Il Natale festa pagana? Cristiano Albero di Natale Presepe - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

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Il Natale festa pagana? Cristiano Albero di Natale Presepe

Testimoni di Geova
IL NATALE FESTA PAGANA?

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Un po' di storia
1 - Carl Taze Russell, il fondatore della setta geovista, celebrava il Natale. A informarci sono proprio i testimoni  di Geova.
“Al tempo del pastore Russell, si celebrava il Natale nella vecchia casa biblica di Allegheny, in Pennsyìvania (…). A Natale il fratel Russell dava ai componenti della famiglia della casa biblica pezzi da cinque o dieci dollari d'oro (...).
Vi era pure un albero di Natale nella sala da pranzo della Betel. Invece del solito 'Buon Giorno ', il fratel Russell au agurava  'Buon Natale a tutti'”.
Russell dunque, il profeta degli ultimi tempi, non seppe leggere nella Bibbia l'origine pagana del Natale, e neppure capì che offrire doni deve dirsi un gesto di marcata natura pagana.

Ci vollero ancora quattordici anni dopo la sua morte, e dieci di governo del suo successore Joseph Franklín Rutherford, perché i nuovi profeti della Torre di Guardia si accorgessero dell'errore. Infatti, solo nel 1928 ebbe luogo la nuova  scoperta e d'allora in poi i fratelli di Betel non celebrarono più il Natale.

2 - Oggi tutti i membri della setta si attengono scrupolosamente alla nuova disciplina e rifuggono scandalizzati
da una celebrazione non autorizzata da Geova e inventata dalla “grande meretrice” (= la Cristianità).
Per i geovisti questo è un articolo di fede. E affinché i gregari siano tenuti ben saldi nell'errore e nell'ignoranza,
ogni anno puntualmente, nell'approssimarsi del Santo Natale, La Torre di Guardia, che è l'organo ufficiale della setta,
propina ai suoi disciplinati lettori le stesse idee trite e ritrite sul Natale come festa pagana. Vi aggiunge naturalmente nuovi sofismi adatti alle circostanze, torturando la Bibbia, e sfasando arbitrariamente qualche frase presa qua e là da riviste e pubblicazioni anche cattoliche.

Non è difficile capire come questo richiamo alla disciplina col relativo martellamento dell'errore sia necessario e opportuno. Infatti, nel tempo di Natale tutto il mondo, cristiano e non cristiano, gioisce al ricordo della venuta su questa terra del Principe della Pace (Isaia 9, 5). Solo i geovisti devono tenersi in dispettoso isolamento come esige la ferrea disciplina della setta, aspettando la fine per dare un sospiro di sollievo. Inculcare l'errore serve a colmare in qualche modo il vuoto e a rimarginare la ferita.

Vi annuncio una grande gioia (Luca 2, 10-11) Ma la storia del Natale è ben diversa da quella raccontata da La Torre di Guardia. Nessun uomo, che abbia un minimo di cultura, e tanto meno i veri cristiani, pensano lontanamente a “un dio pagano” nella celebrazione del Santo Natale. Vi pensano solo i testimoni di Geova!

1 - I veri cristiani, come tutti sanno, a Natale ricordano unicamente la nascita del Salvatore dei mondo, Gesù Cristo. Esultano perché il Figlio di Dio, eterno e invisibile come il Padre, cominciò a essere anche uomo (Giovanni 1, 14;
Gal. 4, 4; Matteo 1, 22-25). Nel tempo di Natale i veri cristiani vogliono godere in modo particolare dell'annuncio dell'angelo ai pastori: “Vi annuncio una grande gioia, che sarà per tutto il popolo: Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore” (Luca 2, 1 0-1 I); e vogliono gustare in una forma più intensa i racconti biblici della nascita di Cristo, e risentire con gioia l'inno della moltitudine celeste:

Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama
(Luca 2, 13-14)

Gal. 4, 4; Matteo 1, 22-25). Nel tempo di Natale i veri cristiani vogliono godere in modo particolare dell'annuncio dell'angelo ai pastori: “Vi annuncio una grande gioia, che sarà per tutto il popolo: Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo Signore” (Luca 2, 1 0-1 I); e vogliono gustare in una forma più intensa i racconti biblici della nascita di Cristo, e risentire con gioia l'inno della moltitudine celeste:

Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama
(Luca 2, 13-14)


Le feste, come i compleanni, il Natale, il carnevale, ecc., o certi "gesti" con significato sociale o affettivo come i brindisi, sono condannati in base alla dottrina attuale del Corpo Direttivo dei TdG essenzialmente per tre motivazioni:

   hanno un origine pagana

   la Bibbia non dice che i primi cristiani praticassero tali feste o "riti"

   incoraggerebbero l’idolatria

Riguardo il punto 1, la Svegliatevi! dell'8/6/77 pag.12-15, in un articolo sui simboli pagani, diceva in sostanza che ciò che conta è il significato che oggi hanno tali simboli e che è una perdita di tempo investigare sulla loro origine pagana. Altre dichiarazioni simili si trovano nella Torre di Guardia del 1°/11/72 e nella Svegliatevi! dell'8/1/2000. Siamo completamente d’accordo su questo, anche perché gli stessi TdG accettano usanze e gesti di origine pagana come l’anello di matrimonio, i saluti (dire "buongiorno" e "buonasera" ha un'origine pagana; per gli antichi Romani, infatti, salutare in questo modo aveva un significato augurale e di invocazione alle divinità "competenti"), ecc., in quanto giustamente oggi non hanno più quel significato.

Ma allora perché si può festeggiare l’anniversario di matrimonio (che non è menzionato nella Bibbia) e non quello della nascita (= compleanno) che per la Bibbia è un evento ugualmente felice? (Luca 2:10-14) Perché non brindare con significato di socializzazione festosa?; perché impedire ai bambini di giocare mascherati da "Principessa" o da "Indiano" (non certo da soldato in armi, per evidenti e ben più profondi motivi), ecc.?

Riguardo il punto 2, la Bibbia non menziona certe feste o gesti per il semplice motivo che non esistevano; è significativo però che i cristiani erano liberi di partecipare alle feste nazionali ebraiche anche dopo l’abolizione della legge (Col.2:16-17). In base alle dottrine del Corpo Direttivo anche l’apostolo Paolo sarebbe quindi considerato un "apostata" perché disse che osservare o meno certi giorni è un fatto puramente individuale! (Vedi Rom. 14:5-6).

Riguardo il compleanno, che è citato nella Bibbia, i TdG sostengono che, essendo in relazione al culto idolatrico del Faraone o del Re, non è adatto ad un cristiano. In realtà, oltre al compleanno del Faraone (Genesi 40:20) e a quello di Erode (Matteo 14:6), vi è una terza festa menzionata dalla Bibbia per una nascita ed è quella di Gesù! In Luca 2:10-14 troviamo in occasione della nascita di Gesù tutti gli elementi tipici di una festa di compleanno: i canti e le lodi in cielo, allegria, le visite degli ospiti ed i regali. Anche oggi infatti, nessun cristiano si sognerebbe di "idolatrare" suo figlio ma vorrebbe solo ricordare il momento felice della sua nascita. A maggior ragione non taglierebbe certo la testa a qualcuno come regalo di compleanno! D’altra parte, anche in occasione di feste nuziali, accettate dal Corpo Direttivo, si verificavano occasionalmente comportamenti poco cristiani come l’ubriachezza, ma questo non impedisce oggi di festeggiare i matrimoni purché non ci si ubriachi.

Riguardo il punto 3, gli stessi TdG continuano ad usare ad esempio il calendario che era una forma di idolatria verso divinità pagane (come si può notare ancora oggi nei nomi dei giorni della settimana e dei mesi). Ma anche qui i cristiani, non attribuendo ora più quel significato, possono tranquillamente usarlo. La Bibbia è chiara al riguardo, l’idolo in se non è nulla, siamo noi a creare gli idoli nel momento in cui crediamo che essi abbiano potere su di noi (I Cor. 8:4) Se l’apostolo Paolo avesse "ragionato" come il Corpo Direttivo non avrebbe mai mangiato qualcosa che era stata appena offerta nel corso di una cerimonia idolatrica; altro che accettare una fetta di torta di compleanno! (I Cor. 8:9-13).

