 non è la storia di un successo. Le polemiche portano anzi alla chiusura della Bethel Bible School (Agnes Ozman si trasferisce a Shiloh, dove rimane per qualche tempo, e il gruppo di Parham, la Apostolic Faith, diventa una piccola “banda” itinerante come molte altre che esistono all’interno del movimento holiness. I fenomeni di glossolalia occasionalmente si ripetono, ma il successo è modesto e confinato ad alcune comunità rurali del Kansas (fra cui Keelville, dove nel 1904 è costruita la prima cappella pentecostale), dell’Oklahoma e del Missouri.
 
Benché Parham non sia di idee particolarmente liberali in materia di segregazione razziale – e anzi utilizzi spesso toni francamente razzisti – permette al alcuni afro-americani di assistere alle sue lezioni bibliche a Houston, confidando che possano “portare il Vangelo a quelli del loro colore”.
 
Uno di questi afro-americani, il battista William J. Seymour (1870-1922) – che secondo la storia (e la leggenda) del primo pentecostalismo assiste alle lezioni di Parham a Houston, per non turbare le convenzioni sulla segregazione razziale, nascosto dietro una tenda -, è invitato da un suo amico a predicare a Los Angeles. Accetta, benché non abbia ricevuto ancora il “battesimo dello
Spirito Santo”, nonostante l’avviso contrario di Parham, che non perdonerà mai la disobbedienza del discepolo e più tardi ne descriverà le attività sul suo giornale (“Free Love”, Apostolic Faith, dicembre 1912, p.4) – con caratteristici accenti razzisti – come “negrismo” ed esempi
 
dell’ ”animalismo tipico dei negri”.
 
Ora la domanda è: come può lo Spirito Santo guidare un uomo al razzismo?
 
Il “dono delle lingue” del pastore Parham da quale spirito gli  fu donato?
 
Può il “dono delle lingue” rappresentare il carattere distintivo e la prova del vero cristiano?
 
No, fratelli, è la carità, il carattere distintivo del vero cristiano! (ndr)
 
Dopo la rottura con Seymour (un tentativo di riconciliazione nello stesso anno 1906 a Los Angeles fallisce), Parham dedica le sue energie alla conquista di Zion City. Nel corso di questa lotta gli avversari di Parham insistono sulle accuse di immoralità, che causano il declino del suo gruppo, la Apostolic Faith, che -con un ridotto numero di aderenti – esiste peraltro ancora oggi. A partire dagli anni 1910 – e fino alla sua morte, avvenuta nel 1929 – Parham rimane una figura minore nella storia del pentecostalismo, di cui era stato per molti versi l’iniziatore.
 
Seymour e Parham potevano essere in dissenso su molti argomenti, ma erano d’accordo sul fatto che il dono delle lingue costituisse la prova iniziale e infallibile del fatto che il fedele aveva ricevuto il battesimo dello Spirito Santo.
 
Contro questa dottrina si era invece andata organizzando la reazione di un’ampia parte del mondo holiness. Nel viaggio da Houston a Los Angeles, Seymour si ferma a Denver dove cerca di entrare in contatto con una denominazione holiness chiamata Pillar of Fire e guidata dalla celebre predicatrice Alma White (1867-1946). Contraria alla glossolalia, quest’ultima definisce Seymour “un fachiro e un vagabondo” (A. White, Demons and Tongues, Pillar of Fire Publication, Zarepath [New Jersey] 1919, pp68-69).
 
Anche a Los Angeles Seymour cerca senza successo di farsi accogliere come predicatore in varie cappelle del movimento holiness. Finalmente – dopo avere radunato i suoi sostenitori in una casa privata di Bonnie Brae Street – Seymour rimette in ordine una chiesa abbandonata al numero 312 di Azusa Street. Questo edificio – che oggi non esiste più – è considerato da molti come la “chiesa madre” del pentecostalismo. Già prima di trasferirsi in Azusa Street, Seymour e diversi suoi seguaci avevano finalmente sperimentato la glossolalia. Si tratta di una novità per Los Angeles, che è notata dalla stampa locale. Il Los Angeles Times in un articolo del 18 aprile 1906 che diventerà famoso parla di “una nuova setta di fanatici” e di una selvaggia Babele di lingue”. La reazione della stampa tende a mettere in ridicolo la glossolalia, e Parham -venuto a ispezionare Azusa Street di persona- definisce i fenomeni non glossolalia autentica (e tanto meno xenoglossia, come anche Seymour credeva), ma “rumori inarticolati tipici dei negri del Sud” (Editorial, Apostolic Faith, ottobre 1912, p.6).  Vedete fratelli come il pastore Parham definisce gli uomini di colore? Questo è forse amore per il prossimo e carità? (ndr)
 
Ma i pentecostali non sarebbero i veri cristiani in contrapposizione alla Chiesa cattolica?
 
