Mio Figlio fu guarito alla nascita
Non l'ho mai fatto pubblicamente, ma oggi lo voglio fare,
cioè ringraziare il Signore e la Madonna (con le sue preghiere) per aver guarito/salvato mio figlio appena nato, l'11 Febbraio del 2005.
In famiglia quando ricordiamo quell'evento le lacrime di commozione miste a gioia affiorano nei nostri occhi, perchè quel ricordo rimarrà indelebile per tutta la nostra vita.
Accadde che quella mattina dell'11 Febbraio 2005 in ospedale nascevano diversi bambini, cosa assai usuale naturalmente, noi parenti che aspettavano lungo il corridoio all'uscita della sala parto vedevamo quei bambini appena nati uscire insieme alla loro mamma, poi portati in stanza e messi in braccio alla loro mammina.
Mi sarei aspettato che la stessa cosa accadesse per mio figlio e mia moglie, invece no.
Il dottore dopo una lunga attesa che lasciava spazio ad ansia, interrogativi, dubbi, perplessità, mi venne ad avvertire che il bambino era nato, ma non si vedeva uscire né la madre né il figlio, gli domandai il perchè, mi rispose che andava tutto bene, e che lo stavano lavando e preparando per portarlo in stanza con la mamma.
La preoccupazione cominciò a salire, dubbi, perplessità, incertezze, affollavano la mia mente e quella dei parenti, perchè mia moglie e mio figlio tardavano ad uscire? Cosa stava succedendo, o cosa era successo?
Dopo una mezz'oretta uscì mia moglie in barella con l'infermiere che la stava accompagnando in stanza, la fermai nel corridoio e le chiesi cosa fosse successo, mi disse che ancora non aveva visto neanche lei il bimbo.
Il mondo mi crollò addosso, pensai al peggio, sbiancai in volto, mia moglie mi rassicurò dicendomi che l'aveva sentito piangere, e i dottori gli riferirono che lo stavano lavando...
"Boh, lavando...? E quanto tempo ci vuole?"
Ma per non appesantire ulteriormente lo stato d'animo di mia moglie non le feci altre domande, le dissi, "Ok, allora non ti preoccupare" (mi preoccupavo io però).
La accompagnai pure io in stanza insieme all'infermiere, ma dopo qualche secondo ritornai subito davanti la porta della sala parto, per poter parlare con qualche dottore, dopo un pò uscì il pediatra che mi vece accomodare in una saletta interna per vedere mio figlio, "Ma che cosa ha? Che cosa è successo? Perché lo tenete ancora qui?" Chiesi in rapida sequenza.
Capivo benissimo che "complicazioni" significava la morte del bambino. Lo tenevano dentro una incubatrice con il tubicino dell'ossigeno infilato nel nasino, ma il suo pancino si sollevava ritmicamente in maniera impressionante, perché non riusciva a respirare bene, come quando si ha una crisi respiratoria e si cerca di respirare velocemente con affanno perché manca l'aria...
Ecco, in questi casi esclamai silenziosamente con il pensiero:
"Signore perchè proprio a mio figlio...perchè proprio a me?"
Mi ero portato la macchina fotografica essendo appassionato di fotografia ma ero come paralizzato non riuscivo a scattare nessuna foto, io che ne avevo scattate a migliaia...Provavo un senso di profonda impotenza, guardavo mio figlio respirare malissimo e io non potevo far nulla per aiutarlo, avrei dato la mia vita per lui, eppure in quella circostanza potevo solo guardarlo, ma oltre a guardarlo pregavo chi lo potesse veramente aiutare, Dio, Gesù si che lo potevano aiutare, lo potevano guarire, fiducioso ma spaventato pregavo in silenzio... chiedevo anche a Maria di pregare per mio figlio.
Dopo un pò mi sentii male, ma non mi allontanavo da mio figlio, continuavo a guardarlo, e a pregare, probabilmente ero sbiancato in volto perchè il dottore guardandomi in faccia mi fece accomodare su un divano nella saletta accanto per consentirmi di riprendermi, mi suggerì di mettere la testa in basso, tra le gambe, inclinata verso terra, credo che mi fosse ribassata la pressione... forse ero pallidissimo, sentivo un formicolio in tutte le dita delle mani.
Il dottore mi chiese l'autorizzazione di poterlo trasferire in un ospedale più attrezzato per questi casi di crisi respiratorie neonatali... ad alcuni chilolemetri di distanza... ma prima dovevano verificare se c'era posto...
Diedi immediatamente l'autorizzazione, ma trascorsero circa due ore prima che arrivasse l'ambulanza attrezzata con l'incubatrice a bordo.
Nel frattempo lo portarono dentro una piccola incubatrice in un'altra stanza, tutti lo potevamo vedere a turno, tranne mia moglie, impossibilitata ad alzarsi dal letto perchè dolorante per il parto cesareo.
Fuori dalla stanza c'era una statua della Madonna, e una suora che vista la gravità della situazione, invitò alcuni miei parenti a pregare insieme a lei con il rosario, sentivo quelle preghiere da dentro la stanza con mio figlio, e continuavo a pregare.
