Gabriele Kuby da Budda e New Age a Cristo
Testimonianze conversioni cristiane
Gabriele Kuby e la battaglia contro il relativismo
Posted on 26 luglio 2008 by ago86Un tempo era sincretista e dedita al New Age, ora si è convertita al cattolicesimo e nel 2005, rendendo noto uno scambio epistolare di due anni prima con l’allora card. Ratzinger, aveva denunciato i rischi e le seduzioni contenute nella saga di Harry Potter. Parla la studiosa tedesca Gabriele Kuby impegnata a combattere contro la "dittatura relativista" che si esplica nel "politicamente corretto" e nell’ideologia del gender diffusa in ambiente Onu e Ue: «Stiamo distruggendo da soli l’eredità e la popolazione cristiana rifiutando la procreazione e uccidendo milioni di bambini nel grembo delle madri, mentre da noi la popolazione musulmana cresce in maniera rapida. Ma dobbiamo lavorare per un Rinascimento cristiano in base a quanto l’angelo Gabriele disse a Maria: "Niente è impossibile a Dio"»
«Oggi la cultura dominante è quella del ‘politicamente corretto’, che viene dal ’68: non è altro che un modo per mascherare le tendenze totalitarie della società»
Kuby: dalla New Age a papa Ratzinger
Dal Sessantotto a Benedetto XVI, dal sincretismo religioso alla devozione alla Vergine. Gabriele Kuby, sociologa tedesca, 64 anni, si è riavvicinata al cristianesimo dopo un trascorso all’insegna della New Age. Ora lotta intellettualmente contro la "dittatura relativista" che – denuncia – si esplica nel "politicamente corretto" e nell’ideologia del gender diffusa in ambiente Onu e Ue. Il suo nome fece il giro del mondo nel 2005 quando rese nota (su permesso dell’interessato) la sua corrispondenza privata – risalente a 2 anni prima – con l’allora cardinale Joseph Ratzinger riguardo la saga di Harry Potter, sulla quale la studiosa aveva condotto uno studio critico. «E’ bene che lei, stimata e cara signora Kuby – le aveva scritto il futuro Papa – illumini la gente su Harry Potter, perché si tratta di subdole seduzioni, che agiscono inconsciamente distorcendo profondamente la cristianità nell’anima», fu l’incoraggiamento di Ratzinger alla Kuby. Che in questa intervista rievoca la sua conversione e spiega cosa significhi per lei guardare cristianamente al reale.
Quando si è convertita?
«A otto anni dissi a mia madre piangendo: "Andrò all’inferno se non sono battezzata!". Da neonata non avevo ricevuto il battesimo perché mio padre, scrittore ben noto e giornalista di sinistra, era agnostico. Mia mamma, protestante, credeva in Dio e in seguito fece battezzare i suoi cinque figli, però io non coltivai il seme della grazia. Studiai sociologia a Berlino: Dio e la fede svanirono dal mio orizzonte; abbandonare la Chiesa fu una semplice formalità. Partecipai al Sessantotto come rappresentante degli studenti, ma non a lungo: l’innato senso per la verità mi salvò dall’ideologia marxista e femminista. Vissi alcune esperienze con cui Dio mi si fece chiaramente presente. Ero sposata e madre di 3 bambini; nei 18 anni di matrimoni avevo vissuto cercando Dio dove non lo si può trovare: esoterismo, New Age e psicologia. La Chiesa era nascosta dietro la cortina dei miei pregiudizi e la litania di critiche ripetute nella nostra cultura.
La crisi coinvolse tutti gli ambiti della mia vita, incluso il matrimonio: quando mio marito se ne andò di casa nel 1996 una vicina mi disse: Prega! Lo feci di fronte ad un Buddha, ad una fotografia di una divinità indù e altri totem. Finivo dicendo: "Sono la serva di Dio, avvenga di me secondo il tuo volere!". Terminata la novena compresi che volevo diventare cattolica; da lì la mia vita cambiò. Fui incaricata di scrivere un libro sulle apparizioni mariane che diventò il diario della mia conversione, Il mio cammino verso Maria; pubblicato nel 1998, fu un bestseller».
Quali autori cristiani cominciò a leggere dopo la sua conversione?