Questi sentimenti razzisti da dove vengono?
 
Nei giudizi del pastore Parham si legge molto astio nei confronti del suo ex discepolo Seymour, e ancora una volta da un suo parere sul suo giornale, come se il suo famoso giudizio errato sul “perfetto cinese” parlato da Agnes Ozman non l’avesse nemmeno sfiorato, anzi da “esperto” di glossolalia va addirittura ad ispezionare le chiese altrui, per declassarne la spiritualità.
 
Evidentemente il pastore Parham si riteneva talmente ispirato e guidato che non barcollava davanti ai suoi evidenti errori di interpretazione, anzi si sentiva un vero ed autorevole pastore, in grado di esprimere giudizi su questo e su quello.
 
Nonostante questo – e, per la verità, più lentamente di quanto certe visioni romantiche delle origini pentecostali lascino intendere- migliaia di persone da tutti gli Stati Uniti e il Canada (alcuni perfino dall’Europa) prendono la strada di Azusa Street per vedere di persona che cosa succede. E’ ad Azusa Street che la glossolalia come prova iniziale del battesimo dello Spirito Santo si fonde con l’oralità tipica della cultura afro-americana, con disgusto di Parham ma con risultati che ad altri appaiono affascinanti.
 
La predicazione insiste sui temi del premillenarismo, e il fatto che poco dopo l’inizio delle attività di Seymour ad Azusa Street la  California sia scossa dal terremoto di San Francisco sembra a molti un segno che i tempi apocalittici sono davvero cominciati. Secondo alcuni storici il premillenarismo e l’annuncio dell’imminente fine del mondo sono, in questi anni, perfino più importanti della glossolalia nella predicazione del pentecostalismo nascente. Queste caratteristiche di premillenarismo le riscontravo in maniera velata anche nella comunità pentecostale che frequentai intorno all’anno 2000 (ndr).
 
Negli anni che vanno da l906 al 1909 frequentano Azusa Street quasi tutti i leader delle denominazioni holiness che il terzo protestantesimo istituzionalizzandosi, aveva prodotto, e molti predicatori holiness indipendenti che rifiutano di aderire alle denominazioni.
 
In seguito a questo lungo pellegrinaggio verso Azusa Street il movimento holiness si spacca.
 
Alcune denominazioni holiness come la Pentecostal Holiness Church, la Church of God con sede a Cleveland (Tennessee) la Church Mason con un seguito di migliaia di fedeli fra gli afro-americani, dopo l’esperienza di Azusa Street passano senz’altro al pentecostalismo, trasformandosi in denominazioni pentecostali (non senza subire scismi da parte di minoranze che rifiutano la glossolalia). Altri gruppi del terzo protestantesimo come la Chiesa del Nazareno, l’Esercito della Salvezza e la Chiesa di Dio con sede ad Anderson, nell’Indiana, (da non confondersi con quella dello stesso nome con sede a Cleveland, nel Tennessee) rifiutano invece la glossolalia, quando non la considerano – come Alma White – semplicemente opera del Diavolo.
 
Anche figure indipendenti dalle denominazioni – ma autorevoli all’interno del terzo protestantesimo – come Frank Bartleman (1871-1936) tornano entusiasti da Azusa Street. Tra gli europei che visitano la cappella di Seymour un norvegese di origine inglese, Thomas Ball Barratt (1862-1940), svolge un ruolo decisivo per la diffusione del pentecostalismo in tutta Europa, dove la corrente pentecostale ha tuttavia anche radici diverse che vengono dal Galles. Seymour, dal canto suo, non è in grado di gestire il fenomeno, cresciuto oltre ogni possibile previsione, cui aveva dato inizio.
 
La sua leadership declina e rimane confinata a una piccola comunità afro-americana, a Azusa Street conosce un rapido tramonto. Negli anni 1910 ci sono già negli Stati Uniti e in Canada diverse decine di migliaia di pentecostali, che non riconoscono come leader né Parham né Seymour.
 
