Scienziati credenti erano bigotti? Catechesi - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

Vai ai contenuti

Scienziati credenti erano bigotti? Catechesi

Risposte Veloci

Gli scienziati credenti erano dei bigotti (come dicono gli atei) avevano dei cervelli piccoli e cretini? Come mai gli atei si sentono più intelligenti rispetto ai credenti?

La loro è reale intelligenza, oppure presunzione?

Qui di seguito trovate solo i più famosi scienziati credenti, ma ve ne sono molti altri meno famosi.

Stampa

Giovanni Keplero
, 1571, astronomo e matematico, cristiano
Uno dei più grandi astronomi di tutti i tempi, rivelò le leggi che regolano il movimento dei pianeti e che sono chiamate, appunto, leggi di Keplero. Credeva di riconoscere un’analogia con la Trinità nell’armonia geometrica dell’Universo.

   «Condivido l’idea per cui la sapienza legislativa di Dio opera in modo libero sui movimenti celesti senza alcun macchinario, nè alcun rotolamento di sfere»
   (G. Keplero, “Opera Omnia”, Olms Hildesheim, 1971)


   «Mi sono proposto di dimostrare in questa operetta, o lettore, che Dio Ottimo Massimo, nella costruzione del mondo e nella disposizione dei cieli guardò ai cinque corpi solidi regolari. [..]La mirabile armonia delle cose immobili (il Sole, le Stelle fisse e lo Spazio), che corrispondono alla Trinità di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, mi incoraggiò nel tentativo»
   (G. Keplero, “Mysterium Cosmographicum”, 1597)

    «lo scopo principale di ogni indagine sul mondo esterno dovrebbe essere quello di scoprire l’ordine razionale che vi è stato imposto da Dio e che egli ci ha rivelato con il linguaggio della matematica»
   (citato in M. Kline, “Mathematics: the loss of certainty”, Oxford University Press 1980, pag. 31).

   «Così Dio in persona troppo buono per rimanere ozioso, cominciò a giocare al gioco delle firme. Firmando la sua immagine nel mondo: quindi mi arrischio a pensare che tutta la natura e la bellezza dei cieli sono simboleggiati nell’arte della geometria»
   (G. Keplero, “Tertius Interveniens”, 1610)
  
Galileo Galilei,
1564, fisico, astronomo e matematico, cattolico
Considerato il padre della scienza moderna, rivoluzionò l’astronomia perfezionando l’uso del telescopio e scoprendo la rotazione della Terra, le macchie solari, le montagne della Luna, dei satelliti di Giove, le fasi di Venere, le stelle che compongono la Via Lattea, e introdusse il metodo scientifico (detto spesso metodo galileiano). Più volte ribadì di essere stato aiutato dalla grazia divina nelle sue scoperte.

   «Tutte queste cose sono state scoperte e osservate in questi ultimi giorni per mezzo del telescopio escogitato da me, in precedenza illuminato dalla grazia divina».
   (G. Galilei, “Sidereus nuncius” , MDCX, vol. 4)

       «Nelle mie scoperte scientifiche ho appreso più col concorso della divina grazia che con i telescopi».
       (citato in F.Flora, “Galileo Galilei, Lettere”, Einaudi 1978)

       «Ma se sopra una tal resoluzione [accettare o rifiutare il Copernicanesimo] è sia bene attentissimamente considerare, ponderare, esaminare, ciò che egli scrive [Copernico], io mi sono ingegnato di mostrarlo in una mia scrittura, per quanto da Dio benedetto mi è stato conceduto, non avendo altra mira che alla dignità della Santa Chiesa e non indirizzando ad altro fine le mie deboli fatiche»
       (G. Galilei, “Lettera a Dini”, 23/03/1615, Edizione nazionale delle Opere di Galileo, vol. V).


       «Ho due fonti di continua consolazione. La prima, che nei miei scritti non ci può essere la pur minima ombra di irriverenza verso la Santa Chiesa; e secondo, la testimonianza della mia coscienza, che solo io e Iddio nei cieli conosciamo fino in fondo. Egli sa che, nella causa per cui soffro, sebbene molti abbiano potuto parlare più dottamente, nessuno, neanche gli antichi padri, ha parlato con più pietà o con maggior zelo per la Chiesa di quanto non abbia avuto io».
       (G. Galilei, “Lettera a Nicolò Fabri di Peiresec”, 21/02/1635, Edizione nazionale delle Opere di Galileo)

       «Procedendo di pari dal Verbo divino la Scrittura Sacra e la natura, quella come dettatura dello Spirito Santo, e questa come osservantissima esecutrice de gli ordini di Dio».
       (G. Galilei, “Lettera a Padre Benedetto Castelli”, 21/12/1613, Edizione nazionale delle Opere di Galileo, vol. V, 282-285)


       «L’universo non potrà essere letto finché non avremo imparato il linguaggio e avremo familiarizzato con i caratteri con cui è scritto. E’ scritto in linguaggio matematico, e le lettere sono triangoli, cerchi e altre figure geometriche, senza le quali è umanamente impossibile comprendere una singola parola»
       (G. Galilei, “Il saggiatore”, 1623, pag. 171.)