«Quando iniziai a studiare il Catechismo della Chiesa cattolica e le encicliche di Giovanni Paolo II rimasi stupita nel trovare una luce che faceva splendere la verità sulla natura umana e i problemi del nostro tempo. Il Signore di Romano Guardini fu un libro importante che mi aprì cuore e mente a Gesù. I romanzi Il canto di Bernadette e Ascoltate la voce dello scrittore Franz Werfel mi hanno toccato in profondità; frequentai anche il filosofo Dietrich von Hildebrandt. Ero interessata alle storie di altri convertiti, specialmente le Confessioni di Sant’Agostino. È stupefacente che qualcuno, 1600 anni orsono, descrisse il suo cammino verso Dio, incluse le proprie ossessioni, le mosse per eluderLo, le aberrazioni e il proprio affidarsi, alla fine, alla grazia di Dio. Decisi di leggere solo libri che mi aiutassero a comprendere meglio la fede».
Come la conversione ha influenzato il suo lavoro culturale?
«Quando permettiamo che lo Spirito Santo illumini il modo in cui percepiamo le cose, il mondo e la natura umana appaiono diversi. Se possiamo dire che qualcosa è buono, dobbiamo essere capaci di affermare che qualcosa è cattivo: non è strano che la parola "sbagliato" stia sparendo dal nostro vocabolario? I sostenitori della nuova ideologia sul gender pensano sia corretto livellare la differenza tra uomo e donna e promuovere lo stile omosessuale tra i bambini nelle scuole: è giusto? Anche chi non è illuminato dalla Rivelazione circa la sessualità umana dovrebbe considerare la natura come un punto di riferimento».
Nel suo libro sulla "rivoluzione del gender" lei afferma che dopo il nazismo e il comunismo gli europei hanno ‘fallito’ perché non si sono preoccupati di cos’è la verità.
«Uno dei testi più illuminanti sulle radici filosofiche e la struttura del relativismo è Werte in Zeiten des Umbruchs di Joseph Ratzinger. Le radici risalgono a 4 secoli avanti Cristo, al filosofo greco Protagora: "L’uomo è la misura di tutte le cose", il credo del relativismo attuale. Ma un uomo è venuto tra noi, è Dio ed è misura di tutti gli uomini: Gesù Cristo, che afferma: "Io sono la via, la verità e la vita". Lui è la roccia su cui è stata costruita la meravigliosa ricchezza culturale dell’Europa, ma i relativismi tentano di distruggerla».
Quest’anno si è ricordato il 40° anniversario del Maggio francese: quali le sue eredità positive? Quali quelle negative?
«Devo sforzarmi per trovarne di positive: forse l’incoraggiamento ad una democrazia su base popolare, ovvero che le persone dovrebbero alzare la voce quando le cose vanno male. Ma si comportano così? Abbiamo una nuova legge non scritta basata sul politically correct cui ci si deve conformare se si vuole lavorare nei media, in politica, all’università, in ambito giuridico o medico. Il "politicamente corretto" è un modo per mascherare le tendenze totalitarie nella società. È l’ideologia del ‘68 sviluppata nell’ambito del gender: l’"uguaglianza" delle donne – al punto da sopprimere gli uomini – è positiva, la maternità sbagliata; tutte le perversioni sessuali sono accettate, ma continuare a pensare che la procreazione eterosessuale rappresenta ciò per cui siamo fatti è considerato un atto "discriminatorio", "omofono" e – per il Parlamento europeo – va sradicato e sanzionato. Gli impulsi ideologici del Sessantotto sono la causa della distruzione della famiglia e del disastro demografico dell’Europa. Ciò viene semplicemente ignorato dalla maggior parte dei legislatori; il Consiglio d’Europa – ad esempio ha votato ad aprile in favore di un accesso senza limiti all’aborto».
Lei critica il filosofo Robert Rorty che sostituisce la ricerca della verità con il ‘peso’ del voto democratico. È possibile costruire una democrazia fondata sulla verità?
