Bibbia Testimoni di Geova manipolata eresie alterazioni
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La Traduzione del Nuovo Mondo cioè la Bibbia usata dai testimoni di Geova è manipolata in alcuni punti chiave per avallare le lore eresie.
Elenco delle 13 Bibbie usate per il confronto e rispettive sigle
1) La Sacra Bibbia, Edizione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana, edita a cura della Unione Editori
Cattolici Italiani, 1974, CEI.
2) La Sacra Bibbia, tradotta dai testi originali con note, a cura del Pontificio Istituto Biblico di Roma, Salani
Editore, 1962, BIB.
3) La Bibbia Concordata, tradotta dai testi originali ecc., Arnoldo Mondadori Editore, III Edizione 1969 - BC.
4) La Sainte Bibie, traduite en frangais sous la direction de l'Acole Biblique de Jérusalem, Les Pditions du Cerf,
Paris, 1974 - BJ.
5) La Sacra Bibbia, a cura e sotto la direzione di Mons. Salvatore Garofalo, Marietti Editore, Torino 1964, tre
volumi - SG.
6) Parola del Signore, La Bibbia in lingua corrente, traduzione interconfessionale, Editrice ELLEDICI, Leumann
Torino e Alleanza Biblica Universale, Roma 1985 - PdS.
7) The Holy Bible, Revised Standard Version, Thomas Nel- son and Sons Ltd, London, Edinburgh, Paris,
Melbourne, Toronto and New York, 1953 - Rv.
8) La Bibbia, nuovissima versione dai testi originali, Edizioni Paoline, Roma, 1983 - NEP.
9) La Sainte Bibie, commencée sous la direction de, Louís Pirot et continuée sous la direction de Albert
Clamer, Paris-VI, Letouzey et Ané, 0,diteurs, 1953 - PC.
Disse loro Gesù. “Se foste ciechi, non avreste colpa; ma dal momento che dite: “Ci vediamo”, il vostro peccato
rimane” (Giovanni 9, 41, Garofalo).
Disse loro Gesù. “Se foste ciechi, non avreste colpa; ma dal momento che dite: “Ci vediamo”, il vostro peccato rimane” (Giovanni 9, 41, Garofalo).
PERCHE' QUEST'OPUSCOLO
Inutile sforzo
Ho ricevuto e ricevo lettere da testimoni di Geova (tdG), che fanno ogni sforzo per dissuadere la pubblicazione dei miei opuscoli. Ai geovisti dispiace soprattutto la mia ripetuta affermazione che la loro Bibbia è una falsa Bibbia, che differisce essenzialmente dalla vera Bibbia cattolica. Non bisogna credere quando essi dicono il contrario. Non dicono la verità!
Dalla Germania mi ha scritto il signor Pino Gulino, testimone di Geova, per farmi sapere che la mia è “una vera e propria menzogna sfacciatamente pubblicata con l'intento di sviare le persone sincere che cercano tuttora la verità e che altrimenti l'avrebbero trovata.
Dopo questa solenne dichiarazione il signor Gulino si attarda a dimostrare, in un lungo sproloquio, come qualmente il nome Geova, presente innumerevoli volte nella Bibbia geovista e assente in tutte le traduzioni moderne della Bibbia, sarebbe pienamente giustificato.
Gli ho risposto:
“Poiché la presenza del nome Geova è un punto di basilare differenza tra la Bibbia geovista e tutte le traduzioni moderne della Bibbia, sia cattoliche che non cattoliche, lei cade in una banale contraddizione. Mentre, infatti, afferma che le altre traduzioni della Bibbia sono basilarmente uguali a quella dei tdG, tenta di giustificare un punto di basilare differenza. Come mai non si è accorto di essersi menata la zappa sui piedi? (cf. Matteo 13, 15; Giovanni 12, 40; Isaia 6, 9-10).
Dalla Germania ha reagito prontamente il testimone di Geova Pino Gulino, affermando solennemente che io sono Beliar (= satana cf. 2 Corinzi 6,15) e che in un futuro non lontano dovrò rendere conto al terribile Geova!
Un'astuzia sottile, ma non troppo
La lettera, da cui ho citato, come pure la testimonianza di tantissimi amici, prova inequivocabilmente che ì tdG oggi come ieri, come sempre, ricorrono alla menzogna per accalappiare qualche persona incapace di scoprire l'inganno. Per non creare prevenzioni ed essere scoperti come smerciatori di errori, cominciano col dire che la loro Bibbia è come quella dei cattolici. Vi citano pure qualche versetto in cui le due Bibbie non differiscono.
Poi, quando si viene al reale confronto e si notano le profonde ed innumerevoli differenze, gettano la maschera e si sforzano di convincere che è stata la Chiesa Cattolica a cambiare il testo sacro. La vera Bibbia sarebbe la loro!
In questa manovra geovista possiamo distinguere due tempi:
1 - Prima che fosse pubblicata una loro traduzione della Bibbia, i tdG si servivano di altre traduzioni, protestanti e cattoliche, ma spiegavano la Parola di Dio in modo basilarmente diverso sia dai cattolici che dai protestanti. Il primo a fare questo lavoro di inquinamento fu il fondatore della setta Carlo Taze Russell (1852-1916). Il suo successore nella presidenza Franklin Rutherford (t 1942) continuò per la stessa strada di corruzione e d'inganno.
2 - E' merito, comunque, del terzo presidente Nathan Knorr (t 1977) l'aver curato una nuova traduzione della Bibbia, che ha per titolo Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. La pubblicazione avvenne gradatamente durante gli anni 1950-1960 in sei volumi in lingua inglese corredati da note.
Dopo alcuni anni e precisamente nel 1967 il Corpo Direttivo o dirigenti della società geovista ha pubblicato in lingua italiana e in un sol volume la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture.
Tutto l'inquinamento e la corruzione della Parola di Dio sparsi nei sei volumi dell'edizione inglese vennero inseriti in questo unico volume. Si tratta perciò d'una traduzione infedele della vera Bibbia! Daremo in seguito altri particolari.
Malgrado questa palese infedeltà, i tdG continuano a dire che le altre Bibbie sono uguali alla loro e che è una grossa menzogna affermare il contrario.
La verità è che si tratta d'un inganno, d'una persistente menzogna... Bisogna dubitare sempre delle affermazioni geoviste e consultare sempre e direttamente la vera Bibbia.
Si tratta - ripetiamo - d'una astuzia sottile, ma non troppo. Chi ha un minimo di accortezza ed è in cerca onestamente e coraggiosamente della verità può scoprire facilmente l'inganno, mediante un confronto spassionato e concreto tra le tante traduzioni della Bibbia e la unica traduzione geovista, la Traduzione del Nuovo Mondo.
Per aiutare i nostri fedeli a sventare l'inganno dei tdG ho deciso di dare alcuni saggi di queste differenze. Lo Spirito Santo farà il resto.
Ecco il perché di questo Opuscolo 2.
Doverose precisazioni
1 - La Bibbia è una sola. Non vi sono più Bibbie. Vi è una sola Bibbia. Essa è una raccolta di scritti o libri composti da vari autori lungo un arco di tempo di più di mille anni.
L'unica Bibbia è divisa in due parti. La prima, chiamata Antico Testamento, è stata scritta prima di Gesù Cristo, quasi tutta in lingua ebraica. La seconda parte, a cui si dà il nome di Nuovo Testamento, comprende gli scritti dei primi discepoli di Cristo (Apostoli ed Evangelisti). Fu composta in greco durante il primo secolo della nostra Era Cristiana.
2 - Dell'unica Bibbia esistono numerose traduzioni. La parte ebraica della Bibbia o Antico Testa- mento fu tradotta per la prima volta in greco, durante il terzo e secondo secolo avanti Cristo. E' detta Alessandrina dal luogo dove si suppone sia stata fatta la traduzione, ossia Alessandria d'Egitto. E' detta pure dei Settanta (che si suole indicare col numero romano LXX) dal numero dei traduttori, che un'antica tradizione afferma essere stati settanta dotti ebrei, viventi fuori della Palestina o andati appositamente da Gerusalernme ad Alessandria.
In epoca cristiana, a cominciare dal secondo secolo, sia l'antico che il Nuovo Testamento, furono tradotti in altre lingue, quelle vive e parlate (latino, siriaco, slavo ecc.) per renderli accessibili ai popoli convertiti al cristianesimo. In tempi a noi più vicini si cominciò a tradurre la Bibbia nelle lingue moderne (tedesco, inglese, spagnolo, francese, italiano ecc.). Oggi vi sono centinaia di traduzioni della Bibbia in quasi tutte le lingue parlate, anche quelle meno diffuse e conosciute.
3 - Dobbiamo perciò parlare dì un'unica Bibbia e di molte traduzioni. E' scontato che una traduzione, per essere degna di tal nome, deve riprodurre fedelmente il contenuto del testo origìnale. Chi traduce non deve tradire.
Nel caso della Bibbia il compito del traduttore non è facile ed è soprattutto delicato e pieno di responsabilità. Non è facile perché la Bibbia è stata scritta in lingue antiche che bisogna conoscere a perfezione; e anche perché gli autori sacri si sono espressi con immagini, modi di dire, simboli ecc., propri del loro tempo e della loro cultura. E' necessaria una conoscenza non comune di storia, costumi, mentalità ecc. per poter penetrare il significato esatto di quelle immagini, di quei simboli, di quei modi di dire ecc.
