Contraddizioni bibliche spiegate catechesi Bibbia - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

Vai ai contenuti

Contraddizioni bibliche spiegate catechesi Bibbia

Catechesi seconda parte

ESISTONO DELLE REALI CONTRADDIZIONI NELLA BIBBIA?


Le apparenti contraddizioni che troviamo nella Bibbia dipendono o da errate traduzioni dal ebraico-greco, o da forme espressive differenti, che non pregiudicano in nessun caso l'insegnamento biblico.
Bisognerebbe inoltre saper distinguere tra CONTRADDIZIONE - PARADOSSO E MISTERO per capire bene quello che leggiamo nella Bibbia.


Le persone che vanno in cerca di contraddizioni potrebbero dunque dire,  “Guarda--la Bibbia è piena di errori!” ed essendo inattendibile, decidere  di rigettarla per intero.
I credenti che confidano in Dio non hanno nessun problema  nell’armonizzare i Vangeli. Non c’è contraddizione se l’iscrizione dice  semplicemente, “Questo è Gesù di Nazaret il Re dei Giudei.”
I cristiani che confidano in Dio basano piamente la loro confidenza su due  verità:

1) “tutte le Scritture sono divinamente ispirate da Dio” (2 Timoteo 3:16);  e
2) una regola elementare della Scrittura è quella che Dio ha  deliberatamente incluso delle apparenti contraddizioni nella Sua Parola  per “intrappolare” gli orgogliosi. Ha “nascosto” le cose ai “saggi   prudenti” e le ha “rivelate ai Bambini” (Luca 10:21), scegliendo di proposito le cose folli per confondere quelle sagge (1 Corinzi 1:27).
Se l’empio rifiuta di abbassare se stesso per ubbidire al vangelo ma  invece desidera fare un processo alla Bibbia, Dio gli da abbastanza  materiale da costruirsi la forca da se stesso.

contraddizione, paradosso e mistero.
Una contraddizione  si ha quando “sia A che il contrario A, nello stesso contesto,  dichiarano di essere vere”. Ad esempio, se la Bibbia insegnasse in un  passo che Gesù è il Figlio di Dio e in un altro afferma invece che Egli  non è il Figlio di Dio, allora questa sarebbe una evidente  contraddizione. Se invece in un punto essa dicesse che Gesù è il Figlio  di Dio e dichiarasse poi da un’altra parte che un falso profeta  asserisce che Egli non è il Figlio di Dio, quella non sarebbe una  contraddizione. Ci farebbe notare semplicemente che non dovremmo credere  al falso profeta.
Un paradosso  è quando due affermazioni sembrano apparentemente contraddirsi l’un  l’altra, ma, esaminandole meglio, esse dimostrano che in pratica sono  complementari. Per esempio in alcune parti la Bibbia insegna che Gesù è  il Figlio di Dio e in altri posti ancora essa lo definisce il Figlio  dell’uomo. Gli scettici a questo punto sobbalzeranno chiedendo: “Chi era  Lui — il Figlio di Dio o il Figlio dell’uomo?” La risposta è che Lui  era entrambi!
La Bibbia insegna che Gesù è pienamente divino e  pienamente umano. Egli è veramente Dio e veramente uomo. Questo è il  miracolo che noi ricordiamo a Natale, quando Dio diventò un uomo, il  miracolo dell’Incarnazione. E per essere tecnicamente corretti, quando  Gesù usò il termine “Figlio dell’uomo”, si stava riferendo  all’appellativo di Messia già presente nell’Antico Testamento (Daniele  7:13). Nel chiamarsi il “Figlio dell’uomo”, Egli praticamente si  riferiva a sé stesso come “Il Salvatore”.
Un  altro paradosso che confonde molte persone riguarda le genealogie di  Gesù Cristo. Non ci vuole molto per constatare che la genealogia di Gesù  scritta nel libro di Matteo è molto diversa da quella riportata nel  libro di Luca. È troppo evidente per non essere notato. Anche questa  volta, la risposta è semplice: Gesù aveva due genitori. La genealogia  data da Matteo è dalla parte di un genitore e la genealogia data da Luca  passa attraverso l’altro genitore.