    «Non poter mai la Sacra Scrittura mentire, tutta volta che sia penetrato il suo vero sentimento, il qual non credo che si possa negare essere molte volte recondito e molto diverso da quello che suona il puro significato delle parole»
   (G. Galilei, “Lettera alla Granduchessa Madre di Toscana”, Edizione nazionale delle Opere di Galileo, Firenze 1968, vol. V, pag. 315)

    «La Sacra Scrittura non può errare e i decreti in essa contenuti sono assolutamente veri e
   inviolabili. Ma i suoi esegeti e interpreti sono soggetti all’errore in molti modi»
   (citato in H. Ross, The Fingerprint of God, 2nd edition, Promise Publishing Co, 1991, p. 20)

René Descartes (Cartesio)
, 1596, filosofo e matematico, padre della matematica moderna, cattolico
E’ritenuto fondatore della filosofia moderna e padre della matematica moderna e uno dei più grandi e influenti pensatori nella storia dell’umanità.

   «Sono sempre stato del parere che le questioni, Dio e l’anima, dovrebbero essere determinate con l’aiuto della Filosofia, piuttosto che con la Teologia, perché anche se a noi, i fedeli, è sufficiente aderirvi come materia di fede, cioè che l’anima umana non muore con il corpo e che Dio esiste, sarebbe impossibile convincere gli infedeli della realtà di ogni religione o di qualsiasi virtù morale, a meno che, prima di tutto, questi due pensieri siano dimostrati attraverso la ragione naturale».
   (R. Descartes, The Philosophy of Descartes: Containing the Method, Meditations, and Other
   Works, traduzione by J. Veitch, Tudor Publishing Co. 1901)


   «E’ assolutamente vero che dobbiamo credere in Dio, perché è anche insegnato dalle Sacre Scritture.
   D’altra parte, dobbiamo credere nelle Sacre Scritture, perché vengono da Dio»
   (R. Descartes, “Les Meditations” in The Meditations and Selections from the Principles of
   Rene Descartes, Open Court Publishing Co. 1950).

   «Vedo chiaramente che la certezza e la verità di ogni scienza dipendono dalla sola conoscenza
   del vero Dio, tanto che, prima che io lo sapessi, non potevo avere una perfetta conoscenza di ogni
   altra cosa. E, ora che lo conosco, io possiedo i mezzi di acquisizione di una conoscenza perfetta
   rispetto a innumerevoli questioni, come pure rispetto a Dio stesso e gli altri argomenti intellettuali, come per la natura corporea»
   (R. Descartes, The Philosophy of Descartes: Containing the Method, Meditations, and Other
   Works, traduzione by J. Veitch, Tudor Publishing Co. 1901, Meditazione V)


Blaise Pascal, 1623, matematico e teologo, fondatore dell’idrostatica, dell’idrodinamica e della Teoria delle probabilità, cattolico
Uno dei più importanti scienziati della storia, contribuì in modo significativo alla costruzione di calcolatori meccanici e allo studio dei fluidi.

   “Valutiamo questi due casi: se vincete, vincete tutto, se perdete non perdete nulla. Scommettete, dunque, che Dio esiste, senza esitare”.
   (Blaise Pascal, “Pensieri”, pag. 233.)



   «Gesù Cristo non ha fatto altro che ammaestrare gli uomini che amavano se stessi, dicendo loro che erano schiavi, ciechi, malati, infelici e peccatori; che doveva liberarli, illuminarli, beatificarli e guarirli, e che ciò si sarebbe realizzato se avessero odiato se stessi, e lo avessero seguito nella miseria e nella morte sulla croce».
   (B. Pascal, Pensees (Thoughts), The Harvard Classics, Vol. 48., 1950, No. 545-546).


   «Il cristianesimo è strano. Ingiunge all’uomo di riconoscere la propria viltà e il proprio abominio, ma gli ingiunge anche di voler essere simile a Dio. Senza un tale contrappeso, questa elevazione lo renderebbe orrendamente vano, mentre questo abbassamento lo renderebbe orrendamente abietto».
   (B. Pascal, Pensees (Thoughts), The Harvard Classics, Vol. 48., 1950, No. 537).


   «È solo per mezzo di Gesù Cristo che noi conosciamo Dio. Senza questo mediatore ogni comunicazione con Dio è tolta. Per mezzo di Gesù Cristo noi conosciamo Dio. Tutti coloro che hanno preteso di conoscere Dio e di provarlo senza Gesù Cristo non avevano che prove impotenti. Ma per provare Gesù Cristo noi abbiamo le profezie che sono prove solide e concrete. Poiché queste profezie si sono realizzate e sono state confermate dagli avvenimenti, esse attestano la verità certa, la prova della divinità di Gesù Cristo. In lui dunque e per mezzo suo noi conosciamo Dio. Al di là di questo e senza le Scritture, senza il peccato originale, senza il necessario mediatore, promesso e arrivato, non è assolutamente possibile provare Dio e s’insegnano la morale e la dottrina. Dunque Gesù Cristo è il vero Dio degli uomini.
Ma al tempo stesso noi veniamo a conoscenza della nostra miseria, perché quel Dio non è altro che il riparatore della nostra miseria. Così non ci è possibile conoscere adeguatamente Dio se non conoscendo le nostre iniquità. Ecco perché quelli che hanno conosciuto Dio senza conoscere la propria miseria se ne sono gloriati, non l’hanno glorificato»
   (B. Pascal, Pensees (Thoughts), The Harvard Classics, Vol. 48., 1950, No. 547).