Ed è un compito soprattutto delicato perché il traduttore deve portare a conoscenza dei lettori un messaggio divino di salvezza, e non già un insegna- mento proprio e spesso di comodo. La fedeltà alla Parola di Dio deve prevalere sopra ogni altro interesse.
4 - Oggi, comunque, noi ci troviamo in una situazione assai migliore rispetto a quella dì epoche precedenti per una più esatta conoscenza della Bibbia e la sua fedele traduzione in lingue moderne.
Grazie all'opera instancabile di valenti biblisti, di uomini coscienziosi, sia cattolici che protestanti, ortodossi, ebrei, indipendenti, sono stati ricuperati migliaia di codici o frammenti di codici, ossia di testi biblici scritti in tempi assai remoti. Con l'aiuto di questo prezioso materiale e seguendo criteri propri della scienza biblica, questi insigni studiosi hanno ricuperato quasi alla perfezione il testo originale della Bibbia, quello uscito dalla penna degli autori. Il testo così ricuperato si chiama testo critico.
Solo il testo critico greco ed ebraico costituisce il punto di riferimento, vale a dire la norma per giudicare la fedeltà o meno delle traduzioni della Bibbia in qualunque lingua. Le traduzioni che si discostano dal testo critico devono dirsi false. Questo è il caso della Bibbia tradotta dai tdG, come vedremo.
5 - Servendosi dei testo critico e di tutti i mezzi utili allo scopo - conoscenza delle lingue, della storia, della cultura ecc. dei popoli antichi - i grandi biblisti moderni ci hanno dato ottime traduzioni in ogni lingua oggi parlata.
Cosa degna di nota è il fatto che di questi traduttori, cattolici e non cattolici, noi conosciamo il cognome, il nome, il valore scientifico ecc. I. Nessuno di loro è rimasto nell'anonimato, vale a dire ha odiato la luce perché la sua opera non fosse nota a tutti (cf. Giovanni 3,20-21).
Al contrario, i traduttori della Bibbia geovista hanno, preferito rimanere sconosciuti. Si avverano le parole di Gesù che dice:
“Chiunque, infatti, fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le opere sue; chi, invece, opera la verità, viene alla luce, affìncbé sia manifesto che le sue opere sono state fatte in Dio” (Giovanni 3, 20-21).
6 - Uno dei vantaggi delle traduzioni moderne è il miglioramento dello stile e della lingua. Senza introdurre mutazioni sostanziali, anzi con maggior fedeltà al testo originale ebraico e greco, i traduttori hanno reso la Parola di Dio più comprensibile agli uomini d'oggi. Vi sono parole antiquate che, usate oggi, sarebbero mal capite e si presterebbero ad equivoci. Per esempio, la parola anima una volta era usata col significato di persona. Oggi si preferisce tradurre persona, uomo, essere vivente della specie umana per non creare confusione in gente poco istruita. Vedremo come i tdG in questo come in altri casi preferiscono le versioni antiche per ingannare la gente.
La traduzione dei tdG
La Bibbia venduta dai tdG ha per titolo, come già è stato detto, Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture. Sì tratta perciò d'una traduzione, non della Bibbia originale. La vera Bibbia mai ha avuto questo strano titolo. Alcuni testimoni di Geova, nella loro ignoranza e ripetendo meccanicamente ciò che è detto loro dai maestri comandati, credono che questa loro Bibbia sia stata dettata da Geova al primo uomo. Così ci ha assicurato un testimone di Geova, un panettiere dì Minervino Murge (Bari), il quale, a quanto pare, ha fatto carriera nella società geovista. Recentemente la stampa ufficiale della setta ha assicurato i suoi affezionati lettori che Geova ha scritto nella Bibbia il suo nome col proprio dito!.
1 - I traduttori ci sono sconosciuti, hanno voluto rimanere ignoti al gran pubblico come già abbiamo notato. Questa è una cosa assai strana e inconsueta, specie se si considera quale responsabilità personale si assume il traduttore del Libro Sacro; ed è anche offensiva per ogni serio lettore, il quale ha il diritto di sapere che fiducia meriti la persona o le persone, attraverso le quali gli arriva la Parola di Dio. Questo diritto è conculcato.
2 - Per giustificare questo loro strano comportamento i capi della setta trovano ragioni che convincono, come sempre, solo gli ignoranti. Ne ricordiamo solo due.
a) Dicono che i nomi dei traduttori rimangono sconosciuti per impedire che si crei il culto della personalità nei loro riguardi. Quanta modestia!
Si risponde:
S. Paolo poneva il suo nome a principio di ogni sua Lettera e soleva scriverlo alcune volte di propria mano nella chiusura (cf. 1 Corinzi 16,21; Colossesi 4,18; 2 Tessalonicesi 3,17). Voleva forse fomentare il culto della sua personalità? Assolutamente no! Lo faceva unicamente per assumersi personalmente la responsabilità di ciò che scriveva:
“Il saluto è di mia mano, di me Paolo; è il segno distintivo per ciascuna mia lettera.- così io scrivo” (2 Tessalonicesi 3, 17).
b) Dicono pure che anche i traduttori della versione dei Settanta (già ricordata) ci sono ignoti. Eppure nessuno mette in dubbio il suo valore e la sua autorità.
Si risponde:
La versione detta dei Settanta è stata largamente usata dagli Apostoli ed Evangelisti, che godevano d'una particolare assistenza dello Spirito Santo (cf. Atti 2,1-4). Delle 350 citazioni dall'Antico Testamento nel Nuovo, circa 300 sono state prese dalla Bibbia dei Settanta. Questo è più che sufficiente per garantire la fedeltà dei Settanta alla Parola di Dio, anche se non si conoscono i traduttori.
3 - Gli editori, ossia il Corpo Direttivo o capi della setta geovista, fanno i più grandi elogi del testo critico.
Hanno scritto:
“L'intervallo fra le date della composizione originale e delle prime evidenze esistenti diviene così piccolo da essere infatti trascurabile, e l'ultimo fondamento per ogni dubbio che le Scritture ci siano pervenute sostanzialmente come furono scritte è stato ora rimosso (...). E' opera dei raffinatori del testo rettificare tali particolari, e questo hanno fatto in grande misura. Per questa ragione, il raffinato testo greco di Westeott e Hort è generalmente accettato come di alta eccellenza. La Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche, essendo basata su questo eccellente testo greco, può così dare ai suoi lettori la fedele “parola di Geova”, come questa ci è stata così meravigliosamente preservata nel deposito dei manoscritti greci”.
Malgrado questo caloroso riconoscimento del testo critico originale raffinato da Westcott e Hort e l'assicurazione di dare una versione letterale con scostamenti solo occasionali, la Traduzione del Nuovo Mondo si discosta sia dalla lettera sia dai concetti dell'originale ebraico e greco. Sarà dimostrato abbondantemente con esempi in questo opuscolo.
4 - La Traduzione del Nuovo Mondo fu pubblicata dapprima in sei volumi corredati di note come già è stato detto. Le note servivano a spiegare a senso unico, quello cioè voluto dai dirigenti della setta, la Parola di Dio. Quando poi tutta l'opera fu pubblicata in un solo volume:
“Furono prese molte espressioni delle note in calce pubblicate nella traduzione precedente in sei distinti volumi e riportate nel testo principale dell'edizione in un solo volume”.
Chiunque abbia un minimo di senso comune può facilmente capire come questo miscuglio di note o spiegazioni geoviste e di testo biblico abbia corrotto la Parola di Dio, modificando il testo originale e introducendo dei falsi.
5 - Ma vi è di peggio. Nel 1987 la società geovista ha pubblicato una revisione della loro Bibbia. Si tratta di un grosso volume di 1598 pagine. La novità non riguarda il testo, che rimane quello infedele delle edizioni precedenti, salvo molti aggiustamenti. La novità consiste in una astuta manovra dei revisori per giustificare, mediante note e appendici, le loro infedeltà al testo originale ebraico e greco.
Mentre infatti da una parte dichiarano di voler seguire il testo critico di Westcott e Hort e quello di Bover, Merk, Nestle-Alanda ed altri' che fanno autorità, di fatto ignorano quei testi e si appellano a documenti tardivi, di nessun valore critico e come tali scartati da quei grandi raffinatori del testo originale. Due pesi e due misure, come sempre, a danno di gente che non può capire.
SAGGI DI DIFFERENZA
Il Nome Divino
La questione della pronuncia o trascrizione del Nome Divino deve dirsi di secondaria importanza. Chiunque si accosta alla Bibbia con intelligenza e amore è interessato a conoscere Chi è Dio, vale a dire avere di Lui il vero concetto, vedere, per così dire, il suo vero volto.
Se trattiamo brevemente questa questione è perché ancora oggi, malgrado tante evidenze in contrario, i tdG insistono con pertinacia che il Nome di Dio è Geova. Si troverebbe in grave difetto e sarebbe eliminato dal popolo di Dio chi non lo chiamasse così.
1 - Antico Testamento
Nella Bibbia dell'Antico Testamento non si trova mai la parola Geova. Il Nome proprio di Dio era indicato con le quattro lettere consonanti JHVH, il sacro tetragramma (= quattro lettere sacre). Oggi è generalmente accettato che la pronuncIa o trascrizione esatta del sacro tetragramma è Jahve, non Geova. Nessuna traduzione della Bibbia di questi ultimi decenni ha Geova. E’ falso perciò dire, come fanno i tdG, che la pronuncia Geova è oggi la più comune. La verità è che Geova si trova ancora solo nella Bibbia e negli scritti dei tdG.