Ma come possiamo distinguere a quale  genitore si riferisce ciascuna genealogia? Ciò appare ovvio dal tema di  ogni singolo libro:
  • Matteo dà  un’immagine di Gesù come Re dei Giudei. La Sua genealogia quindi viene  derivata da Giuseppe, il Suo legittimo padre terreno.
  • Luca, un  medico, ci mostra Gesù come un essere umano. Si sofferma in particolare  sulla nascita di Gesù attraverso gli occhi di sua madre, Maria. Dunque, è  logico concludere che questa genealogia passa attraverso di lei.
L’ultimo termine che ancora dobbiamo chiarire in questo discorso è mistero. Un mistero è qualcosa di reale che tuttavia non possiamo comprendere appieno con la nostra capacità umana e limitata.
Un  esempio di questo è la controversia riguardante la predestinazione e il  libero arbitrio. Detto in altre parole: è Dio che predetermina il  nostro futuro o ognuno di noi sceglie il proprio destino? In pratica, io  credo che la Bibbia insegni che entrambe le posizioni sono valide. Con  le nostre menti limitate, possiamo avere difficoltà a comprendere come  possano essere vere nello stesso tempo (ed io sono consapevole di essere  limitato). Comunque, ancora una volta il problema non riguarda la  Bibbia ma la limitatezza umana.

 Ora ti vorrei dare un suggerimento riguardo alle difficoltà nella  Bibbia. Non permettere mai che ciò che non capisci ti ostacoli nel  credere. Non accetteremmo mai che un alunno delle elementari arrivi a  rifiutare tutta la matematica semplicemente perché non comprende un  calcolo.“Impara l’addizione, la sottrazione, l’algebra e la geometria”,  diremmo a lui, “e un giorno sarai in grado di capire anche il calcolo  più complicato”. Tuttavia alcune persone, quando si accostano alla  Bibbia, rifiutano di crederle se non riescono a comprendere tutto. “Se  io non riesco a capire questa cosa” affermano, “allora nemmeno crederò  che Dio esiste!”. Se questo è il tuo atteggiamento, probabilmente non  diventerai mai un cristiano (e probabilmente farai pochi progressi anche  in matematica!). Sì, la Bibbia racchiude molti misteri ed anche un gran  numero di paradossi. Ma se studiata correttamente e onestamente, non  troverai quelle contraddizioni delle quali si suppone ne sia piena. (FONTE Bibbia.it)

Le principali obiezioni si possono dividere nelle seguenti categorie:


A. Difficoltà basate sull'ignoranza dei fatti storici
Dati storici incompleti che avevano omesso Belsatsar dall'elenco dei re babilonesi sono un esempio di questo tipo di difficoltà. Ulteriori scoperte archeologiche non hanno fatto che confermare l'esattezza della Bibbia.

Il popolo degli Hittei è menzionato 46 volte nella Bibbia, ma per lungo tempo gli storici non avevano riconosciuto la sua esistenza, perché di questo popolo non ce n'era alcuna traccia se non nella Bibbia (vedi Esodo 3:8; 2 Re 7:6), finché nel 1906 gli archeologi scoprirono la capitale ittita e le rovine rivelarono che tale nazione era una delle tre civiltà più grandi del tempo antico, che si estendeva dal nord e dall'ovest del fiume Eufrate al Mar Nero, in Asia Minore.
Nel vangelo di Matteo è scritto che Gesù, nel lasciare la città di Gerico, guarì un cieco. Anche nel vangelo di Marco è scritto che Gesù guarì un cieco nei pressi di Gerico; apparentemente potrebbe trattarsi dello stesso evento, ma notiamo che nel secondo caso è scritto che Gesù si stava avvicinando a Gerico quando compì il miracolo.
Quest'apparente contraddizione è presto spiegata. Gli scavi compiuti da Ernest Sellin della German Oriental Society nel 1907-09 dimostrarono che al tempo di Gesù esistevano due città "gemelle" entrambe chiamate Gerico: una era un'antica città ebraica, l'altra era una città romana; distavano l'una dall'altra soltanto un miglio. Marco e Luca si riferivano dunque a queste due diverse città.