   «Ci sono due modi di persuadere circa le verità della nostra religione, una con la forza della ragione, l’altra con l’autorità di colui che parla. Non ci si serve dell’ultima ma della prima. Non si dice: “Bisogna credere a ciò perché la Scrittura che lo afferma è divina”, ma si dice che bisogna credervi per questa e quella ragione, che sono poi deboli argomenti, dal momento che la ragione si presta a tutto».
   (B. Pascal, Pensees (Thoughts), The Harvard Classics, Vol. 48., 1950, No. 561).

Isaac Newton,
1643, matematico e fisico, cristiano
Considerato una delle più grandi menti di tutti i tempi, è universalmente noto per la descrizione della legge di gravitazione universale, attraverso le sue leggi del moto, creò i fondamenti per la meccanica classica. Credeva in Dio, ritenendolo un “orologiaio” dell’Universo, essere impalpabile, trascendente, che lo aveva messo in moto. Vedeva come prova dell’esistenza di questo Essere la complessità dei moti planetari.


       «Non credo che l’Universo si possa spiegare solo con cause naturali, e sono costretto a imputarlo alla saggezza e all’ingegnosità di un Essere intelligente”»
       (I. Newton, Lettera a Richard Bentley, 10/12/1682)


   «Tutta quella diversità delle cose nella natura, che troviamo adatte a tempi e luoghi differenti non può derivare da altro che dalle idee e dalla volontà di un Essere che esiste necessariamente [...]. Io mi vedo come un fanciullo che gioca sulla riva del mare, e di tanto in tanto si diverte a scoprire un ciottolo più levigato o una conchiglia più bella del consueto, mentre davanti a me si stende inesplorato l’immenso oceano della Verità».
   (I. Newton, “Principi matematici della filosofia naturale”, 1697)


   «Dio ha fatto e governa il mondo invisibile, e ci ha comandato di amare e di adorare lui, e
   nessun altro Dio; di onorare i nostri genitori e maestri, e amare il prossimo come noi stessi; essere temperati, giusti e pacifici, e essere misericordiosi anche con i cattivi. Per la potenza con la quale ha dato la vita in un primo momento a tutte le specie animali, è in grado di far rivivere i morti e e ha fatto rivivere Gesù Cristo, nostro Redentore, che è andato in cielo a ricevere un regno e preparare un posto
   per noi, è vicino a Dio in dignità, e può essere adorato come l’Agnello di Dio. Egli ha inviato lo
   Spirito Santo a confortarci in sua assenza, ritornerà per regnare su noi»
   (citato in D. Brewster, Memoirs of the Life, Writings, and Discoveries of Sir Isaac Newton, Thomas Constable and Co., 1855, Vol. II, p. 354).


   «Opposto alla devozione c’è l’ateismo e l’idolatria. L’ateismo è così insensato e odioso per l’umanità, che non ha mai avuto molti professori. Può essere un caso che tutti gli uccelli, le bestie e gli uomini hanno il loro lato destro e lato sinistro con la stessa forma, (fatta eccezione per le loro viscere), e solo due occhi, e non di più, su entrambi i lati della faccia, e solo due orecchie ai lati della testa, e con un naso e due fori, e sia due zampe anteriori, o due ali, o due braccia sulle spalle, e due gambe sui
   fianchi, e non di più? Da dove nasce questa uniformità in tutte le loro forme esteriori se non dal consiglio
   e artificio di un Autore? [...]. Queste e simili considerazioni, hanno sempre prevalso, e sempre prevarranno, nell”umanità a credere che ci sia un Essere che ha fatto tutte le cose, e ha tutte le cose in suo potere, e che è quindi da temere. Noi riconosciamo, quindi, un solo Dio, infinito, eterno, onnipresente, onnisciente, onnipotente, Creatore di tutte le cose, saggio, giusto, buono, santo. Noi dobbiamo amarlo, temerlo,
   onorarlo, avere fiducia in lui, pregarlo, rendergli grazie, lodarlo, santificare il suo nome, obbedire ai suoi
   comandamenti».
   (citato in D. Brewster, Memoirs of the Life, Writings, and Discoveries of Sir Isaac Newton”, Thomas Constable and Co., 1855, Vol. II, p. 347-348)

Alessandro Volta
, 1745–1827, fisico e inventore, cattolico
È conosciuto soprattutto per l’invenzione della pila elettrica e l’unità di misura del potenziale elettrico venne chiamata “volt” in suo onore.


