Idoli Editto di Gerusalemme idolatria catechesi
Confutazioni al Protestantesimo
L’EDITTO DI GERUSALEMME E GLI IDOLI
Atti 15: 28 – 29 Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla impudicizia. Farete cosa buona perciò a guardarvi da queste cose. State bene».
L’oggetto del concilio di Gerusalemme è ben esposto al versetto 5:
è necessario CIRCONCIDERLI e ordinar loro di OSSERVARE la legge di Mosè.
Per risolvere la questione:
V. 6 Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema.
V. 7 Dopo lunga discussione…
Il testo parla di una lunga discussione,…quando si discute c’è sempre da temere: c’è il rischio della divisione, dello scontro. Eppure questo rischio deve essere corso, il testo sottolinea l’aggettivo "lunga", è importante perché ci dice la fatica nel trovare una soluzione, c’è il pericolo di arroccarsi ciascuno sulle proprie posizioni.
Ma una via d’uscita c’è: dopo lunga discussione…. Pietro si alzò e disse…
se non c’è il responsabile dell’unità e del bene comune certe situazioni di confronto, di dibattito, di divisione non si possono sbloccare.
Quindi vi fu una approfondita discussione su tutta la problematica e soprattutto, da quanto si capisce dagli esiti, la questione degli idoli e dell’idolatria. Infatti il problema dell’idolatria è al primo punto del decreto. Evidentemente perché il più dibattuto essendo ritenuto il più importante, insieme alla circoncisione.
Come noto il comando del Signore riguardo agli idoli è preciso e circostanziato:
" non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. (Esodo 20:3-5).
Questo comando del Signore è il primo ed evidentemente più importante poiché Dio non solo lo ha enunciato, lo ha anche circostanziato, cioè ha anche spiegato cosa si deve osservare per adempire a questo comandamento: non costruirsi idoli e non offrire ad essi culto.
Questa, con la circoncisione, era anche la maggiore differenziazione degli Ebrei dai popoli circonvicini: agli Ebrei era proibito costruirsi statue per il pericolo di cadere nell’idolatria.
Nella "lunga discussione" del Concilio evidentemente la proibizione delle statue non fu ritenuta una proibizione da tenere ed infatti non è menzionata, come non è menzionata la circoncisione, perché non più necessaria, mentre è stato messo ben in evidenza, ed al primo posto, il problema del culto agli idoli: con l’editto è formalmente proibito partecipare ai banchetti dove si compiva un culto idolatrico mangiando la carne offerta in sacrificio agli idoli.
Astenersi dalle sozzure degli idoli, cioè astenersi dalle carni che sono state immolate agli idoli: gli idolotiti. Nell’ambiente greco capitava abbastanza facilmente che le carni immolate agli idoli venissero vendute al mercato per essere poi tranquillamente mangiate dalla gente.
Il decreto afferma, ed afferma al primo posto, che questo per un Cristiano è un abominio e perciò i cristiani, sia di origine ebraica che di origine pagana, devono stare lontano dagli idolotiti.
Sei anni dopo, nel 56, la questione fu presentata a S. Paolo in tutti i suoi particolari dai fedeli di Corinto. Venivano fatti tre casi concreti:
1) i cristiani possono fornirsi da macellai che acquistano carne dai templi o che, nella macellazione, praticano riti religiosi?
2) possono accettare inviti ai banchetti nei quali si ha il sospetto che vengano offerti idolotiti?;
3) possono, per dovere o per convenienza, partecipare a un banchetto sacro di pagani?
Nella sua risposta (I Cor. cc. 8-10) Paolo si ispira a due principi:
1) l'idolo è nulla, quindi non può consacrare o sconsacrare la carne offertagli;
2) gli animali furono da Dio messi a disposizione delle creature per loro nutrimento.
In conseguenza, la risposta alla prima domanda è affermativa.
Anche nel secondo caso i cristiani non devono avere scrupoli, ma se a tavola c'è qualcuno che può scandalizzarsi devono astenersene.
Nel terzo caso la risposta è negativa perché lo scandalo è legittimo e grave trattandosi di partecipazione diretta a un atto di culto idolatrico: non si può bere alla «coppa del demonio» dopo aver bevuto al "calice del Signore."
Non si può partecipare ai sacrifici agli idoli, dopo aver partecipato al sacrificio Eucaristico.
Le affermazioni dell’Apostolo portano a considerazioni interessanti:
non è l’atto in se stesso ad essere peccaminoso ed abominevole: è l’intenzione di chi lo compie.