Come ha notato una delle migliori specialiste delle origini pentecostali, Edith L. Blumhofer, quello che si forma nel primi decenni del XX secolo e che costituisce il pentecostalismo degli anni 1910 non è un insieme di denominazioni ma (ancora una volta) un network. I partecipanti al network sono uniti dalla glossolalia e da un premillenarismo che attende la fine del mondo come imminente, ma divergono su un gran numero di altri punti. Ciascun gruppo locale o “banda” ha le sue dottrine distintive. I temi teologici sono i più vari, da uno stretto fondamentalismo (proclamato nonostante i fondamentalisti condannino la glossolalia come diabolica) a teorie diffuse piuttosto nella corrente avventista o nei movimenti profetico-messianici come il condizionalismo o l’anglo-israelismo (la dottrina secondo cui i popoli anglo-sassoni sono si origine ebraica e costituiscono gli eredi legittimi del regno i Israele), entrambi predicati da Parham.
 
La corrente pentecostale-carismatica è solitamente distinta in tre ondate che, dal punto di vista sociologico, ripercorrono a loro modo la storia del protestantesimo. Ciascuna ondata nasce come network che protesta contro le denominazioni e il denominazionalismo, e dichiara in termini enfatici di non volere creare alcuna nuova denominazione. Lo stesso successo della corrente pentecostale-carismatica rende tuttavia inevitabile la nascita di denominazioni – che tipicamente, si presentano come “qualche cosa di diverso” dalle denominazioni protestanti tradizionali – che, nel corso dei decenni, abbandonano le caratteristiche tipiche di movimenti di protesta e si riavvicinano al mondo protestante classico.
 
In seguito – come è fatale che sia, sulla base di processi sociologici ben noti- dal primo pentecostalismo nascono grandi denominazioni, come le Assemblee di Dio, le diverse Chiese apostoliche (che derivano dal risveglio del Galles), la Chiesa del Vangelo Quadrangolare, e altre.
 
I processi di istituzionalizzazione portano alla nascita di quattro famiglie diverse di denominazioni della prima corrente pentecostale: una “wesleyana”, una “battista”, una “apostolica” e una oneness. Da questi gruppi ne sono derivati moltissimi altri, uno dei più particolari è rappresentato dalla “chiese dei segni” nata nel 1909 a Grasshopper, nel Tennessee, e che ha avuto come principale leader George Went Hensly (1880-1955). Interpretando letteralmente Marco 16,17-18, le “chiese dei segni” invitano i fedeli a dimostrare di essere ripieni di Spirito Santo tenendo in mano serpenti velenosi, mettendo letteralmente le mani nel fuoco o bevendo veleni (particolarmente stricnina). Molti leader delle “chiese dei segni” – contro cui esistono specifiche leggi in diversi stati degli Stati Uniti – hanno dimostrato la loro fede morendo nel corso dei loro servizi religiosi.
 
E’ anche vero – e costituisce un problema di non facile spiegazione per i medici- che prima di cadere vittima di questo genere di “incidenti” i fedeli delle chiese dei segni riescono spesso a sopravvivere, anche per decenni, sottoponendosi a prove che dovrebbero in teoria essere regolarmente fatali. Il demonio è capace anche di questo (ndr).
 
 
(Ricordo che questi brani che citano la storia di alcuni movimenti protestanti, e i successivi sono presi totalmente dall’Enciclopedia delle religioni ed. Elledici, a cura di Massimo Introvigne)
 
 
 
Le origini del pentecostalismo italiano
 
Negli anni 1890 la  Chiesa presbiteriana italiana di Chicago, fondata nel 1892, è retta dal pastore Filippo Grill (1874-1939), di Prali, che in Italia era stato discepolo di Paolo Geymonat (1827-1907), uno dei protagonisti del movimento di risveglio nella chiesa Valdese. Uno dei primi convertiti è il mosaicista Luigi Francescon (1866-1964). Lo spirito di indipendenza di alcuni convertiti si adatta male alla disciplina valdese: nel 1903 Giuseppe P. Beretta (1853-1923), con altri, lascia il pastore Grill e costituisce la  Assemblea Cristiana. Sia Francescon sia Beretta nutrono dubbi sul battesimo dei bambini, praticato dai valdesi, e si fanno ribattezzare. Tra i due sorgono però contrasti a proposito del rigore con cui osservare il riposo domenicale: Francescon, sostenitore di una posizione più rigida, si allontana così con alcuni amici dalla Assemblea Cristiana di Beretta.
 