Queste e altre difficoltà bibliche del genere si risolvono semplicemente con la conoscenza dei fatti storici.
B. Difficoltà basate sull'ignoranza dei fatti biblici
Un esempio di questo tipo di difficoltà lo vediamo confrontando Numeri 25,9, in cui si legge che morirono 24.000 persone col flagello, e 1 Corinzi 10,8 che, riferendosi allo stesso fatto, dice che morirono circa 23.000 persone in uno stesso giorno. Un'attenta lettura delle esatte parole dei due testi mostra che non c'è affatto alcun contrasto: il versetto in 1 Corinzi ricorda a titolo d'esempio il numero di quelli che morirono in un solo giorno, mentre l'altro, nei Numeri, calcola il numero totale dei caduti (inclusi i capi del popolo, ecc); il flagello, lo ricordiamo, durò più di un giorno prima che venisse arrestato da Fineas.

C. Difficoltà dovute all'accettare pregiudizialmente che Dio non esista
Un opuscolo pubblicato da un'organizzazione atea alcuni anni fa è un buon esempio per evidenziare come certi oppositori del cristianesimo si abbassano a tal punto da fare dichiarazioni false nel tentativo di sradicare le convinzioni che i credenti hanno sulla Bibbia.

L'opuscolo affermava che la Bibbia pone Methushelah (Matusalemme), che nacque prima del diluvio, tra i viventi dopo il diluvio. Dal momento che questi non era nell'arca durante il diluvio e che secondo l'affermazione biblica nessuno scampò (eccetto Noè e la sua famiglia), la Bibbia evidentemente si sarebbe contraddetta. Probabilmente molti hanno letto l'opuscolo ed hanno accettato questa accusa senza rendersi conto direttamente se essa fosse vera oppure no.
Basta comunque leggere la Bibbia per rendersi invece conto che essa afferma che Matusalemme morì nello stesso anno in cui avvenne il diluvio (egli visse 187 anni prima della nascita di Lame, che visse 182 anni prima della nascita di Noè. Questi aveva 600 anni quando avvenne il diluvio, dunque 187+182+600=969. Matusalemme aveva infatti 969 anni quando morì, secondo Genesi 5:25; 27-29; 6:11; l'età è coerente con quella di altri patriarchi vissuti nell'atmosfera terrestre esistente prima del diluvio, e con i dati di quel periodo disponibili nella letteratura babilonese).

Un ateo di nome David Nelson lesse le opere di diversi autori atei e, sebbene si opponesse al cristianesimo, a proposito degli scritti di atei famosi come Voltaire (e altri, come Thomas Paine) egli scrisse:
"Queste obiezioni sono state il più delle volte costruite su affermazioni davvero false... Egli (Voltaire) deve essersene reso conto certamente al tempo in cui scriveva... Non c'era un solo articolo che non fosse una specie di scherno e che, del resto, non provava affatto quanto cercasse di affermare. Perché ricorrere a delle bugie come armi se stiamo dalla parte della ragione?"

D. Difficoltà risultanti dall'incredulità
La Bibbia dichiara che l'intelletto di coloro che non hanno mai sperimentato personalmente la salvezza tramite Gesù Cristo, è ottenebrata e necessita di illuminazione dallo Spirito Santo per poter ricevere e accettare la verità divina (1 Corinzi 2:14-16).
Ad esempio, quando una persona dice: "Non riesco a credere nella risurrezione corporea di Cristo", egli dimostra una difficoltà derivata dalla sua incredulità verso Dio.
Spesso questa incredulità è un problema che riguarda piuttosto la volontà che l'intelletto: cioè, è che non si vuole credere piuttosto che non si può credere. Accettare la Bibbia significa mettersi faccia a faccia con Dio e questa è una responsabilità che molti non vogliono prendere perché dovrebbero così riconoscere che Dio ha parlato direttamente riguardo alla condizione peccaminosa dell'uomo e alle relative conseguenze.