«Se in una democrazia la gente decide quel che si deve fare, ci deve essere qualche nozione di cosa è bene e male per mantenere una nazione lungo la rotta del bene autentico. Ciò è espresso dall’affermazione seguente: la democrazia vive di precondizioni che non riproduce da se stessa. I significati fondativi con cui è arrivato nel cuore della gente l’orientamento verso il bene si trovano – si trovavano? – nella nostra cultura basata sul cristianesimo ».
Come vede il futuro dell’Europa rispetto al cristianesimo?
«Oggi la cultura dominante è quella del ‘politicamente corretto’, che viene dal ’68: non è altro che un modo per mascherare le tendenze totalitarie della società»
Kuby: dalla New Age a papa Ratzinger
Dal Sessantotto a Benedetto XVI, dal sincretismo religioso alla devozione alla Vergine. Gabriele Kuby, sociologa tedesca, 64 anni, si è riavvicinata al cristianesimo dopo un trascorso all’insegna della New Age. Ora lotta intellettualmente contro la "dittatura relativista" che – denuncia – si esplica nel "politicamente corretto" e nell’ideologia del gender diffusa in ambiente Onu e Ue. Il suo nome fece il giro del mondo nel 2005 quando rese nota (su permesso dell’interessato) la sua corrispondenza privata – risalente a 2 anni prima – con l’allora cardinale Joseph Ratzinger riguardo la saga di Harry Potter, sulla quale la studiosa aveva condotto uno studio critico. «E’ bene che lei, stimata e cara signora Kuby – le aveva scritto il futuro Papa – illumini la gente su Harry Potter, perché si tratta di subdole seduzioni, che agiscono inconsciamente distorcendo profondamente la cristianità nell’anima», fu l’incoraggiamento di Ratzinger alla Kuby. Che in questa intervista rievoca la sua conversione e spiega cosa significhi per lei guardare cristianamente al reale.
Quando si è convertita?
«A otto anni dissi a mia madre piangendo: "Andrò all’inferno se non sono battezzata!". Da neonata non avevo ricevuto il battesimo perché mio padre, scrittore ben noto e giornalista di sinistra, era agnostico. Mia mamma, protestante, credeva in Dio e in seguito fece battezzare i suoi cinque figli, però io non coltivai il seme della grazia. Studiai sociologia a Berlino: Dio e la fede svanirono dal mio orizzonte; abbandonare la Chiesa fu una semplice formalità. Partecipai al Sessantotto come rappresentante degli studenti, ma non a lungo: l’innato senso per la verità mi salvò dall’ideologia marxista e femminista. Vissi alcune esperienze con cui Dio mi si fece chiaramente presente. Ero sposata e madre di 3 bambini; nei 18 anni di matrimoni avevo vissuto cercando Dio dove non lo si può trovare: esoterismo, New Age e psicologia. La Chiesa era nascosta dietro la cortina dei miei pregiudizi e la litania di critiche ripetute nella nostra cultura.
La crisi coinvolse tutti gli ambiti della mia vita, incluso il matrimonio: quando mio marito se ne andò di casa nel 1996 una vicina mi disse: Prega! Lo feci di fronte ad un Buddha, ad una fotografia di una divinità indù e altri totem. Finivo dicendo: "Sono la serva di Dio, avvenga di me secondo il tuo volere!". Terminata la novena compresi che volevo diventare cattolica; da lì la mia vita cambiò. Fui incaricata di scrivere un libro sulle apparizioni mariane che diventò il diario della mia conversione, Il mio cammino verso Maria; pubblicato nel 1998, fu un bestseller».
Quali autori cristiani cominciò a leggere dopo la sua conversione?
«Quando iniziai a studiare il Catechismo della Chiesa cattolica e le encicliche di Giovanni Paolo II rimasi stupita nel trovare una luce che faceva splendere la verità sulla natura umana e i problemi del nostro tempo. Il Signore di Romano Guardini fu un libro importante che mi aprì cuore e mente a Gesù. I romanzi Il canto di Bernadette e Ascoltate la voce dello scrittore Franz Werfel mi hanno toccato in profondità; frequentai anche il filosofo Dietrich von Hildebrandt. Ero interessata alle storie di altri convertiti, specialmente le Confessioni di Sant’Agostino. È stupefacente che qualcuno, 1600 anni orsono, descrisse il suo cammino verso Dio, incluse le proprie ossessioni, le mosse per eluderLo, le aberrazioni e il proprio affidarsi, alla fine, alla grazia di Dio. Decisi di leggere solo libri che mi aiutassero a comprendere meglio la fede».