La prima traduzione della Bibbia, che è quella detta dei Settanta, non ha mai trascritto il sacro tetragramma con Geova. Nuovi testi ritrovati mostrano senz'ombra dì dubbio che i Settanta hanno tradotto il tetragramma JHVH con Kyrios (= Signore). Ciò facendo i traduttori dei Settanta hanno seguito l'uso ebraico di sostituire il nome divino (che è Jahve) col titolo Adonai (= Signore), come già avveniva nella lettura della Bibbia ebraica. Alcune volte i Settanta lasciano inalterato il tetragramma (JHVH). Mai comunque lo trascrivono Geova.
La forma errata di Geova è apparsa per la prima volta in una traduzione inglese della Bibbia per opera di Williarn Tyndale, che risale solo al 1530 dopo Cristo. Questa forma errata è, entrata poi sia nelle traduzioni della Bibbia di questi ultimi quattro secoli sia in alcune iscrizioni, anche di chiese cattoliche. Ma tutti questi documenti a favore della forma Geova non sono anteriori all'anno 1530. In nessun documento prima di quell'anno, in nessuna traduzione della Bibbia prima del 1530, è presente la forma Geova". Malgrado tanta evidenza, i tdG continuano ancora a scrivere Geova al fine di una propaganda settaria; e con autentico spirito settario non cessano di denigrare la Chiesa Cattolica, facendo intendere a chi non è capace d'intendere, che la Chiesa avrebbe volutamente celata l'esatta pronuncia del Nome Divino, precipitando così nelle tenebre del paganesimo.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Genesi 2, 4
Il Signore Dio fece la terra e il cielo (CEI, BIB, BC, Rv, PdS, NEP).
Jahve Dio fece la terra e il cielo (BJ, SG).
BIBBIA DEI tdG
Genesi 2, 4
Geova Dio fece la terra e il cielo.
2) Esodo 3, 15
Il Signore, il Dio dei vostri padri (...) mi ha mandato a voi (CEI, BIB, BC. Rv, PdS, NEP).
Jahve, Dio dei vostri padri (BJ, SG, PC).
Esodo 3, 15
Geova, l'Iddio dei vostri antenati (...) mi ha mandato a voi.
2 - Nuovo Testamento
La posizione dei tdG diventa ancor più insostenibile se consideriamo il Nuovo Testamento. Nel testo critico (greco), riconosciuto di alta eccellenza dai geovisti, anche nei particolari, al tempo in cui tradussero la loro Bibbia, non c'è Geova. Dio è chiamato Padre (o Patèr, Abbà), oppure Signore (o Kyrios), oppure Dio (o Theòs). Eppure nella Traduzione del Nuovo Mondo la forma errata Geova è stata introdotta abusivamente centinaia di volte.
a) Gesù non ha mai chiamato Dio col nome Geova. Le sue parole riportate in Giovanni 17,6 e 26: “Ho fatto conoscere il tuo nome”, tanto strumentalizzate dai geovisti, non significano affatto che il Maestro Divino ha insegnato ai Giudei del suo tempo che Dio debba essere chiamato Geova. Questa è una affermazione assurda e ridicola dei tdG. I Giudei del tempo di Gesù conoscevano la esatta pronuncia del Nome Divino anche se per rispetto lo chiamavano Adonai (Signore), e avrebbero certamente riso in faccia a Gesù se egli avesse preteso d'insegnare una cosa che già sapevano.
Le parole di Gesù in Giovanni 17,6 e 26 hanno un solo significato, vale a dire che egli ha fatto conoscere Chi è Dio meglio di Mosè e dei Profeti. Nello stile biblico nome indica la persona, la sua natura, le sue qualità, i suoi propositi. La Bibbia interconfessionale in lingua corrente rende Giovanni 17,6 e 26 in modo assai appropriato
“lo Ti ho fatto conoscere a loro e Ti farò conoscere”.
b) Il Corpo direttivo della setta geovista cerca di giustificare la presenza del nome Geova nel Nuovo Testamento dicendo che in alcuni frammenti della Bibbia dei Settanta scoperti di recente s'incontra il sacro tetragramma. Dunque gli autori del Nuovo Testamento, che hanno fatto largo uso dei Settanta, dovevano usare il nome Geova. “Nei casi in cui queste citazioni includevano il nome divino, egli (cioè san Matteo) era obbligato a includere fedelmente il tetragramma” .
Si risponde:
- Anche se in alcuni frammenti dei Settanta compare il sacro tetragramma (JHVH), non ne segue che gli autori del Nuovo Testamento dovevano usare il nome Geova. Il sacro tetragramma non fu mai trascritto Geova prima del 1530 dopo Cristo. Fu un errore del traduttore inglese Tyndale. Gli autori ispirati del Nuovo Testamento non potevano commettere simili errori.
- La Bibbia dei Settanta non trascrive mai il tetragramma con la forma Geova. Nella maggior parte dei casi lo traduce con Kyrios (Adonai Signore). In qualche caso lo trascrive con lao, che è molto vicino alla vera pronuncia del tetragramma cioè a Jahve. Alcune volte lo riporta con lettere ebraiche per far capire ai lettori che si tratta del- l'unico Signore in contrasto con gli dèi pagani chiamati anch'essi kyrioi (signori).
- Gli autori ispirati del Nuovo Testamento hanno voluto adottare il vocabolario dei Settanta, usando la parola Kyrios (Signore), soprattutto per accentuare il distacco del cristianesimo dalla religione ebraica. Per gli autori ispirati “Gesù è il Signore” (Romani 10,9; 1 Corinzi 12,3; Filippesi 2,11; Atti 11,21-26). Jahve si era fatto presente e operante in Gesù. Gli apostoli ed Evangelisti hanno riconosciuto in Gesù l'unico vero Dio (cf. Giovanni 20,28; I Giovanni 5,20; Apocalisse 22,13) e lo hanno acclamato Signore.
- E’ una presunzione imperdonabile il tentativo dei tdG di distruggere la Parola di Dio. Essi affermano che gli autori ispirati dovevano scrivere Geova piuttosto che Signore (Kyrios). Questo equivale a voler dare lezioni allo Spirito Santo, distruggere con mano sacrilega ciò che Dio ha costruito.
c) Nel loro sforzo pertinace di inoculare l'errore i dirigenti geovisti cadono in grossolane con- traddizioni. Eccone una. Volendo giustificare, la presenza del nome Geova nelle Scritture Greche Cristiane, contrariamente all'evidenza del testo critico di Westcot ed Hort, hanno scritto:
“In qualche tempo durante il II e III secolo E.V. gli scribi tolsero il Tetragramma sia dai Settanta che dalle Scritture Greche Cristiane e lo sostituirono con Kyrios, “Signore” o Theòs, “Dio .
E ora notate.
- Alcuni anni prima di scrivere queste parole i tdG ci avevano assicurato che “chiunque dica che oggi la Bibbia non contiene le stesse informazioni che conteneva in origine semplicemente non conosce i fatti. Geova Dio ha fatto in modo che la sua Parola fosse protetta non solo dagli errori di copisti, ma anche dai tentativi di altri di farvi delle aggiunte”.
Ora ci dicono che gli scribi tolsero il Tetragramma e lo sostituirono con Kyrios o Theòs. Come mai Geova Dio non ha protetto la sua Parola da questa grave manipolazione? Forse dormiva o era indaffarato? (cf. 1 Re 18,27).
- Ma contro la manovra geovista sta il fatto che in documenti antichissimi anteriori al Il e III secolo E. V., che si conservano intatti ancora oggi e sono oggetto di studio da parte di valenti biblisti, non c'è il Tetragramma. Sono i geovisti che hanno manipolato la Bibbia e introdotto abusivamente il nome Geova, non gli scribi del II e III secolo e tanto meno la Chiesa Cattolica, fedele custode della verità.
Tra questi antichissimi documenti vanno ricordati i papiri di Bodmer risalenti alla prima metà del Il secolo e contenenti quasi tutto il Vangelo di Giovanni. In essi non c'è Geova.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Luca 1, 38
Eccomi, sono la serva del Signore (CHI, BIB, BC, BJ, SG, RY, PdS, NEP, PC).
2) Matteo 1, 20
Ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore (CEI, BIB, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
3) I Corinzi 4, 4-5
Il mio giudice è il Signore (Kyrios). Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore (Kyrios) (CEI, BIB, BC, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
BIBBIA DEI tdG
Luca 1, 38
Ecco, la schiava di Geova.
Matteo 1, 20
L'angelo di Geova gli apparve in sogno.
I Corinzi 4, 4-5
Chi mi esamina è Geova. Quindi non giudicate nulla prima del tempo, finché venga il Signore.
Osservazione:
Nell'originale greco san Paolo usa due volte la stessa parola Kyrias (Signore), che è un titolo di- vino (Adonai). I tdG traducono la stessa parola in due modi diversi: Geova (verso 4) e Signore (verso 5). Con questa distinzione arbitraria ed errata i tdG vogliono insinuare che Cristo (il Signore) non è Dio (Geova).
E’ una traduzione contraria alla lettera e allo spirito del testo paolino. Contraria alla lettera perché san Paolo ha scritto Kyrios (Signore) in tutti e due i casi. Contraria allo spirito, perché il giudizio a cui Paolo si appella è quello dell'ultimo giorno, dove giudice è solo Cristo, il Signore (cfr. Matteo 7,22-23; 25,31-46; Apocalisse 2,23; 22,12- 13 ecc.).
