Neyda testimonianza di conversione.
Testimonianze Cristiane
Mi chiamo Neyda,
sono nata e cresciuta a Caracas in una famiglia religiosa praticante. Mi hanno educata bene, insegnandomi il valore della vita e della famiglia..Ho fatto i miei studi dall’asilo al diploma in un collegio di suore, rigidissima istruzione religiosa per poi continuare alcuni anni universitari nella Cattolica. A un certo momento della mia vita per motivi familiare ci siamo trasferiti in Sicilia,dove mi sono trovata nei primi anni come un pesce fuori dall’acqua, lingua e cultura completamente diverse…Non sono riuscita ad inserirmi in una comunità parrocchiale,non mi sentivo accolta, ero straniera(cosi dicevano) anche se mio padre è siciliano… ho subito la morsa di una insoddisfazione e di una solitudine così intime e profonde, che hanno progressivamente divorato il mio entusiasmo e i miei sogni, Ho speso così gran parte della mia giovinezza elemosinando conferme e inseguendo certezze, impegnandomi ad arginare i sintomi di un male di esistere che è diventato apatia prima, disperazione poi ed ecco che così comincia il mio allontanamento, non solo dalla chiesa ma anche da Dio. Ogni giorno che passava pregavo sempre meno al punto che ormai non facevo neanche il segno di croce. Mi sentivo indegna, sprofondavo sempre più nelle mie angoscie, nei miei problemi… non vedevo più una via di uscita. L’inferno? Esiste. Io l’ho vissuto. Conoscevo un Dio giudice, un Dio che condanna e che castiga, questo insegnava il catechismo ai miei tempi.Cosi sono passati gli anni…. Nel 1992 vengo invitata al Convegno di Rimini del Rinnovamento nello Spirito. Ho sentito dentro di me una forte spinta ad andarci e una grande emozione, anche se non sapevo bene di cosa si trattasse….non m’importava, volevo incontrare Dio.
Quando sono arrivata a Rimini mi è sembrato di tornare indietro a quando ero bambina, c’era una grande gioia, si cantava e si lodava il Signore senza stancarci mai. Arrivò il giorno della penitenziale, il giorno della mia liberazione; feci la confessione più bella della mia vita, mi sentivo di nuovo volare, mi sentivo tornata di nuovo alla mia casa, sentivo forte l’abbraccio benedicente e l’amore misericordioso del Padre. Quando sono ritornata al mio paese ero talmente piena di gioia che non finivo di raccontare a tutti quelli che incontravo le meraviglie che il Signore aveva fatto per me.Ero felicissima di aver trovato questa comunità, è stata per me un’opportunità, quella pagina bianca su cui scrivere di me e leggere a voce alta, senza sentirmi sbagliata, senza paura di piangere, senza l’incubo di deludere. Volevo trasmettere in qualche modo tutto quello che io provavo e che avevo vissuto… Dopo 3 giorni dal mio ritorno da Rimini, era il 1 maggio, mio figlio ha un incidente. Viene investito da una macchina riportando tante lesioni nel corpo,polmoni otturati, ma la cosa peggiore sono stati due gravi ematomi cerebrali e rimane in coma. Viene operato subito per uno degli ematomi; per quello della parte posteriore destra del cervello non si può fare niente perché è molto pericoloso.
Doveva riassorbirsi da solo. I medici mi dicono di prepararmi al peggio perché la situazione è molto grave. Sono stati attimi terribili, ma avevo la certezza che Gesù e la nostra Madre Maria erano li con la mia famiglia. Dal primo momento che sono salita nell’autoambulanza non ho mai smesso di pregare.Non sono mai più riuscita a pregare con quella intensità, non sentivo le voci delle persone, vedevo ma non ascoltavo, ero immersa, avvolta da una nube meravigliosa, ero in perfetto dialogo con Maria, sentivo la sua presenza accanto a me,mi sentivo forte, ero sicura che avrei potuto affrontare qualsiasi cosa. Ero io a confortare mio marito e i nonni. In loro c’era solo disperazione.
In me c’era una grande fede che Gesù non mi avrebbe abbandonata. Ricordo di aver fatto questa preghiera: Signore Gesù, ti ho incontrato e non voglio lasciarti mai più. Ti amo infinitamente, amo anche questo meraviglioso figlio che mi hai voluto donare nel tuo grande amore. Se lo vorrai con te sarò felice che il mio angelo vada in cielo con te, ma ti voglio pregare mio Signore, ho solo questo figlio, ti prego non togliermelo, lascia che viva, lascialo con me. Non sia fatta la mia, ma la tua volontà!Grazie Signore Gesù!
Dopo 3 giorni di coma mio figlio comincia a dare segnali di vita, ed ecco che ci fanno restare in ospedale con lui.I medici mi avevano preparata al peggio. Forse poteva restare con qualche handicap, oppure ci sarebbero voluti un po’ di anni di riabilitazione per poter tornare alla normalità.