Come la conversione ha influenzato il suo lavoro culturale?
«Quando permettiamo che lo Spirito Santo illumini il modo in cui percepiamo le cose, il mondo e la natura umana appaiono diversi. Se possiamo dire che qualcosa è buono, dobbiamo essere capaci di affermare che qualcosa è cattivo: non è strano che la parola "sbagliato" stia sparendo dal nostro vocabolario? I sostenitori della nuova ideologia sul gender pensano sia corretto livellare la differenza tra uomo e donna e promuovere lo stile omosessuale tra i bambini nelle scuole: è giusto? Anche chi non è illuminato dalla Rivelazione circa la sessualità umana dovrebbe considerare la natura come un punto di riferimento».
Nel suo libro sulla "rivoluzione del gender" lei afferma che dopo il nazismo e il comunismo gli europei hanno ‘fallito’ perché non si sono preoccupati di cos’è la verità.
«Uno dei testi più illuminanti sulle radici filosofiche e la struttura del relativismo è Werte in Zeiten des Umbruchs di Joseph Ratzinger. Le radici risalgono a 4 secoli avanti Cristo, al filosofo greco Protagora: "L’uomo è la misura di tutte le cose", il credo del relativismo attuale. Ma un uomo è venuto tra noi, è Dio ed è misura di tutti gli uomini: Gesù Cristo, che afferma: "Io sono la via, la verità e la vita". Lui è la roccia su cui è stata costruita la meravigliosa ricchezza culturale dell’Europa, ma i relativismi tentano di distruggerla».
Quest’anno si è ricordato il 40° anniversario del Maggio francese: quali le sue eredità positive? Quali quelle negative?
«Devo sforzarmi per trovarne di positive: forse l’incoraggiamento ad una democrazia su base popolare, ovvero che le persone dovrebbero alzare la voce quando le cose vanno male. Ma si comportano così? Abbiamo una nuova legge non scritta basata sul politically correct cui ci si deve conformare se si vuole lavorare nei media, in politica, all’università, in ambito giuridico o medico. Il "politicamente corretto" è un modo per mascherare le tendenze totalitarie nella società. È l’ideologia del ‘68 sviluppata nell’ambito del gender: l’"uguaglianza" delle donne – al punto da sopprimere gli uomini – è positiva, la maternità sbagliata; tutte le perversioni sessuali sono accettate, ma continuare a pensare che la procreazione eterosessuale rappresenta ciò per cui siamo fatti è considerato un atto "discriminatorio", "omofono" e – per il Parlamento europeo – va sradicato e sanzionato. Gli impulsi ideologici del Sessantotto sono la causa della distruzione della famiglia e del disastro demografico dell’Europa. Ciò viene semplicemente ignorato dalla maggior parte dei legislatori; il Consiglio d’Europa – ad esempio ha votato ad aprile in favore di un accesso senza limiti all’aborto».
Lei critica il filosofo Robert Rorty che sostituisce la ricerca della verità con il ‘peso’ del voto democratico. È possibile costruire una democrazia fondata sulla verità?
«Se in una democrazia la gente decide quel che si deve fare, ci deve essere qualche nozione di cosa è bene e male per mantenere una nazione lungo la rotta del bene autentico. Ciò è espresso dall’affermazione seguente: la democrazia vive di precondizioni che non riproduce da se stessa. I significati fondativi con cui è arrivato nel cuore della gente l’orientamento verso il bene si trovano – si trovavano? – nella nostra cultura basata sul cristianesimo ».
Come vede il futuro dell’Europa rispetto al cristianesimo?
«Da un punto di vista umano vedo un futuro "nero". Stiamo distruggendo da soli l’eredità e la popolazione cristiana rifiutando la procreazione e uccidendo milioni di bambini nel grembo delle madri, mentre da noi la popolazione musulmana cresce in maniera rapida. Ma dobbiamo lavorare per un Rinascimento cristiano in base a quanto l’angelo Gabriele disse a Maria: "Niente è impossibile a Dio"».