Nel 1907 Francescon conosce Durham, e sperimenta il battesimo dello Spirito Santo con il segno delle lingue (distinto dal dono, ovvero dal carisma delle lingue), seguito da Pietro Ottolini (1870-1962) e dalla moglie di questo, Emma Pacini Ottolini (1877-1947). Beretta aveva già avuto un’esperienza di glossolalia nel 1898, mentre frequentava una chiesa metodista libera, ma non ne aveva identificato il carattere “pentecostale”. Lo fa dopo l’esperienza di Francescon, e il 15 settembre 1907 l’Assemblea Cristiana di Chicago diventa la prima Chiesa pentecostale italiana, con culti presieduti da Ottolini, mentre Francescon si occupa della predicazione.
 
A New York entra in contatto con il movimento pentecostale anche l’avvocato e già pastore battista (abbandonata l’originaria fede cattolica) Giuseppe Petrelli (1876-1957) – nato in provincia di Potenza e morto a Belleville (New Jersey, USA)- ,che avrà un ruolo importante nell’elaborazione teologica del pentecostalismo indipendente italiano, oltre che in Argentina (dove soggiorna fra il 1920 e il 1921), in Canada e negli Stati Uniti.
 
Il nucleo italo-americano è anche alle origini di missioni in Brasile e in Argentina, che avranno uno straordinario successo, e inizia fin da subito a pensare all’Italia, dove – almeno secondo riferimenti storici legati più a ricordi dei protagonisti, che a documenti storici certi - nel  mese di novembre 1908 – dopo una breve visita a Gazzeri ai suoi parenti in Liguria – giunge per una prima missione Lombardi. Quest’ultimo tiene i primi culti pentecostali in Italia, nel 1908, a Roma e a La Spezia (con l’aiuto dei parenti di Gazzeri). A Roma si converte l’avvocato evangelico torinese Mauro Paretti (1844-1926), con la moglie Angela Gariglio Paretti (1876-1968); il suo studio legale in Salita del Grillo sarà fino al 1919 la sede del culto pentecostale nella capitale.
 
Nel 1910 si trasferisce in Italia per un soggiorno di quasi cinque anni Ottolini, e nel giro di quattro anni sono fondate una decina di chiese.”
 
Mi rendo conto che continuare a raccontare le origini dei pentecostali è piuttosto pesante da leggere, e penso che possa bastare quello che ho raccontato traendolo dalla Enciclopedia delle religioni di Massimo Introvigne, ed. Elledici.
 
E’ più importante piuttosto descrivere la dottrina dei pentecostali, ma abbiamo visto che non si può parlare di dottrina unica, perché né esistono molteplici e assai diverse tra loro. Teniamo presente che in tutte le dottrine pentecostali viene tenuto in alta e primaria considerazione proprio il dono delle lingue, una sorta di cartina tornasole del vero cristiano. Inizio dunque col rimarcare come il dono delle lingue spesso è frutto di fantasia e estasi personale, ecco cosa racconta la moglie del pastore Parham circa il primo evento di glossolalia:
 
“Alle sette di sera del 1 gennaio 1901, la Signorina Agnes Ozman esperimentò il "tocco sentito intorno al mondo (the touch felt round the world)." Sig. Parham ricordò: Ho posato le mie mani su di lei e ho pregato. Appena ripetute alcune frasi, una gloria cadde su lei. Un'aureola sembrò circondare la sua testa e essa cominciò a parlare in cinese (???), divenendo incapace di parlare in inglese per tre giorni. Quando tentò di scrivere in inglese, per raccontarci la sua esperienza, poteva scrivere solo in cinese. Abbiamo ancora copie di questi scritti nei giornali stampati in quel tempo.
 
(Sara Parham, La vita di Charles F. Parham)
 
Agnes Ozman si sedette alla scrivania per scrivere alcune lettere che dovevano essere spedite in mattinata. Poco dopo volendo scrivere di nuovo le sue mani si rifiutarono di scrivere in inglese. Inconsapevolmente scrisse dei caratteri di qualche lingua che lei non conosceva.
 
(Topeka State Journal del 9 gennaio 1901).
 
Alcuni pretesi scritti ispirati della Sig.na Ozman furono consegnati a un cinese che abitava a Topeka per vedere se egli potesse tradurli. Egli alzò le mani e disse: Io non capisco portateli a un giapponese (Calvary Review Nov. 4, 74, pag. 3). Lascio al lettore la valutazione di tale avvenimento.”
 