Infatti tutti mangiano carne offerta agli idoli ma, chi sa che gli idoli sono un niente che quindi la carne loro offerta non ha nulla di sacro, non commette peccato, ma chi "crede" di compiere, mangiando quella stessa carne, un rito sacrificale, commette peccato ed è proibito.
Ampliamo il discorso: come offrire sacrifici agli idoli è un riconoscimento della loro "divinità" così anche altre manifestazioni di culto o venerazione:
Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai (Esodo 20,5).
1Samuele 2,36
Chiunque sarà superstite nella tua casa, andrà a prostrarsi davanti a lui per una monetina d'argento e per un pezzo di pane e dirà: Ammettimi a qualunque ufficio sacerdotale, perché possa mangiare un tozzo di pane».
2Samuele 15,5
Quando uno gli si accostava per prostrarsi davanti a lui, gli porgeva la mano, l'abbracciava e lo baciava.
1Re 1,53
Il re Salomone ordinò che lo facessero scendere dall'altare; quegli andò a prostrarsi davanti al re Salomone, che gli disse: «Vattene a casa!».
1Samuele 24,9
Dopo questo fatto, Davide si alzò, uscì dalla grotta e gridò a Saul: «O re, mio signore»; Saul si voltò indietro e Davide si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò.
1Re 1,16
Betsabea si inginocchiò e si prostrò davanti al re, che le domandò: «Che hai?».
Prostrarsi, o soltanto inchinarsi, incensare eccetera ad un idolo è proibito, se fatto con intenzione di rendere culto ad un dio diverso dall’unico vero Dio.
Ma inchinarsi o anche offrire incenso ad una statua SAPENDO che è SOLO una statua, cioè non è un idolo: non "È" né "RAPPRESENTA" un dio, non è peccato.
Quando diventa peccato? Quando quegli stessi gesti sono compiuti alla statua RITENUTA un IDOLO cioè un dio diverso dall’unico vero Dio.
Mangiare la carne offerta agli idoli è lecito se si sa che gli idoli sono un niente ed anche i sacrifici a loro offerti sono un niente; non è lecito se si mangia la carne offerte agli idoli pensando di fare un rito sacrificale a loro onore.
La carne è la stessa per gli uni e per gli altri, sono le intenzioni diverse che comportano le diverse conseguenze spirituali.
Incensare od inchinarsi ad una statua sapendo che è solo una statua, è lecito, inchinarsi ed incensare una statua "RITENENDO" sia un dio, è abominio: i gesti sono uguali, ma diversa l’intenzione e diverse le conseguenze.
Andiamo ad un esempio pratico di vita vissuta. A Corinto dl 1° secolo vi sono due persone che vanno al mercato a comprare carne. Entrambi comprano carne offerta agli idoli.
Il tipo A sa benissimo che gli idoli sono un nulla quindi la carne loro sacrificata non ha nulle di sacro: è semplicemente carne macellata.
Il tipo B CREDE negli idoli e pensa che mangiando la carne loro sacrificata compie un rito sacro che lo rende gradito al dio cui l’animale è stato sacrificato.
Vi sono lì vicino altre due persone il tipo C ed il tipo P.
Il tipo C, essendo Cristiano e SAPENDO che gli idoli sono un nulla, misura col suo metro e pensa: quei due stanno comprando la carne per farsi due braciole…
Il tipo P, essendo un pagano, misure anch’egli col suo metro e pensa: quei due si accingono a compiere un rito sacrificale in onore degli idoli.
Trasportiamo l’esempio nel 2013.
A …. (Catanzaro, Roma, Milano ovunque si vuole) vi sono due persone che stanno facendo inchini ad una statua della Madre di Dio.
Il tipo A pensa: lo so benissimo che questa è solo una statua ed in se stessa non è nulla, ma mi ricorda la Madre del mio Signore, gloriosamente col Figlio in cielo. A lei va il mio pensiero deferente e le chiedo di intercedere per me presso il Suo Figlio, così come fece a Cana in favore di suoi amici.
Il tipo B pensa, tu statua sei la Madre di Dio, tu statua esaudisci le mie preghiere.
Vi sono poi le solite due persone il tipo C ed il tipo P, che stanno a guardare:
Il tipo C essendo CATTOLICO, sapendo che la statua è solo una statua, misurando col suo metro, pensa: quei due si stanno raccomandando alla Madre di Gesù perché intervenga in loro favore presso il suo divin Figlio..
Il tipo P essendo PROTESTANTE, ritenendo le statue idoli, misura anch’egli col suo metro e pensa: quei due stanno compiendo un atto di idolatria.
Il peccato di idolatria lo compie chi CREDE CHE LE STATUE SONO, IN SE STESSE, IDOLI
Antonio Straface