   «Ho presentato le verità fondamentali della fede per uno studio dettagliato. Opere di apologeti e dei loro avversari, ha valutato le ragioni pro e contro ottenendo così argomenti rilevanti che rendono la religione (biblica) come degno di fiducia ad uno spirito scientifico. Prego Dio che la mia professione, che mi è stata chiesta e che fornisco con gioia, scritta di mio pugno e che ho firmato, può essere presentata a tutti, perché io non mi vergogno del Vangelo»
   (citato in J. Gutzwiller, “Das Herz, etwas zu wagen”, Friedrich Bahn Verlag: Neukirchen-Vluyn, 2000)

Michael Faraday
, 1791, chimico e fisico cristiano
Ha contribuito ai campi dell’elettromagnetismo e dell’elettrochimica, famose le leggi di Faraday dell’elettrochimica e l’effetto Faraday. A lui sono anche dedicati la misura della capacità, il farad, e un cratere sulla Luna.


   «E dunque, fratelli, dobbiamo valorizzare il privilegio di conoscere la verità di Dio ben oltre tutto ciò che possiamo avere in questo mondo. Vediamo inoltre la perfezione della legge di Dio compiutasi in Cristo, tanto più dunque dobbiamo ringraziare Dio per il suo dono ineffabile»
   (citato in P. Eichman, “The Christian Character of Michael Faraday as Revealed in His Personal Life
   and Recorded Sermons”, in Perspectives on Science and Christian Faith, 06/1993, 93,94, The
   Journal of the American Scientific Affiliation).


   «Pensate per un momento, fratelli, alla Chiesa di Cristo, che cosa significa e che cosa dovrebbe essere. Dove la Parola di Dio ha suonato, il suo popolo si è radunato assieme in piccole comunità (e potremmo prendere in considerazione che ci sono molti sparsi nel mondo di cui non sappiamo nulla), si sono riuniti per obbedire a tutto quel che Cristo ha comandato»
   (citato in P. Eichman, “The Christian Character of Michael Faraday as Revealed in His Personal Life
   and Recorded Sermons”, in Perspectives on Science and Christian Faith, 06/1993, 94,95, The
   Journal of the American Scientific Affiliation).

Louis Pasteur
, 1822, chimico, biologo e padre della microbiologia, cattolico
E’ universalmente considerato il fondatore della moderna microbiologia, ha inoltre operato nel campo della chimica, e di lui si ricordano la teoria sull’enantiomeria dei cristalli e innumerevoli altre scoperte.

   «La scienza fa gli uomini più vicini a Dio»
   (citato in Michael Patrick Leahy, “Letter to an Atheist”, pag, 61, 2007)


   «In futuro si riderà sulla stupidità dei moderni filosofi materialisti. Quanto più io studio la natura, più io rimango stupito dell’opera del Creatore. Di solito io prego mentre sono impegnato nel mio lavoro in laboratorio»
   (da “The Literary Digest”, 18 ottobre 1902)


   «Che vi è al di là? Lo spirito umano, spinto da una forza invincibile, non cesserà mai di domandarselo. Colui che proclama l’esistenza dell’infinito – e nessuno può evitarla – accumula in tale affermazione più di soprannaturale che possa esistere sui miracoli di tutte le religioni, perché la nozione dell’infinito ha il doppio carattere d’imporsi e di essere incomprensibile e quando questo concetto coglie la nostra comprensione non possiamo che inginocchiarci. Io vedo ovunque nel mondo l’espressione inevitabile dell’Infinito, attraverso di essa il soprannaturale arriva in fondo ad ogni cuore. L’idea di Dio è una forma del concetto di infinito»
   (citato in Camille Flammarion, “Per la scienza dell’anima”, Società Editrice Partenopea 1923 e in William Osler, “The Life of Pasteur”, 1907)


   «Benedetto colui che porta dentro di sé Dio e un ideale, e che gli obbedisce. Un ideale di arte, di scienza, o di virtù evangeliche. Tutti questi riflettono la luce dell”Infinito»
   (citato in Connie Robertson, “The Wordsworth Dictionary of Quotations”, p. 320, 1998)


   «I greci ci hanno dato una delle parole più belle della nostra lingua, la parola “entusiasmo” (un Dio dentro). La grandezza degli atti degli uomini sono misurati con l’ispirazione da cui derivano. Felice è colui che porta all’interno Dio»
   (citato in Frederic & Mary Ann Brussat, “Spiritual Literacy: Reading the Sacred in Everyday Life”, 1998)

William Thomson Kelvin,
1824, fisico e fondatore termodinamica, cristiano
Conosciuto anche per aver sviluppato la scala Kelvin, che misura la temperatura assoluta e per i suoi studi nell’analisi matematica dell’elettricità e della termodinamica che contribuirono ampiamente alla nascita della fisica moderna. Inventò il telegrafo elettrico.