Identico inganno nella traduzione di:
1 Tessalonicesi 4, 15-16
Quanto vi diciamo sulla parola del Signore (Kyrios): noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore (Kyrios), non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti (CEI, BIB, BC, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
1 Tessalonicesi 4, 15-16
Poiché questo vi diciamo per la parola di Geova, che noi viventi che sopravviveremo alla presenza del Signore non precederemo affatto quelli che saranno addormentati (nella morte).
Osservazione:
Anche in questo caso la traduzione geovista è radicalmente diversa da quella delle Bibbie dei veri cristiani perché contraria alla lettera e allo spirito dell'insegnamento di san Paolo attestato dal testo critico. Contraria alla lettera perché, secondo il testo critico, san Paolo ha scritto solo e sempre Kyrios (Signore), mai Geova. Contraria allo spirito, perché la parola circa la venuta del Signore Paolo l'aveva appresa da Cristo, ossia dal Signore Gesù, non da Geova. A Paolo non apparve mai Geova per istruirlo, ma il Signore Gesù (cfr. Atti 9,5). Il Signore Gesù o direttamente o mediante gli Apostoli aveva fatto conoscere a Paolo il Van- gelo (cfr. 1 , Corinzi 11, 23, 15, 3; Galati 1, 12 ecc.).
Gesù Cristo
I cattolici e tutti i veri cristiani hanno sempre creduto che secondo le Scritture, Gesù Cristo è “'Emmanuele, che significa Dio-con-noi” (Matteo 1, 23), la Parola o Sapienza di Dio identica all'unico Dio (cfr. Giovanni 1, 1) “il vero Dio e la Vita Eterna” (1 Giovanni 5, 20), “l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo” (Apocalisse 22,13) come l'unico Dio (cfr. Apocalisse 21, 6).
I tdG negano la divinità di Gesù Cristo. Essi hanno ridotto il Figlio unico o proprio di Dio (cfr.Romani 5, 10) al rango d'un vassallo di Geova, a uno dei tanti elohim o dèi in senso fìgurato, di cui parla la Bibbia, oppure a un rappresentante di Geova.
Veramente la Bibbia non chiama mai Cristo “rappresentante di Geova”. Quando Gesù doman- dò ai suoi discepoli: “Ma voi chi dite che io sia?”, Pietro a nome degli altri rispose: “Tu sei il Figlio del Dio vivente” (Matteo 16,15-16). Non disse: “Un rappresentante di Geova”.
Per dare al loro gravissimo errore un'apparenza di veridicità i tdG hanno corrotto numerosi testi biblici. Hanno distrutto la Parola di Dio, sostituendovi la loro eresia.
Esempi di differenze
BIBBIA DI CRISTIANI
1)Giovanni 1, 1
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio (CEI, BIB, BC, SG, NEP, PC). Egli era Dio (PdS).
BIBBIA DEI tdG
Giovanni 1, 1
In principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era un dio (revisione del 1987).
Osservazioni:
a) La differenza più marcata è la traduzione della frase.- “E la Parola era un dio”. A parte il fatto che Dio è scritto con lettera minuscola, i geovisti vi hanno aggiunto l'articolo indeterminativo un davanti a Theòs, “Dio”. Nel testo originale greco non c'è articolo un davanti a Dio. Giovanni ha scritto semplicemente: “E Dio era la Parola (o Verbo)”. Aggiungendovi l'articolo un, i geovisti vogliono insinuare che la Parola o Verbo (cioè il Figlio di Dio) non è uguale al Padre, ma avrebbe solo qualche qualità divina. Siamo in presenza di una settaria manipolazione della Bibbia.
b) Difficile scagionare i dirigenti geovisti dalla mala fede. Essi infatti proprio nella Introduzione alla loro Bibbia (revisione del 1987) hanno scritto (p. 7): “E’ evidente che anche una cosa apparentemente insignificante come l'uso o l'omissione di una virgola o di un articolo determinativo o indeterminativo può a volte alterare il significato corretto del passo originale”.
L'hanno detto, l'hanno fatto, alterando il significato corretto della frase giovannea.
2) Giovanni 8, 58
Rispose Gesù: In verità in verità vi dico: prima che Abramo fosse, lo sono (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, pds, NEP, PC).
Giovanni 8, 58
Gesù disse loro: “Verissimamente vi dico: Prima che Abramo venisse all'esistenza, io ero” (revisione del 1987).
Osservazioni:
a) Nel testo originale greco sta scritto egò eimì, presente del verbo essere (= io sono). Gesù afferma di essere come Dio è, dall'eternità. Il tentativo di lapidarlo (verso 59) indica che gli si imputava un'atroce bestemmia (cfr. Levitico 24,16), per essersi fatto uguale al Dio, cioè all'unico Dio (cfr. Giovanni 5, 18; 10, 3 1).
b) Gesù dunque non afferma una sua preesistenza in rapporto ad Abramo, ma una sua esistenza eterna. Tutti i biblisti vedono nelle parole di Gesù un esplicito riferimento al Nome divino “lo sono” (cfr. Esodo 3, 14).
3) Giovanni 10, 37-38
Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre (CEI, BIB, BJ, BC, SG, RY, PdS, NEP, PC).
Giovanni 10, 37-38
Se non faccio le opere del Padre mio, non mi credete. Ma se le faccio, anche se non credete a me, credete alle opere, onde conosciate e continuiate a conoscere che il Padre è unito a me e io sono unito al Padre.
4) S. Giovanni 14,9-11
Chi ha visto me ha visto il Padre ( ... ). Non credi che io sono nel Padre e che il Padre è in me? ( ... ). Il Padre che è in me com- pie le sue opere. Credete- mi. io sono nel Padre e il Padre è in me (CEI, BIB, BJ, BC, Rv, PdS, NEP, PC).
Giovanni 14, 9-11
Chi ha visto me ha visto (anche) il Padre. Non credi che io sono unito al Padre e che il Padre è unito a me? (...).Il Padre che rimane unito a me fa le sue opere. Cre- detemi che io sono unito al Padre e che il Padre è unito a me.
Osservazioni.,
a) La principale infedeltà geovista nei due testi riportati, e quindi la sostanziale differenza tra la loro Bibbia e quella dei veri cristiani, consiste nell'avere aggiunto per ben cinque volte il verbo unire. Nel testo originale o critico vi è solo il verbo essere (estìn = è), senza unire.
Con questa aggiunta settaria i tdG vogliono distruggere la perfetta identità di natura, tra il Figlio e il Padre, e quindi la divinità del Figlio. Gesù con le sue chiare parole afferma proprio il contrario di quanto gli fanno dire i tdG, i quali con questa grossa infedeltà alla Parola di Dio riducono l'identità di natura tra Cristo e Dio a una semplice unione morale o di volontà, ossia a una buona compagnia tra Gesù e Geova. Ma si tratta di un falso
b) Parimenti l'aggiunta della particella anche (Giov. 14,4) tende ad accentuare la distanza tra il Figlio e il Padre, a negare cioè la identità di natura tra Cristo e Dio. Nel testo critico originale non c'è anche. Gesù aveva affermato poco prima che Egli e il Padre sono una sola cosa anche nella onnipotenza (cfr. Giovanni 10, 29-30). Poco oltre dirà: “Tutto ciò che il Padre ha è mio” (Giovanni 16, 15; cfr. Giovanni 17, 10).
5) Giovanni 14, 14
Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò (CEI, BIB, BJ, BC, Rv, PdS, NP-P, PC).
Giovanni 14, 14
Se voi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
Osservazione:
La manovra geovista apparentemente è sottile, ma di conseguenze dottrinali enormi. Hanno omesso il pronome personale mi, che si trova nel testo critico originale. Cristo si attribuisce l'onnipotenza: egli direttamente, per potenza propria, farà tutto ciò che i discepoli gli chiederanno. Omettendo abusivamente il mi, i geovisti distruggono questa onnipotenza del Figlio, per fare di Lui in vassallo di Geova. L'onnipotenza apparterrebbe solo a Geova, che si serve del Figlio. Ma la Bibbia non dice cosi.
6) Colossesi 1, 15-17
Egli è l'immagine dei Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; perché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra (... ). Tutte le cose sono state create ( ... ). Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
Colossesi 1, 15-17
Egli è l'immagine dell'invisibile Iddio, il primogenito di tutta la creazione; perché per mezzo di lui tutte le (altre) cose furono create nei cieli e sul- la terra ( ... ). Tutte le (altre) cose sono state create (... ). Egli è prima di tutte le (altre) cose e per mezzo di lui tutte le (altre) cose furono fatte sussistere.
Osservazioni:
a) Per ben quattro volte i traduttori anonimi della Bibbia geovista aggiungono al testo paolino la parola altre, che non si trova nel testo originale critico. Ciò facendo vogliono far credere che Cristo, il Figlio di Dio, sarebbe una creatura, una delle altre cose create.
b) Nella Traduzione del Nuovo Mondo la parola altre è messa tra parentesi. Ma nel libro dei geovi- sti Accertatevi di ogni cosa (p. 207), che è una raccolta di testi biblici, la parentesi è tolta e l'aggiunta altre appare come se fosse parte del testo originale. Si tratta di un grosso falso (cfr. Deuteronomio 4, 2; Apocalisse 22, 19).
7) Colossesi 2, 9
E' in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
Colossesi 2, 9
Perché in lui dimora corporalmente tutta la pienezza della qualità divina.