E. Difficoltà relative a traduzioni o trascrizioni imperfette
Non è possibile che una traduzione in italiano o in inglese renda perfettamente il significato delle parole contenute nei testi biblici originari ebraici e greci nelle loro sfumature. Per questo motivo, quelle che non erano difficoltà nei testi originali, appaiono tali nelle traduzioni.
Per esempio, leggiamo in 2 Samuele 24:24 che Davide comprò un'aia per 50 sicli d'argento, mentre invece 1 Cronache 21:22-25 dice che pagò 600 sicli d'oro.
In realtà i due racconti si riferiscono a due transazioni diverse e nella lingua originale si usano due parole completamente diverse: una si riferisce all'aia sola, che costò molto poco, solo 50 sicli. L'altra parola, invece, si riferisce a tutto il luogo su cui si trovava l'aia, e costava, naturalmente, molto di più, 600 sicli.
Un altro esempio di traduzione imperfetta si nota nel confrontare due affermazioni che si riferiscono chiaramente allo stesso gruppo di persone che erano con Paolo al momento della sua conversione. Atti 9:7 dice che essi sentirono una voce, ma Atti 22:9 dice che essi non sentirono la voce. Può sembrare una contraddizione, ma non lo è affatto.

Studiando la costruzione grammaticale del testo greco originale, notiamo infatti che la traduzione letterale del verso è "essi non udirono il suono". Il verbo "udire" (akouo) associato al caso genitivo significa "udire un suono", mentre associato al caso accusativo significa "udire con comprensione", ossia comprendere ciò che si ode. Il genitivo è usato nel verso 9:7, mentre l'accusativo è usato nel verso 22:9 (qui il termine è phonen, voce). Dunque gli uomini che viaggiavano con Saulo udirono il suono della voce (9:7), ma non compresero nulla di ciò che Cristo diceva (22:9).

In quanto alle trascrizioni, esse sono state effettuate nel corso dei secoli da numerosi copisti al fine di preservare il contenuto dei testi originali della Scrittura (ad esempio, vi sono più di 24.000 trascrizioni del solo Nuovo Testamento, un numero enorme se confrontato col numero di trascrizioni di altri antichi testi).
Abbiamo detto che i manoscritti originali in lingua ebraica e greca erano ispirati da Dio e assolutamente privi di errori. Le trascrizioni possono invece aver riportato lievi cambiamenti che possiamo catalogare come:
Dittografia - cioè scrivere due volte ciò che andava scritto una sola volta (ad esempio, scrivere "note" invece di "notte");
Fissione - dividere una parola in due parole (ad esempio, "crepapelle" in "crepa" e "pelle");
Fusione - combinare l'ultima lettera di una parola con la prima della successiva (ad esempio, la frase "sul ripiano vi erano cera lacca e guanti" può essere erroneamente trascritta come "sul ripiano vi erano ceralacca e guanti");
Aplografia - l'opposto della dittografia;
Omofonia - scrivere una parola che ha la stessa pronuncia di un'altra, ma che ha un significato differente (ad esempio, "l'oro" in "loro");

Metatesi - uno scambio nell'ordine delle lettere (ad esempio, "torta" in "trota").
Ad esempio, a causa di un errore di trascrizione, in 2 Samuele si parla di 700 carri, mentre in 1 Cronache i carri sono 7000 (in questo caso specifico, lo studioso J. Haley fa notare che durante la trascrizione, il nun finale fu confuso per uno zayin puntato; pertanto è molto probabile che il numero esatto sia 7000).