“Come abbiamo visto, il movimento Pentecostale fu portato in Europa per mezzo d'un predicatore metodista norvegese, di nome Barratt.
Egli era andato a Los Angeles per studiare il nuovo movimento religioso e ne era stato vinto.”
 
Da questo impariamo che è pericoloso pretendere di poter provare un movimento spirituale, se Dio non ci dà l'incarico e la divina legittimazione per farlo.
 
È vero che all'inizio di questo movimento perfino diversi servi maturi di Dio, con molta esperienza, furono ingannati.
 
Barratt racconta che pregò per 39 giorni per ricevere il dono delle lingue.
Alla fine, dopo aver perseverato nella preghiera per 12 ore, sentì muovere i nervi del collo.
Poi gli furono imposte le mani. Finalmente, in mezzo ai negri in estasi, riuscì a parlare in lingue.
 
Che differenza fra la preparazione dei primi discepoli per la Pentecoste e questa di Barratt!”
 
 
“Barratt tornò nella Norvegia poco prima del Natale 1906 e cominciò le sue adunanze.
Esse somigliavano a quelle di Los Angeles. Per conseguenza anche in Norvegia si manifestò la più sfrenata estasi. I "Battezzati dello Spirito" cadevano a terra. Qualche volta il pavimento della sala era coperto di persone stese.
 
Emil Meier, il dirigente della "Strandmission" ad Amburgo in quei giorni fece una visita a Barratt e fu pure dominato dallo spirito di quel movimento, specialmente per l'influenza di due donne che parlavano in lingue, Dagmar Gregersen e Agnes Telle. Egli le condusse ad Amburgo. I loro messaggi e i loro canti in lingue affascinavano quasi tutti gli ascoltatori. Per un po' di tempo, perfino dei conduttori maturi si trovarono in balia d'esse. Uno di loro disse: "Gli angeli nel cielo non possono cantare meglio di queste donne norvegesi che cantano in lingue".
 
Il predicatore Elias Schrenk disse invece in occasione d'una conferenza dei fratelli, che ebbe luogo a Barmen, di non esser convinto che il Signore mandasse due signorine in Germania per portare un movimento spirituale. Questo non corrisponderebbe al Suo modo di fare.
Ma, molti si lasciavano ammaliare e sedurre dal servizio delle due Norvegesi; fra essi ci fu anche il predicatore Heinrich Dallmeyer, anche se prima era sempre stato molto sobrio. Per mezzo di lui le due donne, che parlavano in lingue, andarono a Kassel (città tedesca).
Là il movimento s'ingrandì molto e si estese in tutta la Germania. Nelle adunanze in poco tempo si manifestarono veri tumulti. Si mescolarono inni, confessioni, predicazioni di ravvedimento a balbettii inarticolati, grida, gemiti, sospiri, pianti, nitriti e battiti di mani. Si vedevano visi contorti, gesti di furiosi, persone semi svenute che cadevano a terra a ritroso e che poi battevano l'aria. Qualcuno balzò in piedi e cominciò a mandare grida incomprensibili, qualificate dal dirigente come emanazioni di una visione soprannaturale.
 
La cosiddetta "profezia" portava, come sembrava, dei messaggi divini per mezzo di profetesse (medium ?).
Alla fine il messaggio dominante era questo: "Verrà una Pentecoste, una Pentecoste potente".
Quasi tutti i messaggi furono detti in lingue.
 
Spesso erano inarticolati e furono poi tradotti da "profeti battezzati dallo Spirito Santo". Molti messaggi furono pronunciati nella forma della prima persona di Dio: "Io, il Signore, voglio glorificarmi. Io vado avanti; seguitemi nel mio corteo trionfale".
Ma c'erano anche messaggi ben diversi, dei quali ancora parleremo.
Si aspettava una "nuova Pentecoste", ma essa non venne, malgrado le preghiere, i digiuni e le lunghe adunanze che duravano fino a mezzanotte.
 
Profeti e profetesse dicevano sempre di nuovo che nell'assemblea c'erano degli ostacoli, cioè delle persone che impedivano la venuta dello Spirito Santo. In nuovi messaggi fu comandato a diverse persone di uscire e di confessare i loro peccati. Non era raro che si sentissero delle grida rabbiose e continue: "Fuori! Fuori! Fuori!" Se le persone designate non uscivano lo spirito raccontava pubblicamente le loro mancanze, infedeltà, immoralità, menzogne ecc.
Però la "nuova Pentecoste" non venne.
 