Osservazione:
Il testo originale, quello scritto da san Paolo, dice theòtetos, che è caso genitivo della parola gre- ca theotès, e vuol dire natura divina, divinità. E così traducono le Bibbie dei veri cristiani, con piena fedeltà alla Bibbia.
I tdG invece traducono come se fosse scritto theiòtetos, dalla parola greca theìotès, che significa qualità divina. In questo modo attribuiscono al Figlio solo qualità divine come può averle anche una creatura, ma gli negano la divinità, ossia l'identità di natura col Padre. Ma ancora una volta si tratta di un grosso falso, d'un peccato contro lo Spirito Santo.
8) Filippesi 2, 5-7
Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso... (CEI, BIB, BJ, BC, Rv, PdS, NEP, PC).
Filippesi 2, 5-7
Mantenete in voi questa attitudine mentale che fu anche in Cristo Gesù, il quale, benché esistesse nella forma di Dio, non prese in considerazione una rapina, cioè che dovesse essere uguale a Dio. No, ma vuotò se stesso... (revisione 1987).
Osservazioni:
a) Il pensiero di san Paolo è il seguente: egli esorta i fedeli di Filippi ad avere sentimenti di umiltà sull'esempio di Cristo, che fu veramente umile, perché, pur essendo in forma di Dio, ossia per natura uguale a Dio, non si mostrò gelosamente aggrappato a questa sua grandezza, ma si umiliò, rinunciando agli onori a lui dovuti, fino a diventare uomo, e per di più l'uomo della sofferenza e della morte di Croce.
b) i tdG fanno dire a san Paolo due cose contraddittorie. La prima è che Gesù Cristo esisteva nella forma di Dio, ossia era partecipe della natura divina, era cioè uguale a Dio prima che divenisse anche uomo. Forma significa natura. Questo è vero.
La seconda: che la sua uguaglianza con Dio fosse considerata come una rapina, che Cristo non prese in considerazione.
Si domanda: com'è possibile considerare come una rapina una cosa che si possiede per natura?
9) Apocalisse 3, 14
Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio (Archè) della creazione di Dio (CEI, BJ, BIB, PdS, NEP, CP).
Apocalisse 3, 14
Queste sono le cose che dice l'Amen, il testimone fedele e verace, il principio della creazione di Dio.
Osservazione:
I tdG scrivono principio con lettera minuscola per far capire che Cristo sarebbe la prima creatura, il primo principiato o creato. Ma non è questo il pensiero di Giovanni.
La parola greca Archè non significa principiato, ma il Principio efficiente, ossia la Causa Prima, quindi il Capo di tutte le creature. Che sia questo il pensiero dell'autore sacro risulta chiaro dal fatto che Cristo nell'Apocalisse (22, 13) è chiamato “I' Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il Principio (Archè) e la Fine” come Dio (cfr. Apocalisse 21, 5-6). Al Figlio è applicata la stessa definizione riservata all'unico Dio (cfr. Isaia 41, 4).
SS. Trinità
La dottrina trinitaria è testimoniata abbondantemente nei libri del Nuovo Testamento. In san Pao- lo vi sono circa trenta testi trinitari. I vangeli poi contengono copiosamente la stessa dottrina. Tutti i veri cristiani credono in questa dottrina, che deve dirsi biblica al di là d'ogni possibile dubbio .
I tdG negano questa dottrina biblica e perciò, com'è loro uso, ignorano numerosi testi biblici tri- nitari oppure cercano di distruggerne il contenuto mediante manipolazioni arbitrarie e settarie della Parola di Dio. Essi puntano le loro armi soprattutto nel negare la divinità del Figlio e la personalità dello Spirito Santo.
Abbiamo riportato precedentemente alcuni testi riguardanti la divinità del Figlio (cfr. pp. 27-33); diamo ora alcuni esempi di differenze riguardanti soprattutto lo Spirito Santo.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) 2 Corinzi 13, 13
La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
BIBBIA DEI tdG
2 Corinzi 13, 14
L'immeritata benignità del Signore Gesù Cristo e l'amore di Dio e la partecipazione nello spirito santo siano con tutti voi.
a) A differenza della Bibbia di tutti i cristiani la Traduzione del Nuovo Mondo scrive sempre spirito santo (con lettera minuscola). Ciò facendo, i tdG vogliono mettere in evidenza che lo Spirito Santo non è una persona, vale a dire Qualcuno che pensa e vuole (ama), ma “una forza attiva non intelligente”, come è scritto nella Torre di Guardia del 15-4-1972, p. 244.
Alcune volte, per giustificare questo loro comportamento, i geovisti dicono che nei testi originali non vi sono né maiuscole né minuscole. Ciononostante, essi non hanno difficoltà a scrivere Satana, lo spirito del male, con lettera maiuscola (cfr. At- ti 5, 3).
b) Un'altra differenza nel testo paolino su riportato consiste nell'aver cambiato l'originale greco, che ha dello e non nello Spirito Santo. Con questa astuta manovra i geovisti intendono insinuare che lo Spirito Santo non è una Persona divina, che va messa allo stesso livello del Padre e del Figlio come dice chiaramente san Paolo, ma piuttosto qualcosa di impersonale (un po' di energia), di cui partecipano i destinatari della lettera. Si tratta evidentemente di un altro grosso falso geovista.
2) Giovanni 14, 26
Ma il Consolatore (Paràclito), lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
Giovanni 14,26
Ma il soccorritore, lo spirito santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa.
3) Giovanni 15, 26
Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità, che procede dal Padre (CEI, BIB, B.T, BC, SG, RY, PdS, NEP, PC).
Giovanni 15. 26
Quando sarà arrivato il soccorritore, che io vi manderò dal Padre, lo spirito di verità, che procede dal Padre.
4) Atti 5, 3
Ma Pietro gli disse: “Ananìa, perché mai satana si è così impossessato del tuo cuore che hai mentito allo Spirito Santo? (CEI, BIB, BJ, BC NEP, PC, Rv, PdS,).
Atti 5, 3
Ma Pietro gli disse: “Ananìa, perché Satana ti ha imbaldanzito da fare il falso allo spirito santo?”.
Osservazione:
In tutti questi testi biblici lo Spirito Santo indica una Persona perché insegna, rende testimonian- za, consola; l'uomo mente allo Spirito Santo. I tdG, dovendo negare a ogni costo la sua personalità, ne fanno una specie di carro-grù che soccorre un malcapitato automobilista. Perciò scrivono sempre spìrito santo (lettera minuscola).
Dio vuol tutti salvi
I tdG intendono la salvezza dell'uomo in modo estremamente settario: per sfuggire allo stroncamento eterno bisogna far parte della loro setta. Solo la tessera geovista autorizza a entrare in una terra paradisiaca. Poiché gli aderenti alla setta sono piuttosto pochini (circa tre milioni e mezzo in una popolazione mondiale che supera i cinque miliardi! e d'altra parte la fine è imminente, bisogna salvare la faccia e dimostrare che è volontà di Geova (non di Dio!) destinare alla salvezza solo pochini. A tal fine corrompono la Bibbia.
Ecco qualche esempio.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Matteo 28, 19
Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (CEI, BIB, BJ, BC, SG, RY, PdS, NEP, PC).
BIBBIA DEI tdG
Matteo 28,19
Andate dunque e fate discepoli di persone, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spi- rito santo.
Osservazione:
Il testo originale greco, quello scritto da san Matteo, dice: panta (= tutte) ta (= le) ethnè nazioni o genti o popoli). La frase biblica va presa in senso assoluto. Dio non esclude nessuno dalla salvezza. Egli vuole tutti salvi. Se qualcuno non ottiene la salvezza, è da attribuirsi unicamente alla sua scelta, non a una positiva esclusione da parte di Dio.
Non così per i tdG. Dio (o piuttosto Geova) vorrebbe salvi solo alcuni, cioè di persone. La frase biblica, che ha senso assoluto, universale, è tradotta in modo da avere un senso restrittivo, partitivo. Ma ancora una volta si tratta di un grosso falso geovista.
2) Giovanni 12, 32
Quanto a me, allorché sarò innalzato da terra tutti attirerò a me.
Giovanni 12, 32
E io, se sarò innalzato dalla terra, attirerò a me uomini di ogni sorta.
3) 1 Timoteo 2, 4
Il quale (Dio) vuole che tutti gli uomini si salvino e arrivino alla conoscenza della verità (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
1 Timoteo 2, 4
Il quale vuole che ogni sorta di uomini siano salvati e vengano all'accurata conoscenza della verità.
Osservazione: Il testo originale greco sia in san Giovanni che in san Paolo dice: pantas (= tutti), tous (= gli), 2nthròpous (= uomini). Solo in virtù della grammatica, sia le parole di Gesù in Giovanni 12, 32 sia quelle di san Paolo (1 Timoteo 2, 4) devono essere prese in senso assoluto. Esse indicano che Dio vuole tutti salvi, non esclude nessuno e vuole che tutti arrivino alla conoscenza della verità.
I tdG corrompono la Parola di Dio per fare intendere che sarebbe volontà di Dio salvare solo persone di diversa sorta, di differente tipo, ma non tutti. Infatti il tempo è assai breve perché tutti siano convertiti al geovismo, passaggio obbligatorio Per la salvezza. Ma questa può essere la volontà di Geova non del Dio della Bibbia, Padre di tutti indistintamente, senza prefabbricate discriminazioni. Il Dio della Bibbia non ha fretta, come ce l'ha il Geova della Torre di Guardia.