Un altro caso è quello di 2 Cronache 22:1, dove si legge che Acazia divenne re all'età di 42 anni, mentre in 2 Re 8:26 leggiamo che egli aveva 22 anni (quest'ultima è l'età esatta; Acazia infatti salì al trono alla morte di suo padre, che aveva 40 anni). La discrepanza di due decenni è dovuta a uno dei rari errori di copista; ai tempi di Ezra, infatti, la notazione numerica consisteva di "ganci" orizzontali che rappresentavano le decadi. Se un "gancio" veniva macchiato o si scrostava dal papiro, appariva un cambiamento di dieci anni o di un fattore di dieci nella data; l'errore passava quindi di copia in copia.
Il fatto che si sia verificati questi rarissimi errori di copia non invalida in alcun modo l'ispirazione o l'autorità delle Scritture. Nessuna sua parte dottrinale è stata mai alterata.

Il contenuto e il significato degli scritti che abbiamo oggi è essenzialmente identico all'originale ispirato da Dio; inoltre, si calcola che almeno il 98,5% del testo della Bibbia sia assolutamente privo di errori di copia, nonostante i molti secoli di trascrizioni manuali.

F. Difficoltà derivanti da interpretazioni erronee
Non di rado si accusa la Bibbia di inesattezze solo perché si è frainteso ciò che essa dice. È bene quindi, prima di rivolgerle tale accusa, accertarsi che la propria interpretazione sia esatta.
Per esempio, in riferimento alla fine dei tempi ed alla Sua seconda venuta, Gesù dice: "Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte. Io vi dico in verità che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute" (Matteo 24:33,34).

Alcuni hanno supposto che "questa generazione" si riferisse alle persone che erano davanti a Gesù in quell'occasione, ma questa interpretazione è sbagliata in quanto quella generazione non è vissuta tanto da vedere la seconda venuta del Signore.
Il termine "generazione", nel greco si può usare in riferimento ad un gruppo etnico. Se viene accettato tale significato, allora Gesù diceva che gli ebrei, come razza, sarebbero esistiti fino alla sua seconda venuta. D'altra parte, se consideriamo che una generazione dura circa 30-100 anni, non era la generazione alla quale Gesù parlava che avrebbe visto il ritorno del Signore Gesù e la fine dei tempi, ma piuttosto la generazione che avrebbe visto l'inizio dei segni che avrebbero preannunziato la fine dei tempi, e in modo particolare i segni specifici della grande tribolazione (Matteo 25:21-35; Luca 21:20-33).

Altri ancora credono che gli elenchi relativi alla genealogia di Gesù Cristo riportati in Matteo 1:1 e in Luca 3:23 si contraddicano, perché diversi tra loro. Luca elenca la genealogia da Adamo fino a Davide, mentre Matteo elenca quella da Abrahamo a Davide. Poi da Davide le genealogie si dividono con i suoi figli: Nathan (famiglia di Maria) e Salomone (famiglia di Giuseppe).

Non vi sono discrepanze, dunque, in quanto una è la genealogia da parte di Maria e l'altra è quella da parte di Giuseppe.
Un'altra apparente contraddizione la troviamo nella narrazione che i quattro vangeli fanno circa l'apparizione degli angeli al sepolcro di Gesù. Matteo riporta che apparve "un angelo del Signore" (28:1-2), Marco parla di "un giovane" (16:5), Luca di "due uomini" (24:4), e Giovanni di "due angeli" (20:1-2).
In realtà non vi è alcuna discrepanza. Infatti, un angelo del Signore rotolò la pietra dall'apertura e vi si sedette sopra (Matteo 28:2). I "due uomini" di cui parla Luca erano due angeli, gli stessi di cui parla Giovanni (in Genesi 18:16 e seguenti abbiamo altri esempi in cui gli angeli vengono chiamati semplicemente "uomini" in quanto appaiono in sembianze umane). Lo stesso vale per il "giovane" descritto da Marco (si legga il verso nel contesto).