Quando sono arrivata a Rimini mi è sembrato di tornare indietro a quando ero bambina, c’era una grande gioia, si cantava e si lodava il Signore senza stancarci mai. Arrivò il giorno della penitenziale, il giorno della mia liberazione; feci la confessione più bella della mia vita, mi sentivo di nuovo volare, mi sentivo tornata di nuovo alla mia casa, sentivo forte l’abbraccio benedicente e l’amore misericordioso del Padre. Quando sono ritornata al mio paese ero talmente piena di gioia che non finivo di raccontare a tutti quelli che incontravo le meraviglie che il Signore aveva fatto per me.Ero felicissima di aver trovato questa comunità, è stata per me un’opportunità, quella pagina bianca su cui scrivere di me e leggere a voce alta, senza sentirmi sbagliata, senza paura di piangere, senza l’incubo di deludere. Volevo trasmettere in qualche modo tutto quello che io provavo e che avevo vissuto… Dopo 3 giorni dal mio ritorno da Rimini, era il 1 maggio, mio figlio ha un incidente. Viene investito da una macchina riportando tante lesioni nel corpo,polmoni otturati, ma la cosa peggiore sono stati due gravi ematomi cerebrali e rimane in coma. Viene operato subito per uno degli ematomi; per quello della parte posteriore destra del cervello non si può fare niente perché è molto pericoloso.
Doveva riassorbirsi da solo. I medici mi dicono di prepararmi al peggio perché la situazione è molto grave. Sono stati attimi terribili, ma avevo la certezza che Gesù e la nostra Madre Maria erano li con la mia famiglia. Dal primo momento che sono salita nell’autoambulanza non ho mai smesso di pregare.Non sono mai più riuscita a pregare con quella intensità, non sentivo le voci delle persone, vedevo ma non ascoltavo, ero immersa, avvolta da una nube meravigliosa, ero in perfetto dialogo con Maria, sentivo la sua presenza accanto a me,mi sentivo forte, ero sicura che avrei potuto affrontare qualsiasi cosa. Ero io a confortare mio marito e i nonni. In loro c’era solo disperazione.
In me c’era una grande fede che Gesù non mi avrebbe abbandonata. Ricordo di aver fatto questa preghiera: Signore Gesù, ti ho incontrato e non voglio lasciarti mai più. Ti amo infinitamente, amo anche questo meraviglioso figlio che mi hai voluto donare nel tuo grande amore. Se lo vorrai con te sarò felice che il mio angelo vada in cielo con te, ma ti voglio pregare mio Signore, ho solo questo figlio, ti prego non togliermelo, lascia che viva, lascialo con me. Non sia fatta la mia, ma la tua volontà!Grazie Signore Gesù!
Dopo 3 giorni di coma mio figlio comincia a dare segnali di vita, ed ecco che ci fanno restare in ospedale con lui.I medici mi avevano preparata al peggio. Forse poteva restare con qualche handicap, oppure ci sarebbero voluti un po’ di anni di riabilitazione per poter tornare alla normalità.
Ero felice solo per il fatto che mio figlio era vivo.Gesù non solo mi ha ridato mio figlio, ma era perfettamente guarito.Adesso ha 26 anni ed è una persona meravigliosa; gli ho trasmesso tutto l’amore e gli insegnamenti che Gesù ha dato a me. Grandi cose ha fatto il Signore per noi e non potrà bastare tutta la vita per ringraziarlo. Ma ho vissuto e sto vivendo anche un pezzetto di cielo in terra, che ha educato il mio cuore alla gratitudine e ha aperto davanti ai miei occhi nuovi e straordinari orizzonti, ridandomi dignità e gioia di esistere. Oggi sono una persona migliore e più consapevole; povera di cose ma ricca di una serenità che mai avevo conosciuto. Da allora la mia vita è cambiata sempre in meglio. Attraverso la preghiera, la parola di vita, i sacramenti, mi sento tutt’uno con il Signore. Adesso posso dire non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me. Si, continuo a cadere tante volte al giorno, perché pecco ogni momento, ma Lui è li sempre accanto a me, a tendermi la sua mano per aiutarmi a rialzarmi. La mia missione è diventata la testimonianza, attraverso la famiglia che mi ha donato e le persone che mi mette accanto. Insegno catechismo ai bambini della mia parrocchia; nel mio piccolo cerco di fare quello che posso. Ho imparato a riconoscere la vera gioia e a desiderarla, a mettermi seriamente in discussione per raggiungerla. Niente di scontato.
La serenità e la pace del cuore nascono da un lungo e doloroso viaggio dentro me stessa, ma se è Dio che mi guida, tutto diventa possibile, anche accettare di mostrarmi diversa da come ho sempre creduto o dovuto far credere di essere. E allora sono libera… finalmente libera di amare, pensare, sentire… Sono finalmente libera di ESSERE e di volare!Non ci vogliono grande cose, a volte basta un semplice sorriso, un abbraccio, una parola di conforto. Non dimentichiamo che Gesù non è venuto per essere servito, ma per servire. E cosi dobbiamo fare anche noi. Doniamoci ai fratelli; è attraverso il servizio che diveniamo simili a Lui. Grazie Signore per il tuo infinito amore, per la tua grande misericordia che elargisci in gran quantità a tutti. Tu ci ami cosi come siamo, ci modelli giorno per giorno, siamo come vasi di creta nelle tue mani. Solo questo ti chiedo, Signore: abitare nella tua casa per lunghissimi anni.
Sia lode e Gloria al Signore per sempre! Amen