   «Credo che più a fondo si studi la scienza, tanto più ci si allontani da qualcosa di paragonabile all’ateismo»
   (S.P.Thompson, “The Life of William Thomson, Baron Kelvin of Largs”, Cambridge University Press 2011)


   «Prove prepotentemente forti di un progetto intelligente e benevolo si trovano intorno a noi, e se mai alcune perplessità, sia metafisiche o scientifiche, ci allontanano da questo per un certo tempo, tornano a noi con forza irresistibile, mostrandoci attraverso la Natura l’influenza di una volontà libera, e insegnandoci che tutti gli esseri viventi dipendono da un Creatore onnipotente e sovrano».
   (W.T. Kelvin, Discorso presidenziale alla British Association for the Advancement of Science, in Report of the
   Forty-First Meeting of the British Association for the Advancement of Science, Edimburgo agosto 1871, pages lxxxiv-cv)


   «Riteniamo che il potere di indagare le leggi stabilite dal Creatore per il mantenimento dell’armonia e la permanenza delle sue opere è il più nobile privilegio che Egli ha concesso al nostro
   stato intellettuale. Come la profondità della nostra comprensione delle opere meravigliose di Dio cresce, più forti sono i nostri sentimenti di timore e venerazione nella contemplazione di esse, e più cerchiamo di avvicinarsi al loro Autore».
   (W.T. Kelvin, Prima lettura all’“Introductory Course of Natural Philosophy”, citato in R. Seeger, “Kelvin, Humble Christian” in The Journal of the American Scientific Affiliation, 37, giugno 1985, pp. 99-101)


   «Non abbiate paura di essere liberi pensatori. Se non pensate abbastanza, comunque, sarete costretti dalla scienza alla fede in Dio, che è il fondamento di ogni religione. Troverete la scienza non antagonista, ma utile alla religione»
   (citato in H. Yahya, The Qur’an Leads the Way to Science, Nickleodeon Books 2002, anche qui)
 
James Clerk Maxwell
, 1831, matematico e fisico cristiano,
La sua opera è definita la seconda grande unificazione della fisica, dopo quella di Newton. Il suo lavoro sull’elettromagnetismo è considerato uno dei più grandi risultati della fisica del XIX secolo.

   «Dio Onnipotente, che hai creato l’uomo a tua immagine propria, e lo hai reso un essere vivente che ha Ti cerca e domina le Tue creature, insegnaci a studiare le opere delle Tue mani così da poter dominare la terra a nostro uso, e a rafforzare la nostra ragione per essere al tuo servizio, così per ricevere la Tua Parola benedetta, che possiamo credere in colui che tu hai mandato a darci la conoscenza della salvezza e la remissione dei nostri peccati. Te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo stesso, nostro Signore»
   (citato in M. Bowden, True Science Agrees with the Bible, Sovereign Publications 1998, p. 288 e in E.L. Williams & G. Mulfinger, Physical Science for Christian Schools, Bob Jones University Press 1974, p. 487)


   «Penso che più entriamo nell’opera di Cristo e più Egli avrà spazio per far lavorare la Sua opera in noi. Il nostro culto è pubblico, e Cristo sarà dove due o tre sono riuniti nel suo nome».
   (citato in L. Campbell & W. Garnett, The Life of James Clerk Maxwell, Macmillan and Co. 1982, p. 312).


   «Penso che gli uomini di scienza, così come tutti gli altri uomini, abbiano bisogno di imparare da Cristo, e credo che i cristiani, le cui menti sono scientifiche, siano tenuti a studiare la scienza, così che la loro visione della gloria di Dio diventi ancora più vasta»
   (citato in L. Campbell & W. Garnett, The Life of James Clerk Maxwell, Macmillan and Co. 1982, pp. 404-405).


   «Io sono sempre con te in spirito, ma c’è Uno che è più vicino a te di me, possiamo essere vicini gli uni agli altri se c’è Lui in mezzo, è in Lui che possiamo davvero conoscerci l’un l’altro. Cerchiamo di realizzare il grande mistero di Efesini V., e poi saremo nella giusta posizione rispetto al mondo esterno»
   (Lettera a sua moglie del dicembre 1873, citato in L. Campbell & W. Garnett, The Life of James Clerk Maxwell, Macmillan and Co. 1982, p. 307).
   «Ho sempre pensato che ci sia una impressione generale nel settore non-scientifico del mondo, che il mondo scientifico ritenga che la scienza ha scoperto il modo di spiegare tutti i fatti della natura, senza l’adozione di qualsiasi fede definita in un Creatore. Non ho mai dubitato che questa impressione sia del tutto priva di fondamento»
   (W.T. Kelvin, Address of Sir William Thomson (May 23, 1889) at the annual meeting of the
   Christian Evidence Society, London 1889, citato in J. Munro, Heroes of the Telegraph, Religious Tract Society, 1891).

Alexis Carrel,
1873, medico e premio Nobel, cattolico
Nobel per la medicina nel 1912 per i suoi contribuiti fondamentali ai progressi nelle tecniche di sutura dei vasi sanguigni ed alle ricerche sui trapianti.