Dunque non vi sono contraddizioni: se c'erano due angeli al sepolcro, significa che ce n'era almeno uno. Abbiamo semplicemente quattro testimonianze complementari dello stesso evento; Matteo e Marco hanno descritto solo l'angelo che ha rivolto la parola alle donne che erano accorse al sepolcro; Luca e Giovanni li hanno descritti entrambi.

E ancora, in Matteo 27:3-8 si legge che Giuda, dopo aver tradito, si impiccò. In Atti 1:16-19 si legge che si squarciò il ventre. Può apparire come una contraddizione, ma basta leggere con un po' più di attenzione per capire che non ci sono contraddizioni. Il testo in Atti dice infatti: "...poi, essendosi precipitato, gli si squarciò il ventre..." (verso 18). L'idea è quella di una persona che cade da una certa altezza (cf. testo originale: prhnhv genomenov). Giuda si impiccò, la corda si spezzò sotto il peso del suo corpo ed egli cadde, e con l'impatto della caduta al suolo gli si squarciò il ventre. Dunque, Matteo ha descritto il modo in cui Giuda tentò di uccidersi, mentre Pietro ha descritto il risultato effettivo della sua azione.

Di contraddizioni apparenti simili a queste ve ne sono diverse, sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento, e quelli che leggono la Bibbia nella speranza di trovare delle contraddizioni vi inciamperanno a causa della loro incredulità.
"Perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile: sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi, e di comprendere con il cuore e di convertirsi, perché Io li guarisca" (Matteo 13:15).
"In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i piccoli fanciulli, non entrerete affatto nel regno dei cieli" (Matteo 18:3).

G. Difficoltà derivanti dall'incapacità degli uomini a capire Dio
Alcuni dubitano del giudizio e dell'amore di Dio perché Egli permette delle cose che essi ritengono essere ingiuste. Perché Dio comandò ad Israele di sterminare i Cananei (Det. 20:12-18)? Come possiamo conciliare questo fatto con l'affermazione di 1 Giovanni 4:16 che "Dio è amore"?
Dalla Bibbia si evince chiaramente che la società che abitava Canaan meritò la distruzione in quanto corrotta da ogni sorta di pratica malvagia, tra cui l'abominazione del sacrificio umano di bambini (Deut. 9:1-6, 12:29-31, 18:9-14; 1 Re 14:24; 2 Cronache 33:1-9, Esdra 9:11).

Il ritrovamento di letteratura religiosa cananea nel periodo 1929-37 a Ras Shamra (l'antica Ugarit nella Siria settentrionale) rivela l'adorazione di dèi immorali come El e Baal e la prostituzione sacra nel culto di Anath, Asherah e Astarte. Questa letteratura conferma pienamente le notizie dell'Antico Testamento sulla depravazione religiosa e la degradazione morale dei Cananei. Gli oggetti di culto, le immagini e la letteratura mostrano quanto la religione cananea fosse incentrata sul sesso, sui sacrifici umani, sul culto di serpenti, sulla prostituzione sacra e sui sacerdoti eunuchi. Lo squallido baratro di degradazione sociale a cui conducevano gli aspetti erotici dei culti cananei è scarsamente immaginabile.

Perciò Dio usò gli Israeliti per amministrare una giustizia specifica, proprio come più tardi usò altre società per amministrare giustizia contro gli Israeliti corrotti (cfr. libro di Geremia).
Altri si chiedono: perché Dio permette il male e rimanda il giudizio sugli empi? Anche il salmista, nel Salmo 73, si poneva il problema del bene e del male. Perché gli empi prosperano nel mondo, mentre spesso coloro che amano Dio sembrano rimanere senza ricompensa (Salmo 73:12,13)? L'invidia, insieme all'autocommiserazione, lo avevano portato ad una profonda disperazione e ribellione nei confronti di Dio (versi 16,21,22), ma egli capì quando entrò nel tempio di Dio (v. 73:17-21). Là si era reso conto che la fine dei pochi anni di vita terrena degli empi sarebbe stata quella di essere giudicati da Dio per l'eternità, mentre lavita e il destino di tutti coloro che amano Dio, sono nelle Sue mani. Il credente è sicuro della protezione e della cura di Dio (Romani 8:28,29).