Anima - I
I tdG negano l'immortalità dell'anima, ossia la Sopravvivenza dell'uomo subito dopo la morte. Con la morte l'uomo farebbe la stessa fine delle bestie, Per esempio del cane.
Per dare a questo gravissimo errore una certa credibilità su base biblica equivocano sulla parola anima, ed insegnano che l'uomo, l'asino, il bue, la pecora ecc. sono tutte anime viventi.
L'inganno geovista si può facilmente mettere a nudo precisando il significato o significati di due parole bibliche: nefesc (ebraico) e psychè (greco) e determinando, con piena fedeltà alla Parola di Dio, quale deve essere la loro esatta traduzione nella lingua italiana.
Soffermiamoci prima sulla parola nefesc, che ricorre nell'Antico Testamento.
Il nefesc non significa anima come noi comunemente la intendiamo, ossia la componente spiritua- le e immortale dell'uomo. Nefesc vuol dire essere vivente in genere, oppure vita in genere, di qualunque specie. Nel caso che si riferisca all'essere vivente o vita dell'uomo, il nefesc va tradotto in modo molto appropriato con la parola persona.
Tradurre nefesc con la parola anima è molto ambiguo e si presta a gravi errori. Questo appunto vogliono e questo fanno i tdG. Per questa falsa traduzione la Bibbia dei geovisti differisce essenzialmente da quella dei cristiani.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Genesi 1, 20-24
Dio disse: “Le acque brulichino di esseri viventi (nefesc) e uccelli volino sopra la terra...”. Dio creò i grandi mostri marini. Dio disse: “La terra produca esseri viventi (nefesc) secondo la loro specie: bestiame, rettili, e bestie selvatiche” (CEI, BIB, BJ, SG, RY, PdS, NEP, PC).
BIBBIA DEI tdG
Genesi 1, 20-24
E Dio proseguì dicendo: “Brulichino le acque di un brulichìo di anime viventi (nefese) e creature volatili volino sopra la terra (...)”. E Dio creava i grandi mostri marini ( ... ). Dio proseguì dicendo: “Produca la terra anime viventi (nefesc) secondo la loro specie ...”.
Osservazione:
Nel testo di Genesi 1, 20-24 l'autore sacro racconta la creazione degli animali sia terrestri sia volatili e marini: uccelli, rettili, pesci ecc. La parola ebraica corrispondente per animale in genere è nefesc.. I tdG traducono questa parola nefese con anima vivente. Nella lingua italiana la parola anima non ha mai il significato di animale. La traduzione geovista è perciò sbagliata linguisticamente, perché - ripetiamo - anima in italiano non significa mai animale. Al limite, si può dire che l'animale ha un' anima sensitiva, vale a dire un principio vitale non intelligente. Ma non si può dire che è un'anima.
Ma per i tdG dire che “gli animali inferiori all'uomo sono anime o hanno anima” è la stessa cosa '. Per loro il verbo essere e avere hanno lo stesso significato. lo posso dire: il cane ha lo stomaco ed è lo stomaco, e simili nonsense.
3) Genesi 2, 7
Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle radici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente (nefese) (CEI, BJ, BC, SG, Rv, PC) 21.
Genesi 2, 7
E Geova Dio formava l'uomo dalla polvere della terra e gli soffiava nelle narici l'alito della vita, e l'uomo divenne un'anima vivente.
Osservazioni.
a) Dal racconto biblico appare chiaro che ciò che dà vita alla materia plasmata da Dio è un alito divino immesso direttamente da Dio. Il risultato di questa operazione divina è un nefesc umano. E' una persona, cioè un essere vivente, che ragiona, pensa, vuole, è libero e responsabile. Ciò che costituisce la persona è l'intelletto e la volontà, non il cervello con le sue cellule. Anche la scirnmia ha cervello e cellule, eppure non ragiona, non è responsabile, vive d'istinti.
b) I tdG negano tanta bellezza biblica e umana.
Essi fanno dell'uomo un essere vivente come le bestie. Perciò traducono il nefesc umano come tráducono il nefesc animale: anima vivente (come nel racconto della creazione degli animali). Ciò facendo, si aprono la via per affermare che la fine dell'uomo è come quella delle bestie. il loro equivoco può essere espresso nel modo seguente: Il nefesc è l'anima; ma il nefesc muore; dunque l'anima muore.
c) La verità è che il nefesc non è l'anima. Il nefesc umano è una persona (= polvere plasmata più alito divino). Quando muore il nelesc umano, cioè la persona, non ne segue che muore l'anima, ossia lo spirito o alito divino, che dà vita alla polvere plasmata da Dio. La morte del nefesc umano indica che la persona cessa di vivere, giunge cioè alla fine della vita presente. La Bibbia sia nell'Antico che nel nuovo Testamento dà ampia testimonianza sulla sopravvivenza della persona subito dopo la morte.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI e poi BIBBIA DEI tdG
1) Genesi 17, 14
Il maschio (nefesc = una persona) non circonciso (... ) sia eliminato dal suo popolo (CEI, BIB, BJ, BC, Rv, PdS, SG, NEP, PC).
Genesi 17, 14
E il maschio incirconciso ( ... ), quell'anima nefesc) deve essere stroncata dal suo popolo.
2) Numeri 31, 19
Chiunque ha ucciso qualcuno (nefesc = persona) (... ) si purifichi... (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
Numeri 31, 19
Ognuno che ha ucciso un'anima (nefesc) (... ) vi dovreste purificare.
3) Giosuè 10, 35
In quel giorno (...) votarono allo sterminio (...) ogni essere vivente (nefese = persone e animali) che era in essa (CEI, BIB, BJ, BC, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
Giosuè 10, 35
E in quel giorno votarono ogni anima (nefesc) che era in essa alla distruzione.
Particolare uso, cioè abuso, fanno i tdG del seguente testo di Ezechiele:
4) Ezechiele 18, 4.20
Ecco, tutte le vite (nefesc = persona) sono mie: la vita (nefesc) del padre e quella del figlio è mia: chi (nefesc = la persona) pecca morirà ( ... ) Colui (nefesc = persona) che ha peccato e non altri deve morire (CEI, SG, BJ, BC, PdS, NEP).
Ezechiele 18, 4.20
Ecco tutte le anime (nefesc) appartengono a me. Come l'anima (nefesc) del padre così l'anima (nefese) del figlio. L'anima (nefese) che pecca essa morrà.
Osservazioni:
a) L'equivoco, cioè l'inganno geovista, consiste nel tradurre la parola ebraica nefesc con la parola italiana anima, per aggiungere poi che l'anima muore, sarà distrutta, stroncata. Questo modo di esprimersi, oltre ad essere contrario alla Bibbia, crea una confusione (voluta dai dirigenti della setta), tra la morte della persona (fine della vita terrena) e morte dell'anima (nessuna sopravvivenza dell'uomo subito dopo la morte).
b) I tdG fanno un abuso particolare, come abbiamo detto, delle parole di Dio in Ezechiele 18, 4.20. Il messaggio del profeta è che Dio punirà con la privazione della vita presente, ossia con la morte, colui che pecca, non suo figlio o un lontano discendente. E' la dottrina della responsabilità e retribuzione personale. Si ricordi che per gli Ebrei la morte come la malattia erano considerate effetto del peccato. Il testo di Ezechiele non si pronunzia in nessun modo circa la sorte dell'uomo dopo la morte, né per affermare né per negare la sua sopravvivenza.
Anima - 2
L'inganno geovista per dare un'apparenza di verità al loro gravissimo errore, vale a dire alla negazione della sopravvivenza dell'uomo subito dopo la morte, continua ancora nell'uso che i tdG fanno del Nuovo Testamento.
L'inganno dei tdG consiste nell'equivocare sulla parola psychè.
La parola greca psychè ha nella Bibbia due significati. Alcune volte corrisponde all'ebraico nefesc e significa essere vivente; quindi, secondo il contesto, equivale a vita, persona, animale, oppure ai pronomi corrispondenti: essa, egli, esso ecc. Altre volte psychè indica l'anima nel senso di vita immortale, di componente spirituale dell'uomo, che sopravvive alla morte del corpo (cfr. Apocalisse 6,9).
Nel primo caso è inesatto tradurre psyché i con la parola italiana anima perché si presta facilmente ad equivoci. Questo appunto fanno i tdG per confondere le idee e insinuare l'errore.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Luca 6, 6-11
Ora c'era là un uomo, che aveva la mano inaridita (...). Gesù disse. Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato (…) salvare una vita (psychè) o perderla? (CEI, BIB, BC, BI, SG, Rv, PdG, NEP, PC).
BIBBIA DEI tdG
Luca 6, 6-11
E vi era presente un uomo la cui mano destra era secca (...). Gesù disse loro: lo vi chiedo: E' lecito di sabato (...) salvare o distruggere un'anima? (psychè).
Osservazione:
E' chiaro che Gesù intende salvare cioè guarire un uomo, dare la salute fìsica a una vita umana. Non vi è il minimo cenno alla salvezza o distruzione dell'anima, ossia alla sopravvivenza o meno l'uomo subito dopo, la morte. I geovisti, con una traduzione errata e radicalmente diversa da quella che dà la Bibbia dei cristiani, insinuano che l'anima può essere distrutta.
2) Atti 3, 23
E chiunque (psychè) non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo (CEI, BS, BC, SG, RY, PdS, NEP, PC).