   Carrel, agnostico e scettico, sostituì un suo collega in un viaggio con dei malati a Lourdes. In quell’occasione fu testimone oculare di un miracolo accaduto a una giovane donna, Marie Bailly, che lui stesso aveva più volte visitato constatandone l’estrema e disperata gravità. Sotto la grotta di Lourdes la donna guarì improvvisamente sotto i suoi occhi e all’evento seguì la conversione cattolica di Carrel. La descrizione dei fatti vennero scritti dal Premio Nobel in un libro intitolato: “Viaggio a Lourdes“ (1949)


   Nel 1910 si recò nuovamente a Lourdes e anche allora assistette a una miracolosa guarigione, quella di un bambino di sei mesi cieco dalla nascita.
   (da Wikipedia)


   «Siamo amati da un Essere immateriale e onnipotente. Questo Essere è accessibile alle nostre preghiere. Dobbiamo amarlo sopra tutte le creature. E noi stessi amarsi gli uni gli altri. Una nuova era era iniziata. Il cemento era abbastanza per legare insieme tutti gli uomini, tuttavia, l’umanità ha scelto di ignorare l’importanza di questo nuovo principio. Non è affatto capito che solo l’amore reciproco avrebbe potuto salvarla dalla divisione, dalla rovina e dal caos. Né si è resa conto che nessuna scoperta scientifica è stata così carica di significato come la rivelazione della legge dell’amore di Gesù Crocifisso. Per questa legge, infatti, c’è la sopravvivenza della società umana [...] La nostra civiltà in verità si è dimenticare che è nata dal sangue di Cristo, e ha anche dimenticato Dio. Ma si capisce ancora la bellezza dei racconti evangelici e del Discorso della Montagna. Essa è ancora mossa da quelle parole di pietà e di amore che portano la pace, e talvolta anche la gioia agli afflitti, ai malati e ai moribondi»
   (A. Carrel, “Reflections on Life”, Hamish Hamilton 1952, Chap. 3, Part 6)


   «Le parole di Gesù penetrano profondamente nella realtà della vita. Esse ignorano la filosofia, ma rompono tutte le convenzioni, sono così sorprendenti che, ancora oggi le troviamo difficile da capire. A colui che obbedisce alla legge della giungla, il comando di amare il prossimo come se stesso sembra assurdo [...]. La morale cristiana è incomparabilmente più potente della morale laica. Così l’uomo non potrà mai con entusiasmo obbedire alle leggi del comportamento razionale, a meno che non consideri le leggi della vita come i comandi di un Dio personale. Purtroppo, gli uomini più moderni non sono in grado di agire per amore dei loro vicini, del loro paese o di Dio, perché l’unica cosa che amano è loro stessi»
   (A. Carrel, “Reflections on Life”, Hamish Hamilton 1952, Chap. 6, Part 7 “The Need of God”)


   «Gesù conosce il nostro mondo. Lui non ci disdegna, come il Dio di Aristotele. Si può parlare a Lui ed Egli ci risponde. Anche se è una persona come noi, Egli è Dio e trascende tutte le cose [...]. Il cristianesimo offre agli uomini la vetta più alta della moralità [...]. Si presenta per loro un Dio che può essere adorato perché Egli è alla nostra portata, e che dobbiamo amare [...]. Perché siamo qui? Da dove veniamo? Che cosa siamo? E’ assurdo credere nella sopravvivenza dell’anima? Solo la religione propone una soluzione completa al problema umano. Il cristianesimo, soprattutto, ha dato una chiara risposta alle esigenze dell’animo umano [...]. Il bisogno di Dio si esprime nella preghiera. La preghiera è un grido di angoscia, una domanda di aiuto, un inno d’amore. La preghiera ci dà la forza di sopportare preoccupazioni e ansie, di sperare quando non c’è nessun motivo logico di speranza, a rimanere fermi in mezzo a catastrofi».
   (A. Carrel, “Reflections on Life”, Hamish Hamilton 1952)

Guglielmo Marconi,
1874, fisico e premio Nobel, cattolico
Nobel per la fisica nel 1909, sviluppò la telegrafia senza fili.

   «Ad ogni passo che la scienza fa, ci porta sempre nuove sorprese e risultati. Eppure la scienza è come una luce fioca di una lanterna tremolante in una foresta profonda, attraverso la quale l’umanità si sforza di trovare la sua strada verso Dio. E’ solo la fede che può portare alla luce e servire come un ponte tra l’uomo e l’Assoluto [...]. Sono orgoglioso di essere cristiano. Credo non solo come cristiano, ma anche come scienziato. Come un dispositivo senza fili, nella preghiera lo spirito umano è in grado di inviare onde invisibili per l’eternità, onde che raggiungono il loro obiettivo di fronte a Dio».
   (G. Marconi, “Discorso al I° congresso della Radio Industria italiana”, Bologna 5/5/1934, e citato in S. Popov, “Why I Believe in God”, Bulgarian Ministry of Education, Science, and Culture, letter No. 92-00-910/ 12 December 1992)


   «Più lavoro con i poteri della Natura, più sento la benevolenza di Dio per l’uomo, la grande verità che tutto dipende dal Creatore e Sostenitore Eterno. La cosiddetta ‘scienza’, di cui mi occupo, non è altro che l’espressione della Volontà Suprema, che mira ad avvicinare le persone tra loro al fine di aiutarli a capire meglio e a migliorare se stessi».
   (citato in M.C. Marconi, “Mio Marito Guglielmo”, Rizzoli 1995, pag. 244)