Elias Schrenk avvertì i fratelli a Kassel dicendo: "Uno spirito maligno s'è introdotto. Sciogliete le adunanze! Lavorate in silenzio!"
Però i dirigenti non erano più in grado di dirigere le adunanze. La direzione ormai era nelle mani dello spirito ingannatore.
Egli aveva ordinato ai fratelli di mettere la loro intelligenza da parte. Lo Spirito Santo non dice mai una tale cosa nella Sacra Scrittura.
 
In messaggi sempre più tumultuosi lo "Spirito delle lingue" ordinava per mezzo delle "profetesse": "Continuate! Continuate!"
Alla fine il tumulto a Kassel era tanto grande che la polizia dovette intervenire e ammonire i fratelli dirigenti di sciogliere le adunanze, altrimenti essi le avrebbero sciolte con la forza.
 
L'ultimo messaggio in lingue era questo: "Come la plebe perseguita Me, perseguiterà anche voi. Ma io faccio un corteo trionfale. Voi Mi seguirete. Finora c'erano soltanto delle scintille, ma ci sarà il fuoco". Una grande vergogna cadde invece sull'opera del Signore e il Suo nome fu disonorato.
Finalmente si aprirono gli occhi ai due evangelisti August e Heinrich Dallmeyer.
Il primo pubblicò un opuscolo intitolato "Satana fra i santi".
Il secondo scrisse un buon libro col titolo "Il cosiddetto Movimento Pentecostale alla luce della Sacra Scrittura".
Ambedue i fratelli dichiaravano: "Lo spirito che opera nel Movimento Pentecostale è uno spirito d'errore e di menzogna".
Ma il "fuoco straniero" s'era già esteso e aveva acceso molti altri focolai.
Il periodico "Filadelfia", edito dal direttore Dietrich, contiene nel suo terzo numero dell'anno 1912 le seguenti parole: "In tali adunanze si ballava, mentre l'organo suonava delle melodie da ballo. C'erano cose pazzesche fino verso mezzanotte. C'erano gemiti, nitriti, salti, per cui la casa tremava, si gridava, si battevano pugni sul tavolo. C'erano grida al modo dei Tirolesi. Tutto questo unito a messaggi strani, al parlare e cantare in lingue".
 
(tratto dal sito http://geocities/diotrefe)
 
 
Sicuramente non bisogna eccedere nel giudicare negativamente i pentecostali come fanno i fratelli dei sito sopra citato, perché tra di essi troviamo tanta brava gente, che in buona fede ama Cristo, e crede di essere nella verità, ma è cosa buona conoscere la vera dottrina cristiana che, sicuramente non è quella pentecostale.
 
Fino a quando si limitano ad amare Gesù, sono nella verità, ma eccedendo nel dire che i veri cristiani sono solo loro, e come prova portano il dono delle lingue, escono fuori dalla sana dottrina cristiana, perché come già detto e provato lo Spirito Santo si riceve con battesimo e con il dono della Fede. Quindi molti pentecostali peccano nel giudicare altri credenti come “non cristiani” in quanto non aventi il dono delle lingue. Le verità bibliche non si dimostrano col dono delle lingue, ma con l’esegesi biblica accompagnata dalla preghiera, e soprattutto mettendo da parte i paraocchi.
 
I farisei si ritenevano i soli giusti davanti al Signore, lo stesso si può dire dei pentecostali.
 
Malgrado che enfatizzino l'unità, non sono uniti. Vi sono centinaia di gruppi diversi che si distinguono in parte molto per: conoscenze speciali, rivelazioni, insegnamenti e pratiche particolari e spesso si combattono reciprocamente. Per esempio, c'è un grande ramo che rinnega la trinità di Dio.
 
•    Sui seguenti punti, caratteristici di tali chiese, però, essi sono abbastanza d'accordo:
 
 
     
  1. Il      "battesimo dello Spirito" come "seconda esperienza"      dopo la conversione.
  2.  
  3. Il      "parlare in lingue" come riconoscimento del "battesimo      dello Spirito", come dono particolare per l'edificazione di se stessi      e come sorgente di forza per il servizio.
  4.  
  5. L'enfasi      sulla "guarigione dei malati" come elemento "inclusivo      nella salvezza". Viene insegnato che il Signore non è morto solo per i      peccati alla croce, ma che ha preso anche le nostre malattie e perciò ogni      credente può reclamare la salute per "fede" o ha il diritto alla      salute.  se un malato si ammala significa che non ha fede, ha peccato, dei demoni      hanno causato questa malattia. (Su questo punto vi sono numerose      interpretazioni e pratiche diverse che non sono condivise da tutti i      pentecostali.)
 