Atti 3, 23
In realtà, (psychè) ogni anima che non ascolterà quel Profeta, sarà completamente distrutta di fra il popolo.
Osservazione:
La Bibbia qui neppure lontanamente insegna lo stroncamento eterno, ossia la distruzione completa dell'uomo, il suo ritorno nella non-esistenza, come insinua la traduzione errata della Bibbia geovista. Qui si parla unicamente della sorte di un israelita (di un uomo), che non avesse voluto ascoltare la voce del Profeta. Egli poteva essere escluso dal popolo di Dio e anche ucciso.
Se la Bibbia dell'Istituto Biblico traduce anima, la parola anima vuol dire persona com'è stato spie- gato nella nota .
2) Apocalisse 8, 9 e 16, 3
E un terzo delle creature che vivono (psychai) nel mare morì (8,9). E perì ogni essere vivente (psychè) che era nel mare (16,3) (CEI, BIB, BC, BJ, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
Rivelazione 8,9 e 16,3
E un terzo delle creature che sono nel mare e che hanno anima morì (8,9). E ogni anima (psychè) morì, sì, le cose del mare (16,3).
Osservazione:
Nell'uno e nell'altro testo si parla di pesci o animali marini, cioè di esseri viventi della specie animale, non di anime. Per i geovisti non vi è differenza essenziale o di natura tra l'uomo e la bestia. Tutti son anime viventi. Sprezzanti di ogni proprietà di linguaggio i tdG chiamano anime i pesci per poter dimostrare (a chi?) che l'anima umana muore come muoiono gli animali marini. Dio ha fatto l'uomo a sua immagine e somiglianza (Genesi 1, 27); i tdG lo fanno a immagine e somiglianza delle bestie.
La sorte del buon ladrone (Lc. 23, 43)
In tema di sopravvivenza dell'uomo subito dopo la morte i tdG, per dare una base biblica al loro gravissimo errore, corrompono le consolanti parole dette da Gesù al morente ladrone pentito: “lo ti dico: oggi sarai con me in Paradiso” (Luca 23, 43). L'evidenza dell'immortalità dell'anima o sopravvivenza dell'uomo alla morte del corpo è talmente luminosa nelle parole di Gesù che distrugge irrimediabilmente l'errore geovista. Da qui ogni loro sforzo per oscurare tanta luminosità.
BIBBIA DEI CRISTIANI
Luca 23, 43
E aggiunse: Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gli rispose: In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso (CEI, BIB, BC, B-T, SG, Rv, PdS, NEP, PC).
BIBBIA DEI tdG
Luca 23, 43
E proseguì dicendo: Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno. Ed egli disse a lui: Veramente ti dico oggi: Sarai con me in Paradiso.
Osservazioni:
a) La diversità essenziale consiste nella collocazione della punteggiatura nelle parole di Cristo al buon ladrone. Se i due punti (o virgola) vanno posti prima di “oggi” (come deve essere fatto), il senso chiaro è che Cristo assicura al buon ladrone il Paradiso (o suo Regno) quello stesso giorno, subito dopo la morte. Se invece i due punti sono collocati dopo “oggi” (come fanno i tdG), il senso è che il ladrone quel giorno con la morte sarebbe tornato nella non-esistenza. Cristo tuttavia gli prometteva di risuscitarlo (o piuttosto crearlo di nuovo) in un futuro indeterminato su questa terra paradisiaca.
b) Contro la punteggiatura adottata dai tdG va notato che nel testo critico tanto elogiato dai geo- visti la punteggiatura è collocata prima di “oggi”. Malgrado il loro caloroso riconoscimento del testo critico e l'assicurazione di attenersi fedelmente ad esso (cfr. p. 14), gli anonimi traduttori della Bibbia geovista si sono discostati in questo caso dal testo originale (o critico) da cambiare sostanzialmente l'insegnamento della Bibbia.
Al contrario, la Bibbia dei cristiani mantiene la massima fedeltà alla Parola di Dio. In Luca 23, 43 la punteggiatura va collocata prima, non dopo “oggi”. Gesù ha detto al buon ladrone: “lo ti dico: oggi sarai con me in Paradiso”.
c) Per giustificare la loro traduzione corrotta della Bibbia i tdG ricorrono a tanti cavilli e peggio. Rimane, comunque, il fatto che nel testo di Luca 23, 43 la Traduzione del Nuovo Mondo è radicalmente diversa dalla Bibbia dei cristiani.
Presenza reale
Anche nei testi biblici riguardanti la presenza reale del Corpo e Sangue di Cristo nella SS.ma Eucaristia vi è una sostanziale differenza tra la Bibbia dei cristiani e la Traduzione del Nuovo Mondo.
Esempi di differenze
BIBBIA DEI CRISTIANI
1) Matteo 26, 26-29
Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane (... ) lo spezzò, e lo diede ai discepoli dicendo: “Pren- dete e mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese il calice lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, versato per molti, in remissione dei peccati” (CEI, BIB, BJ, SG, BC, RY, PdS, NEP, PC) .
BIBBIA DEI tdG
Matteo 26, 26-29
Mentre continuavano a mangiare, Gesù prese un pane ( ... ), lo spezzò e, dandolo ai suoi discepoli, disse: “Prendete, mangiate. Questo significa il mio corpo”. E prese il calice ( ... ), lo diede loro, dicendo: “Bevetene voi tutti, poiché questo significa il 'mio sangue del patto', che deve essere sparso a favore di molti per il perdono dei peccati”.
Osservazioni
a) Secondo il testo critico (originale) nelle parole di Gesù vi è sempre il verbo essere: questo è (greco estìn). Il verbo essere può avere il senso simbolico (= significa) quando la frase è generica. Per esempio: Il seme è (= significa) la Parola di Dio (Luca 8, 1 1). lo sono la vite (Giovanni 15, 1), cioè la vite è, simbolo della mia persona. Qualunque seme può essere simbolo o emblema della Parola di Dio, come qualunque vite può significare Gesù Cristo.
b) Non così nel caso del pane e del vino della Cena del Signore. Gesù dice espressamente'. questo pane (e non altro) è il mio corpo. E così del vino. Se si trattasse solo di una presenza simbolica, Gesù avrebbe detto: il pane, ossia qualunque pane è, cioè significa, il mio corpo. Egli non ha detto così. Disse quelle parole con riferimento al pane che teneva nelle mani. E ordinò ai discepoli di ripetere la stessa cosa con riferimento a un pane e a un vino ben determinati.
c) San Paolo era di questo parere perché ammoniva i fedeli di Corinto a distinguere bene il pane comune, che consumavano nei loro pasti, dal pane della Santa Cena. Diceva l'apostolo: “Chi mangia e beve senza riconoscere (o distinguere) il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1 Corinzi 11, 29). Diceva pure: “Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e sangue del Signore” (1 Corinzi 11, 27). Com'è possibile distinguere il corpo del Signore o essere reo dei corpo e sangue del Signore, se nel pane e nel vino della Santa Cena non c'è né corpo né sangue del Signore?
Rapporti comunitari
Esempi di differenze
Levitico 5, 1-2
Se una persona pecca perché nulla dichiara, benché abbia udito la formula di scongiuro e sia essa stessa testimone e abbia visto o sappia, sconterà la sua iniquità (CEI, BIB, BC, BJ, SG, RY, NEP).
Levitico 5, 1-2 (tdG)
Ora nel caso che un'anima pecchi in quanto ha udito una maledizione pubblica ed è testimone o l'abbia vista o è venuto a saperla, se non la riferisce, deve rispondere del suo errore.
Osservazione:
Il pensiero dell'autore sacro è il seguente: se il testimone, cioè colui che ha visto o sappia, è chiamato a deporre e nella sua deposizione mentisse, oppure si sottraesse all'obblìgo di testimoniare, subirà le conseguenze del suo operato, conforme alla formula letta dal giudice.
I tdG fanno dire all'autore sacro: se qualcuno, che avesse udito una maledizione pubblica, ossia qualcosa contro la setta, non la riferisse ai capi, sarà debitamente punito. In altre parole, il Corpo Direttivo o dirigenti della società geovista incoraggiano e legittimano la delazione in base a un travisamento della Bibbia. Siamo in pieno regime poliziesco.
MI SARETE TESTIMONI (Atti 1, 8)
Vi sono segni, e quali, della presenza dell'azione diabolica? (... ). Potremo supporre la sua sinistra azione là dove la menzogna si afferma ipocrita e potente contro la verità evidente (Paolo VI).
In pieno accordo di fede e di pensiero con i provvidenziali opuscoli di P. Tornese - che solo di recente ho avuto la fortuna di conoscere e di meditare alla luce di una verità obiettiva e anti-settaria - posso senz'altro affermare che, finalmente, è stata strappata la maschera completa ai seguaci del credo di Russell e alle loro vergognose propagande a suon di versetti.
Ero stata sicuramente plagiata, nel senso che avevo subìto una violenta iniezione di convinci- mento e di veleno nei confronti della mia vecchia fede, tuttavia la mia mente non era stata ottenebrata del tutto; infatti, mi ero imposta autonomia di pensiero e chiarezza di idee in ogni caso, allo scopo di valutare molto obiettivamente la realtà delle cose senza "attacchi" esterni o prese di posizione di qualsiasi natura.
La mia volontà avrebbe già ceduto, se non mi fossi convinta di questo: libertà e ponderatezza, innanzitutto! Ciò non toglie che il mio atteggiamento e la condizione di cautela volutamente impostami desse chiaro fastidio ai miei occasionali amici. Appariva fin troppo evidente che non sopportavano la mia "resistenza" o le mie sincere obiezioni a quanto da loro martellatomi di continuo a furia di versetti.