   «So quanto ti amo e amo la bellezza della natura – l’espressione della Volontà di Dio – dove si possono trovare i valori ideali eterni: la verità, il bello e il buono. L’unità armoniosa delle cause e delle leggi rappresenta la Verità, l’unità armoniosa delle linee, colori, suoni e idee costituisce la Bellezza, mentre l’armonia delle emozioni e la volontà costituisce il Bene, che essendo la massima espressione dell’Eterno e Supremo Creatore porta l’uomo a compimento e ci spinge a cercare la perfezione assoluta».
   (G. Marconi, lettera a sua moglie Maria Cristina, 17/03/1927, citato in M.C. Marconi, “Mio Marito Guglielmo”, Rizzoli 1995, pag. 260)


   «Non credere che io sia ingrato a Dio per la sua bontà e la benevolenza, alla quale devo tanto, tutto. Ma Dio mi ha dato questo amore eterno e onnipotente, e sento che Egli lo ha fatto per il mio bene e, oso credere, anche per il tuo».
   (G. Marconi, lettera a sua moglie Maria Cristina, 01/04/1927, citato in M.C. Marconi, “Mio Marito Guglielmo”, Rizzoli 1995, pag. 248)


   «Credo che sarebbe una grande tragedia se gli uomini perdessero la loro fede nella preghiera. Senza l’aiuto della preghiera forse avrebbero fallito, dove sono invece riusciti. Questo mi ha permesso di raggiungere quello che ho fatto, Dio ha fatto di me un semplice strumento della Sua volontà, per la rivelazione del suo potere divino».
   (citato in “Another Thousand Radio Replies”, Volume 3, 1942, pag. 20-21)


   «”La scienza da sola non è in grado di spiegare molte cose, e soprattutto, il più grande dei misteri: il mistero della nostra esistenza. Lo credo non solo come un cattolico, ma anche come uno scienziato».
   (citato in L.L. Morrow, “Some Catholic Scientists”, in My Catholic Faith: A Manual of Religion, My Mission House 1949)

Albert Einstein
, 1879, fisico e premio Nobel, deista
Contribuì in modo determinante alla fisica teorica e specialmente è noto per la sua scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico. Rifiutava l’idea di un Dio trascendente come quello cristiano, più volte tuttavia riconobbe la necessità di postulare un Creatore immanente come spiegazione ultima della realtà.

   «In considerazione di tale armonia nel cosmo, che io, con la mia mente umana limitata, sono in grado di riconoscere, ci sono ancora persone che dicono che Dio non esiste. Ma ciò che veramente mi fa più arrabbiare è che mi citano a sostegno di tali opinioni»
   (citato in R. Clark, “Einstein: The Life and Times”, London, Hodder and Stoughton Ltd., 1973, p. 400, e in M. Jammer, “Einstein and Religion”, 2002, p. 97)

   «Le differenze tra ebrei e cristiani sono state eccessivamente risaltate da fanatici di entrambe le parti. Entrambi viviamo sotto l’approvazione di Dio e coltivare capacità spirituali quasi identiche. ebrei o gentili, schiavi e liberi, tutti siamo sotto lo stesso Dio»
   (citato in HG Garbedian, “Albert Einstein: Maker of Universes”, New York, Funk and Wagnalls Co., 1939, p. 267).


   «Trovi sorprendente che io pensi alla comprensibilità del mondo come a un miracolo o a un eterno mistero? A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo caotico del tutto inafferrabile da parte del pensiero. Ci si potrebbe attendere che il mondo si manifesti come soggetto alle leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento ordinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all’ordine alfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo d’ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton è di carattere completamente diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall’uomo, il successo di una tale impresa presuppone un alto grado d’ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del “miracoloso”, che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza. E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli. La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci di riconoscere il “miracolo”, senza poter individuare una via legittima per andar oltre. Capisco che devo ben esplicitare quest’ultima considerazione in modo che non ti venga in mente che, indebolito dall’età, io sia divenuto vittima dei preti».
   (A. Einstein, “Lettera a Maurice Solovine”, GauthierVillars, Parigi 1956 p.102)


   «La scienza contrariamente ad un’opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve addirittura perseguitare finalità teologiche, poichè deve proporsi non solo di sapere com’è la natura, ma anche di sapere perchè la natura è così e non in un’altra maniera, con l’intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sè altre scelte quando creò il mondo»
   (citato in Holdon, “The Advancemente of Science and Its Burdens”, Cambridge University Press, New York 1986, pag. 91)


   «Poi ci sono gli atei fanatici la cui intolleranza è della stessa qualità dell’altra intolleranza, quella dei fanatici religiosi e proviene dalla stessa fonte. Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come ‘oppio delle masse’ – non posso sentire la musica delle sfere».
   (citato in Isaacson, “Einstein: His Life and Universe”, Simon e Schuster 2008)