2 Pietro 3:9 ci aiuta a concludere: "Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento". Se Dio non fosse paziente verso tutti noi, nessuno escluso, l'umanità intera non avrebbe scampo.


H. Difficoltà derivanti dal non sapere distinguere tra Dio, l'uomo e Satana
Molte persone, quando sentono dire che la Bibbia è Parola di Dio e che la sua origine e la sua autorità sono di natura divina, pensano che questo significhi che ogni parola in essa scritta sia proceduta direttamente dalla bocca di Dio, cioè che sia stato Lui a pronunciare ogni frase scritta.
Non è affatto vero: Dio ha ispirato degli uomini perché riportassero per iscritto non solo ciò che Lui stesso ha effettivamente detto, ma anche ciò che altri hanno detto. La Bibbia riporta cioè affermazioni fatte da uomini retti, da uomini non ispirati, da angeli, da demoni, da Satana stesso. Dio ha guidato gli scrittori ad includere queste affermazioni. È vero che essi le dissero, questo è stato registrato accuratamente, ma non può essere vero ciò che dissero.

Per esempio, in Genesi 3:4 Satana dice: "No, non morrete affatto". È vero che Satana ha detto queste parole, ma ciò che egli ha detto non corrisponde alla verità: è un'infame bugia che ha rovinato la razza umana. Ciò che Satana ha detto è incluso nella Parola di Dio, cioè è riportato nella Bibbia, ma non è stato Dio a dirlo, ma Satana.
Molti lettori, negligenti della conoscenza della Bibbia, non badano a chi parla, se Dio, uomini buoni, uomini cattivi, uomini ispirati, non ispirati, angeli o Satana... Essi tolgono una frase dal suo contesto senza considerare a chi appartiene, e dicono: "Ecco, Dio l'ha detto!". In effetti, però, Dio non ha detto nulla del genere.

È una cosa molto comune sentire citare le parole pronunziate dagli amici di Giobbe (Elifaz, Bildad, e Tsofar) come se fossero autentiche parole di Dio solo perché sono riportate nella Bibbia. Esse vengono citate nonostante che Dio abbia detto di loro: "non avete parlato di me secondo verità!" (Giobbe 42:7).

Allo stesso modo il libro dell'Ecclesiaste (Qohelet) viene spesso citato per sostenere delle dottrine chiaramente contrarie al resto delle Sacre Scritture, senza considerare il fatto che la maggior parte di questo libro, pur essendo parte della Scrittura, è stato scritto per evidenziare il punto di vista puramente umano. È evidente, quindi, che le Scritture contengono le parole esatte o i pensieri veri dello scrittore, ma che esse devono essere confrontate con le verità che si trovano in altre parti della Bibbia.

CONCLUSIONE
Ci sono molti altri esempi che potrebbero essere citati per ciascuna delle difficoltà considerate, ma questi che abbiamo studiato mostrano che esistono sempre delle spiegazioni coerenti con ciò che ci si aspetterebbe da un libro ispirato da Dio, cioè da un libro senza contraddizioni.
Non c'è assolutamente alcun bisogno di turbarsi quando certe persone incredule e irresponsabili affermano che nessuna persona intelligente potrebbe accettare l'ispirazione della Bibbia. Tali affermazioni potrebbero intimidire un giovane credente finché non abbia imparato che gli "errori biblici" non sono altro che difficoltà sotto l'aspetto di errori. Un istituto francese, a Parigi, pubblicò un elenco di 82 errori biblici che credevano avrebbero distrutto il cristianesimo. Oggi nemmeno uno di questi "errori" rimane... È imperativo dunque distinguere fra apparenti contraddizioni ed "errori".

Gesù disse: "Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto" (Matteo 5:18).

Informativa sulla privacy leggila cliccando qui
I testi sono liberamente e gratuitamente condivisibili ma non manipolabili
Torna ai contenuti