 
     
  1. Apertura      a visioni ecc. come sorgente di rivelazioni al di fuori della Bibbia. L'azione      dello "Spirito Santo", nelle chiese pentecostali, è percepita      spesso in modo fisico e visibile. Perciò fin dall'inizio del movimento pentecostale succedono sempre      manifestazioni con persone che:
 
 
·        cadono all'indietro ("riposare nello Spirito")
 
·        cominciano a tremare
 
·        esperimentano correnti di calore nel loro corpo
 
·        cominciano a parlare e cantare in "lingue" sconosciute
 
·        hanno allucinazioni visive e uditive
 
·        esperimentano "apparizioni d'angeli e di Gesù"
 
·        cominciano a profetizzare, ecc.
 
 
Per circa 60 anni i pentecostali hanno avuto contatti sporadici o nulli con le altre chiese evangeliche che avevano preso chiaramente le distanze da tali insegnamenti e da tali pratiche, per cui i fenomeni sopra indicati, in passato, sono stati esercitati quasi esclusivamente nell'ambito delle loro chiese.
 
Dobbiamo menzionare positivamente che le chiese pentecostali sono conosciute in molti Paesi a motivo del loro grande zelo evangelistico e perché hanno accolto in modo particolare i gruppi emarginati, gli asociali, i tossicodipendenti, gli alcolizzati ecc.
 
Anche se si può essere di diverso parere sui metodi di evangelizzazione e sulle loro dottrine, si deve riconoscere che tante persone sono venute alla vera fede attraverso la loro opera di evangelizzazione (vedi David Wilkerson ecc.).
 
Inoltre essi confessano l'infallibilità delle Sacre Scritture e che hanno rifiutato, per molti decenni, la chiesa cattolica romana e l'ecumenismo. Il loro atteggiamento, però, è cambiato con l'inizio del movimento carismatico...
 
Un famoso gruppo di carismatici (il "movimento di fede") ha detto che Gesù è morto alla croce non solo per i nostri peccati e le nostre malattie, ma anche per la nostra povertà. Ogni cristiano ha diritto alla ricchezza ed al benessere. Così si predica il cosiddetto "evangelo del benessere". I più noti predicatori di quest'insegnamento assolutamente non biblico sono Kenneth Hagin, Kenneth Copeland, Benny Hinn.
 
Secondo la loro interpretazione un credente "ripieno dello Spirito Santo" si riconosce dai seguenti segni:
 
 
• salute fisica
 
• bellezza esteriore
 
• benessere finanziario
 
• successo negli affari
 
• successo sportivo
 
• longevità ecc.
 
 
Macchine costose, vestiti lussuosi, gioielleria e trucco, ville sontuose, ecc. devono evidenziare che la "benedizione di Abrahamo" si è trasferita sui cristiani.   La "Benedizione" è intesa nel senso dell'AT, cioè materialmente, il che è in contrasto con le "benedizioni spirituali", che ci vengono presentate nella lettera agli Efesini e ai Colossesi. Un'altra conseguenza pratica è che lo sguardo è rivolto sempre più a questa terra e non al cielo e al ritorno del nostro Signore.
 
Rappresentanti del cosiddetto "movimento di fede" (K. Hagin ecc.) propagano, inoltre, l'insegnamento blasfemo della "morte spirituale nell'inferno", dove è avvenuta effettivamente la sostituzione, quando Gesù è stato trascinato dai demoni nell'inferno, ed è diventato un essere demoniaco, ha accettato la natura di Satana e ci ha riscattati da Satana, affinché ricevessimo una natura divina. Quest'eresia (chiamata anche "insegnamento di identificazione"), basata su 2 Co 5:21, è però chiaramente rifiutata da alcuni famosi carismatici.
 
A differenza dei pentecostali, anche i teologi liberali, che non credono nell'ispirazione letterale, possono collaborare isolatamente con il movimento carismatico.
 