Dopo un pò arrivò l'ambulanza entrò in reparto il neonatologo con un'altra incubatrice messa su una specie di barella, e stavano per portarsi mio figlio, gli feci notare che la mamma ancora non l'aveva visto,
così lo portarono con tutta l'incubatrice ambulante dentro la stanza di mia moglie, che lo vide a circa 3 metri di distanza, ma non potè distinguere nemmeno bene il suo facciano perchè non poteva alzarsi dal letto a la barella con il bambino non poteva accostarsi più di tanto al suo letto, poi la corsa verso l'altro ospedale, l'ambulanza avanti e noi dietro con l'auto...
Sperimentai cosa si prova a guardare per un pò di tempo un' ambulanza in corsa.... sapendo che lì dentro c'è il proprio figlio in pericolo di vita...
Non si vede l'ora di arrivare all'ospedale... la strada sembra lunghissima, interminabile...come interminabili erano i mille interrogativi che affollavano la mia mente, riuscivo a stento a tenerli lontani con la preghiera, cercavo di concentrarmi sulla preghiera. In macchina con me c'erano mia madre, mio suocero e mia cognata, ogni tanto cercavamo di confortarci vicendevolmente, "non ti preoccupare andrà tutto bene", ma ognuno di noi si preoccupava eccome, tuttavia riponevamo la nostra fiducia in Dio.
Poco prima di arrivare in ospedale sorpassai l'ambulanza per scendere prima dall'auto e vedere passare mio figlio all'entrata del pronto soccorso... chiuso dentro l'incubatrice.
Lo vidi, che respirava ancora male, ma in maniera meno impressionante di prima,
Lo misero nel reparto neonatologia, una sorta di terapia intensiva per neonati, lo potei rivedere solo dopo 4 ore attraverso un vetro.
In quelle ore naturalmente pregavamo incessantemente, tutti, compreso la suora che faceva servizio di volontariato all'ospedale dove nacque, che come ho detto appena vide le condizioni del bambino coinvolse alcune donne e parenti presenti nel corridoio per recitare un rosario.
Avevo notizia che qualche bambino in quelle condizioni era morto per insufficienza respiratoria, la preoccupazione era fortissima.
Chiamai al telefono il mio padre spirituale, padre Eugenio, che naturalmente mi rassicurò e mi ricordò di avere fede,e che le sue preghiere non sarebbero mancate.
Insomma in quelle ore eravamo in parecchi a pregare per mio figlio, mia moglie per prima, ci sentivamo per telefono, visto che eravamo in due ospedali diversi.
La stessa sera di quell' 11 febbraio mio figlio non ebbe più alcun disturbo respiratorio, era come se non l'avesse mai avuto.
Lo tennero sotto osservazione altri due giorni, ma non manifestò più alcun disturbo, ripeto era come se non l'avesse mai avuto, come se non avesse mai avuto nulla.
Fu così che lo riportai nell'altro ospedale dove c'era ancora mia moglie in attesa di vedere nostro figlio, naturalmente sapeva che era guarito, ma non l'aveva ancora potuto abbracciare, non l'aveva ancora potuto tenere tra le sue braccia...
La sua (e la nostra) gioia fu indescrivibile quando se lo mise tra le braccia e lo baciò per la prima volta, beh questa volta erano lacrime di gioia.
Non ha mai avuto più nessun sintomo, è cresciuto sano come un pesce.
Ecco, di questo ringrazio ancora oggi il Signore Gesù e la Madonna, perchè sono sicuro che anche lei pregò Gesù affinchè guarisse mio figlio.
Queste sono cose che non si dimenticano per tutta la vita, dopo qualche mese fu incredibile sentire mia moglie chiedermi di accompagnarla con la macchina ai piedi del santuario dedicato alla Madonna che si trova in alta montagna, e appena arrivati all'inzio della lunga strada che sale lì... vederla scendere dalla macchina per salire a piedi fino al santuario, in segno di umiliazione/gratitudine verso Maria nostra madre, e verso Dio che aveva guarito nostro figlio.
Per questo motivo, quando nacque dopo alcuni anni mia figlia, l'abbiamo chiamata Myrhiam in onore di Maria, e per gratitudine verso la mamma di nostro Signore Gesù.
Ogni anno quando festeggiamo il compleanno di mio figlio l' 11 Febbraio in noi c'è un misto di commozione, gioia e gratitudine verso Dio, e verso la Madonna che pregò per nostro figlio.
Non ho mai scritto questa testimonianza per una sorta di pudore e/o per riservatezza, ma oggi ho voluto finalmente rendere testimonianza a Dio di quanto mi ha fatto (e c'è molto altro, in diverse occasioni).
Oggi 11 Febbraio 2015 giorno in cui ricordiamo la prima apparizione di Maria a Lourdes, ho voluto pubblicare questa testimonianza, perchè ritengo si giusto ringraziare pubblicamente il Signore.
Grazie Signore per quello che hai fatto per me, e per quello che continui a fare ogni giorno!
Incardona Salvatore