Non c'era un attimo in cui potessero farne a meno; i loro limiti sembravano lampanti e innumerevoli, visto che a qualsiasi replica, domanda o chiarimento da parte mia facevano sempre uso degli stessi versi, rintracciati a memoria e declamati ormai meccanicamente da ognuno di loro. Tutto sembrava squallidamente "standardizzato"; l'uno ripeteva i concetti dell'altro, facendo persino uso della medesima terminologia e proprietà lessicale.
Non esisteva ragionamento, discernimento, oculatezza o un minimo di personalità e obiettività in tutto ciò che andavano asserendo. Tuttavia, allora mi parvero solo delle impressioni, compreso il fatto che mi piombavano più volte a casa, all'improvviso, sempre col terrore di vedermi "sfuggire", e che, quando accadeva di non riuscire a convincermi del tutto, ritornavano coi "rinforzi" per inculcarmi ancor più tenacemente le loro dottrine.
La mia posizione verso la Chiesa non era affatto cambiata, ci fosse stata o no la presenza di quelle strane persone, ragion per cui ero sempre più convinta di voler cercare la verità senza influenze di nessun tipo. Mi ero ormai allontanata da tempo dal Cattolicesimo e dalle sue pratiche, che ritenevo inutili e infruttuose, per cui era stato facile per i tdG, fieri delle loro conquiste, fare presa sulla mia insicurezza, sperando in una nuova vittima da arruolare nelle loro schiere.
Notai dal primo momento nei loro volti un'evidente forma di godimento e di orgoglio dinanzi al mio stato di confusione interiore; ero assillata dalla ricerca della verità, in lotta con me stessa, in polemica con il mio solito credo e, per giunta, reduce da una delusione affettiva che mi aveva letteralmente stroncata. Loro lo sapevano, e gioivano nel potermi aiutare a modo loro.
Quindi, per sete di conoscenza, mi lasciai guidare allo studio (poi fortunatamente abbandonato per sempre a metà libro) del volumetto azzurro “La verità che conduce alla vita eterna”, studio che loro conducevano periodicamente a casa mia, e all'ascolto domenicale (che io resi tale, anche se i tdG avrebbero per forza voluto prolungarlo al martedì e al giovedì, i giorni stabiliti dei loro incontri) nella sala del regno della mia zona.
Uno dei motivi base che mi spinsero successivamente al rigetto totale della loro presenza e della loro propaganda fu proprio l'esito della partecipazione a quelle strane adunanze.
Anche lì tutto sembrava stereotipato, freddo, come qualcosa preso da un medesimo e mai cangiante meccanismo: le persone, le parole, le riviste, ogni cosa era già sancita e determinata in partenza, specie gli argomenti e le letture de “La Torre di Guardia”: eternamente, incessantemente, a ritmo serrato fino alla nausea, la ripetizione degli stessi concetti, delle stesse accuse, delle stesse promesse, e tutto innaffiato da continui strali di odio e maledizioni contro i non seguaci della setta; la perenne invocazione di giustizia a un dio di morte, un crudele sanguinario desideroso solo di preservare dalla malvagità e dalle presunte persecuzioni (ma quali?) i suoi protetti.
Non ne potevo sinceramente più di quella solfa; si partiva da un argomento e si finiva irrimediabilmente col ribadire la solita storia: premio e "oscar" di perfezione per loro e punizioni tremende per tutti gli altri. Stentavo a credere all'esistenza di un dio tanto meschino e razzista; eppure, la mia Chiesa così tanto contestata non aveva tanta grettezza mentale!
Tra i soliti discorsi propinati nella sala del regno e quelli martellati nella mia povera mente attraverso i loro libretti - che mi facevano acquistare di volta in volta - cominciai a vederci chiaro, e presi a diradare gli incontri.
Cominciavo soprattutto a notare vistosamente le loro eterne contraddizioni, tanto nel comporta- mento quanto nella pretesa di voler elargire i frutti della verità ricercati nella loro “Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture” (che poi, stranamente, non si chiama “Bibbia”, come, secondo la normale logica cristiana, avrebbe dovuto chiamarsi).
C'era un grosso contrasto tra ciò che dicevano e ciò che realmente facevano: blateravano di “accertarsi di ogni cosa”, secondo il principio dell'apostolo Paolo, ma in effetti si appellavano esclusivamente ai loro libretti variopinti, alle riviste ufficiali della setta “Svegliatevi!” e “La Torre di Guardia”, e alla loro strana Bibbia dal nome particolare; non mi consentirono di usare la mia Bibbia Cattolica, pur predicando che la loro era uguale a tutte le altre - perché “una è la Parola di Dio” - facendomi subito acquistare una copia della “Traduzione del Nuovo Mondo” per consentirmi la consultazione e lo studio successivamente intrapreso a casa mia; predicavano ancora amore e fratellanza, ma, in mia presenza e nelle loro adunanze, le stangate e le insinuazioni contro la Chiesa (Babilonia la Grande, secondo il loro punto di vista) e contro il “presente sistema di cose”, si rivelavano sempre più asfissianti e obbrobriose; amavano autodefinirsi umili e cristiani, a differenza di tutti gli altri miseri mortali non tdG, ma in realtà vedevo che disprezzavano i simili, specie il clero e i cattolici, considerandoli “ministri e seguaci di Satana” in termini aprioristici e sconsiderati; sbandieravano altre sentenze e appelli di amore e bontà universali, ma, nello stesso tempo, con orgoglio e presunzione a dir poco farisaica, il loro implicito motto ormai ultraritrito, continuava ad essere lo stesso: “Non avrai altra religione all'infuori della nostra” e simili.
All'epoca non conoscevo ancora gli stupendi opuscoli di P. Nicola Tornese, un uomo giusto, dalle idee chiare, preoccupato solo di difendere la verità della Bibbia, l'unico che abbia saputo sconfiggerli scritturalmente in pieno confutando ogni loro eresìa. Tuttavia, non ci voleva molto per rendersi conto della portata dell'inganno!
Non solo. Bibbia a parte, odio per la Chiesa (specie per P. Tornese) a parte, posso affermare senz'altro che non c'è nulla, in loro, di cristiano: indifferenti verso i fratelli, ignari del dolore che arrecano agli stessi genitori per il cinismo con cui conducono la loro squallida vita, insensibili ai richiami della vita sociale, affettiva, morale, militare e civile del Paese, insofferenti al lavoro e alla cultura, ancorati con caparbietà alle loro convinzioni unilaterali grazie all'oppio de “La Torre di Guardia” e del Corpo Direttivo di Brooklyn, ostili e rabbiosi verso i simili che non condividono né accettano passivamente la loro scuola, pieni di odio insano e di calunnie diffamatrici nei confronti della Chiesa e dei suoi ministri, si preoccupano soltanto di propagandare quanto più è possibile i frutti dei dirigenti russelliani da cui sono stati ottimamente eruditi.
Credo cattolico o meno a parte, cosa può esserci di cristiano in un'accozzaglia di concetti morbosi e antiscritturali - come ci dimostra con tanto amore e saggia scrupolosità P. Tornese nei suoi opuscoli - come quelli finora enunciati e da me personalmente sperimentati in virtù dei loro sofismi asfittici?
All'epoca, ero un'accanita sostenitrice del credo della setta, ma ora, grazie a Dio che me ne ha dato la forza e a P. Tornese che mi ha successivamente illuminata con le sue iniziative editoriali - faro della verità biblica contro i suoi denigratori - me ne sono definitivamente scissa ritrovando la serenità e la gioia perduta.
Difatti, con loro non avrei nemmeno potuto vivere con una certa serenità di spirito, visto che - e questo è bene che si sappia, in quanto ho scoperto che è una valida arma dei tdG contro coloro che intendono sottrarsi alle loro grinfie o comunque dubitano delle verità da loro elargite come oro colato - al minimo cenno di tentennamento da parte mia che non mi decidevo ad accettare “in toto” la loro tortura verbale, mi avevano inculcato il terrore di Satana e delle sue tremende reazioni notturne e non, se solo avessi tentato di sfuggire alla infallibile dottrina geovista.
Sembrerà assurdo, ma io vissi sul serio, grazie alla perfidia e alla malafede di questi lupi rapaci camuffati da pecore, il terrore mostruoso della presenza di Satana, a livello inconscio e mentale, anche perché non mancavano di ribadirmelo ogni volta che potevano.
Ora, per fortuna, sono uscita da quell'incubo, ma so che usano questo e altri infami metodi di persuasione verso tutti coloro, simpatizzanti e battezzati che siano, che nutrono perplessità in merito a un credo così volgare e settario.
I miei dubbi sono sfumati come nebbia al sole e la mia pace recuperata.
Gli opuscoli di P. Tornese hanno completato la mia redenzione donandomi fiducia e sicurezza nell'autentica verità della Bibbia, che ho avuto modo di conoscere e accettare completamente grazie anche a un linguaggio aperto e comprensibile. I suoi scritti fanno da luce e da guida a chi desidera inoltrarsi nella scoperta del vero, senza eufemismi e altre congetture cavillose; inoltre, esprimono tutta la chiarezza e l'onestà del vero cristiano che, con la sua completa preparazione di base ineccepibile in ogni sua angolatura, ci presenta con umiltà la via della fede.
Salerno, giugno 1984
Claudia Pastorino
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