I carismatici - come anche i pentecostali - contano su un grande risveglio prima del ritorno di Gesù, secondo Gioele 2,28 "E, dopo di questo avverrà che io spanderò il mio spirito sopra ogni carne." Essi sono convinti che il risveglio può avvenire solo quando i cristiani sono uniti e quando sarà stato tolto il muro di separazione fra le denominazioni. Perciò citano molto spesso i versetti di Giov. 17:11 e 20 e ne fanno uso in tanti cantici.  Il grande obiettivo del movimento carismatico è: "Unità ad ogni costo" e per raggiungerlo, il movimento carismatico ha creato il seguente slogan, tipico per loro: "I dogmi separano - l'amore unisce!"
 
Negli insegnamenti e dogmi delle varie chiese essi vedono soltanto ragioni per i contrasti d'opinione e i disaccordi, pertanto, non danno importanza all'interpretazione e allo studio della Bibbia, ma all'esperienza, al sentimento e all'atmosfera.
 
Perciò lo stimolo psichico è un elemento importante all'interno delle loro chiese e durante le conferenze. Si da molta importanza: alla musica e al canto, al ballo e al contatto fisico. all'entusiasmo, agli applausi, all'esultanza, a sventolare la bandiera ecc.
 
Nel movimento carismatico vi sono molti musicisti di talento, le "guide di adorazione" vengono istruite e si aiuta a progredire ogni tipo di creatività.
 
Esse, a prima vista, trasmettono calore, entusiasmo, consacrazione, gioia e spontaneità, per cui costituiscono un grande polo di attrazione per i giovani credenti che non hanno ancora discernimento e provengono spesso da chiese che sono caratterizzate da tradizione, indolenza, noia e freddezza. Tale movimento costituisce anche una sfida per le chiese dei fratelli che hanno perso molti giovani fratelli e sorelle che si sono associati ad esso, specialmente in Europa occidentale e negli Stati Uniti d'America.
 
Le opere missionarie note in campo internazionale, che hanno molto sostenuto e fatto conoscere il movimento carismatico sono:
 
 
·        "Gioventù in missione" (cantici, musica, ballo, pantomima ecc.)
 
·        "Campus per Cristo"
 
·        "AD 2000"
 
 
Altre opere missionarie evangeliche che collaborano attivamente con i carismatici sono:
 
 
·        "Operazione Mobilitazione" (George Verwer)
 
·        "Alleanza evangelica mondiale"
 
·        "L'organizzazione di Billy Graham"
 
·        "II Movimento di Losanna"
 
·        "WillowCreek" ecc.
 
 
c) Power Evangelism (Evangelizzazione di potenza)
 
I padri di questo movimento sono C. Peter Wagner e John Wimber. C.P. Wagner era un missionario evangelico in Bolivia, che una volta si definì un "dispensazionalista" e "anticarismatico". Successivamente si è interessato alla crescita delle chiese pentecostali, ha scritto qualche libro ed è diventato professore al seminario teologico Fuller, dove ha tenuto corsi su "segni e miracoli", ecc. Egli passa per pensatore precursore della "terza ondata".
 
Prima della sua conversione John Wimber era un musicista rock; poi, convertitosi tramite i quaccheri, ha conosciuto C.P. Wagner, e presto è stato in grado di mostrare "segni e miracoli" attraverso capacità soprannaturali. E' stato il praticante della "terza ondata" fino alla sua morte. Ha istruito ovunque circa 500.000 pastori e collaboratori in conferenze ed ha fondato "l'Associazione Cristiana della Vigna" (Vineyard Christian Fellowship).
 
Con "Power Evangelism" s'intende che anche ai giorni nostri ogni predicazione del Vangelo deve essere accompagnata da segni e miracoli come ai tempi di Gesù e degli apostoli.
 
Wagner e Wimber affermano:
 
"I segni ed i miracoli sono i biglietti da visita per il regno di Dio"   
 
"Raramente si è riuscito a far crescere la chiesa solo con la predicazione."
 
Si crede che, attraverso i segni ed i miracoli, i pregiudizi dei non credenti saranno superati e tanti giungeranno alla fede.
 
Si crede e insegna che tutti i miracoli di Gesù e degli apostoli sono possibili anche ai giorni nostri e che noi siamo i testimoni del più grande risveglio nella storia della chiesa nella quale accadono miracoli ancora più grandi di quelli riportati negli Atti degli apostoli. Si parla di apostoli, che vengono istituiti nel nostro tempo ("il servizio quintuplo" secondo Efesini 4) e che con l'autorità apostolica fanno miracoli.

I testi sono liberamente e gratuitamente condivisibili ma non manipolabili
Informativa sulla privacy leggila cliccando qui
Torna ai contenuti