In conclusione la dottrina del Corpo Direttivo riguardo alle feste è intrinsecamente contraddittoria, non in armonia con lo spirito della Parola di Dio e molto simile all’attitudine dei Farisei (fariseo significa separato, puro) che impiegavano il loro tempo a discutere su ciò che era puro e ciò che era impuro e a stabilire regole, che poi il popolo doveva seguire, come se dipendesse dalle regole essere puri! La conseguenza di questi divieti è stata quella di porre carichi inutili e pesanti sulle spalle dei TdG che hanno causato sofferenze e problemi familiari, ma che sono molto utili a rendere i TdG ancor più "separati dal mondo" e quindi sempre più intrappolati nell’organizzazione dello "Schiavo".

Claudio Forte


L'ultimo Natale celebrato alla Betel di Brooklyn nel 1926

I TdG smisero di celebrare il Natale solo nel 1927 (Proclamatori, p. 200), molti anni dopo la loro presunta "liberazione da Babilonia la Grande" (la "falsa religione") che sarebbe avvenuta nel 1919. È piuttosto strano quindi che per quasi cinquant'anni della loro "storia" i Testimoni non avessero eliminato dalle loro pratiche quella che attualmente essi definiscono un'‛usanza che dispiace a Dio’ (Cosa richiede Dio da noi?, p.5).

Come giustificavano gli "Studenti Biblici" (così venivano chiamati  i TdG fino al 1931) il fatto che essi festeggiassero il Natale, nonostante la data del 25 dicembre sia solo una delle date possibili - e per alcuni probabile - della nascita di Gesù? Ecco cosa si legge in alcune loro pubblicazioni:

- "È del tutto senza importanza il giorno in cui il Natale è celebrato; noi possiamo giustamente celebrarlo" - WT del 15/12/1903; cliccare qui per visualizzare l'articolo originale
- «Anche se il giorno di Natale non è realmente l'anniversario della nascita di nostro Signore... Poiché la celebrazione della nascita di nostro Signore non è materia di decreto divino, ossia di comando, ma semplicemente un segno di rispetto per Lui, non è necessario cavillare sulla data. Possiamo quindi unirci al mondo civilizzato celebrando questo grande avvenimento nel giorno in cui la maggioranza lo celebra, il giorno di Natale» - WT del 1/12/1904;
- «Non è molto importante che il 25 dicembre non sia l'anniversario della nascita del nostro Signore, o che egli sia nato in effetti verso il 25 dicembre. Un giorno vale l'altro se si tratta di commemorare la nascita nella carne di nostro Signore» - WT del 15/12/1908;

- «Questo evento [il Natale] è così importante che è sempre appropriato richiamarlo alla mente dei credenti, indipendentemente dalla data» - WT del 15/12/1926, p.371, § 3;
- «Caro [Fratello Russell], ... augurandoti un Buon Natale e un felice e vantaggioso nuovo anno, con molto amore cristiano...» - WT del 1° febbraio 1903, pag. 51; qui l'originale (146 kb).
Come doni per il Natale veniva suggerita l'offerta degli "Studi sulle Scritture", i volumi scritti da C.T. Russell - WT 15/11/1907;

Molti TdG credono che un tempo venisse festeggiato il Natale solo perché la Watch Tower non era ancora a conoscenza delle cosiddette "origini pagane" della festa, o perché si credeva che Gesù fosse nato davvero il 25 dicembre. I TdG sono convinti che i "fratelli" abbiano smesso immediatamente di seguire tali "consuetudini pagane" appena compresero come stavano le cose. Invece, come si nota dalle citazioni riportate in questa pagina, Russell e successori, erano a conoscenza del fatto che la data del 25 dicembre non è certa, però non ritenevano significativo questo particolare. Era più importante per loro commemorare la nascita del Salvatore che cavillare sulla data in cui questa sarebbe avvenuta e continuarono quindi a festeggiare il Natale per molti anni.

Riguardo il punto 2, la Bibbia non menziona certe feste o gesti per il semplice motivo che non esistevano; è significativo però che i cristiani erano liberi di partecipare alle feste nazionali ebraiche anche dopo l’abolizione della legge (Col.2:16-17). In base alle dottrine del Corpo Direttivo anche l’apostolo Paolo sarebbe quindi considerato un "apostata" perché disse che osservare o meno certi giorni è un fatto puramente individuale! (Vedi Rom. 14:5-6).


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