   «Nelle leggi della natura si rivela una ragione così superiore che tutta la razionalità del pensiero e degli ordinamenti umani è al confronto un riflesso assolutamente insignificante. Qual è il senso della nostra esistenza, qual è il significato dell’esistenza di tutti gli esseri viventi in generale? Il saper rispondere a una siffatta domanda significa avere sentimenti religiosi. Voi direte: ma ha dunque un senso porre questa domanda. Io vi rispondo: chiunque crede che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere»
   (A. Einstein, “Religione e scienza”, 1930)


   «Io non sono ateo e non penso di potermi definire panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino che è entrato in una immensa biblioteca piena di libri scritti in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri, ma non sa come e non conosce le lingue in cui sono stati scritti. Sospetta però che vi sia un misterioso ordine nella disposizione dei volumi, ma non sa quale sia. Questa mi sembra la situazione dell’essere umano, anche il più intelligente, di fronte a Dio. La convinzione profondamente appassionante della presenza di un superiore potere razionale, che si rivela nell’incomprensibile universo, fonda la mia idea su Dio»
   (citato in Isaacson, “Einstein: His Life and Universe”, Simon e Schuster, pag. 27)


   «Quello che vedo nella natura è una struttura stupenda che possiamo capire solo in maniera molto imperfetta e davanti alla quale la persona riflessiva deve sentirsi pervasa da un profondo senso di ‘umiltà’. È un sentimento sinceramente religioso che non ha nulla a che vedere con il misticismo. La mia religiosità consiste in un’umile ammirazione di quello Spirito immensamente superiore che si rivela in quel poco che noi, con il nostro intelletto debole e transitorio, possiamo comprendere della realtà. Voglio sapere come Dio creò questo mondo. Voglio conoscere i suoi pensieri; in quanto al resto, sono solo dettagli»
   (A. Einstein, “Pensieri di un uomo curioso”, Mondadori 1997)

    «Ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà»
   (citato in S. W. Hawking e W. Israel, “Einstein. A Centenary Volume”, Cambridge University Press 1987)

   «Ogni scienziato naturale deve avere ogni minuto una sorta di sentimento religioso, l’opinione corrente che io sono ateo è basato su un grande equivoco. Chi giudica questo deducendolo dalle mie teorie scientifiche, le ha scarsamente comprese, sbaglia a capirmi e mi offre uno scadente servizio»
   (citato in H. Muschalek, “Gottbekenntnisse moderner Naturforscher”, 4° ed., Morus, Berlim, 1964)


   «Chiunque sia veramente impegnato nel lavoro scientifico si convince che le leggi della natura manifestano l’esistenza di uno Spirito immensamente superiore a quello dell’uomo, e di fronte al quale noi, con le nostre modeste facoltà, dobbiamo essere umili»
   (citato in H. Dukas e B. Hoffmann “Albert Einstein: the Humane side”, Princeton 1989, p. 32)


   «La mia religiosità consiste nell’umile ammirazione dello spirito infinitamente superiore che rivela se stesso nei minimi dettagli che noi siamo in grado di comprendere con la nostra fragile e debole intelligenza [...]. Io non sono positivista. Il positivismo stabilisce che quanto non può essere osservato non esiste. Questa concezione è scientificamente insostenibile, perché è impossibile fare affermazioni valide su ciò che uno “può” o “non può” osservare. Uno dovrebbe dire: “Solo ciò che noi osserviamo esiste”. Il che è ovviamente falso»
   (citato in D. Brian, “Einstein a life”, Wiley 1996)


   Il grande matematico cattolico Francesco Severi, amico di Einstein, nel suo libro “Dalla scienza alla fede” racconta che poco prima che Einstein morisse, mentre affrontavano il tema religioso, egli disse: «Chi non ammette l’insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato»
   (citato in F. Saveri, “Dalla scienza alla fede”, Edizioni Pro Civitate Christiana 1959, pag. 103)


   In un’intervista, alla domanda: “Fino a che punto è influenzato dalla cristianità?”, egli rispose: «Da bambino ho ricevuto un’istruzione sia sul Talmud che sulla Bibbia. Sono un ebreo, ma sono affascinato dalla figura luminosa del Nazareno». L’intervistatore chiede: “Ha mai letto il libro di Emil Ludwig su Gesù?”. Risposta: «Il libro di Ludwig è superficiale. Gesù è una figura troppo imponente per la penna di un fraseggiatore, per quanto capace. Nessun uomo può disporre della cristianità con un bon mot». Ancora una domanda del giornalista: “Accetta il Gesù storico?”. Risposta: «Senza dubbio! Nessuno può leggere i Vangeli senza sentire la presenza attuale di Gesù. La sua personalità pulsa ad ogni parola. Nessun mito può mai essere riempito di una tale vita»
   (A.Einstein, Intervista sul “The Saturday Evening Post”, 26/10/1929)


   «Dio non gioca a dadi»
   (citato in “Einstein e Bohr, Scienza e vita”, lettere ’16-’55, Einaudi 1997, pag. 176)


Qui trovate un elenco completo degli scienziati credenti.

Informativa sulla privacy leggila cliccando qui
I testi sono liberamente e gratuitamente condivisibili ma non manipolabili
Torna ai contenuti