Scomuniche a politici e Re nella storia scomunicati catechesi
Catechesi quarta parte
SCOMUNICHE A POLITICI, RE E CAPI DI STATO NELLA STORIA RECENTE
Andreotti si penti dopo che fece approvare la Legge sull'aborto...nel 1978...
Ma come funziona il pentimento nel mondo moderno?
Zaccheo si pentì, e fece atti di riparazione, restituendo quello che aveva rubato...
Andreotti (cattolico) si pentì, ma la legge rimase al suo posto...
Oggi.. "cattolici" come Renzi e company, fanno approvare la legge sulle unioni civili gay, una sorta di eutanasia, chiamata legge sul fine vita, sono tutti favorevoli all'aborto, al divorzio, ecc..
Eppure tutti costoro falsamente pentiti, e/o fieri delle leggi ANTICRISTIANE" che hanno fatto, ricevono tranquillamente la Comunione durante la Messa...
In passato i papi SCOMUNICAVANO PERFINO I RE.. che dichiarandosi cattolici non si comportavano da cristiani...
Qualche esempio
- Nel 731 il papa Gregorio II scomunicò gli iconoclasti.
- Nel 1054, quando si consumò lo scisma d'Oriente tra la Chiesa d'Occidente (cattolica) e Chiesa d'Oriente (ortodossa), il Papa (tramite i suoi inviati) e il Patriarca di Costantinopoli si scomunicarono a vicenda. Queste scomuniche vennero annullate soltanto nel 1964 in occasione dell'incontro tra il papa Paolo VI e il patriarca Atenagora I.
Soprattutto nel Medioevo, ma anche in epoca più recente, numerosi regnanti hanno subito la scomunica:
- nel 1076 l'imperatore Enrico IV fu scomunicato dal papa Gregorio VII, che egli a sua volta aveva dichiarato deposto, durante la cosiddetta lotta per le investiture. I principi tedeschi si ribellarono a Enrico, che fu costretto a umiliarsi davanti al Papa a Canossa per ottenere l'annullamento della scomunica.
- L'imperatore Federico II di Svevia fu scomunicato il 23 marzo 1228 perché continuava a rimandare la crociata per la quale aveva preso impegno solenne con la Dieta di San Germano. All'adempimento dell'impegno, la scomunica venne annullata il 28 agosto 1230.
- Quale seguito dell'occupazione di Ferrara da parte della Repubblica di Venezia, Clemente V emanò il 27 marzo 1309 la bolla "In omnem" con la quale anatemizzava la Serenissima e tutti i veneziani, dichiarandoli schiavi di chiunque li catturasse, testualmente: "Se, nel termine di 30 giorni, i Ferraresi non saranno lasciati liberi, il doge, i suoi consiglieri, tutti i Veneziani e tutti gli abitanti del dominio veneziano siano scomunicati e anche coloro che porteranno a Venezia vettovaglie o mercanzie d'ogni sorta o che compreranno qualcosa dai Veneziani. Il doge e i Veneziani non siano ammessi in giudizio come testimoni né possono far testamento; i loro figli non possono accedere a nessun beneficio ecclesiastico fino alla quarta generazione. I prelati e gli ecclesiastici di ogni grado nel raggio di dieci miglia da Venezia se ne allontanino entro dieci giorni pena la scomunica. Il doge e i consiglieri, i Veneziani tutti, se non obbediranno entro 30 giorni, siano servi di coloro che li cattureranno e i loro possedimenti siano di coloro che gli occuperanno".
- Il 31 marzo 1376 Papa Gregorio XI scomunicò Firenze, impegnata nella guerra degli Otto Santi; gravi furono le conseguenze per i mercanti fiorentini, a partire dal loro saccheggio e cacciata da Avignone quello stesso anno. Fu revocata nel 1378.
- Nel 1570, con la bolla “Regnans in Excelsis”, Pio V scomunicò e dichiarò deposta la regina Elisabetta I d'Inghilterra per eresia: "acquistato ed usurpato in proprio favore il posto di supremo capo della Chiesa in Inghilterra, ha nuovamente ridotto lo stesso regno - che era stato ricondotto alla fede cattolica e a buoni frutti - ad una rovina miserabile[11].
- Nel 1711 nel Regno di Sicilia venne comminata una scomunica a due ufficiali fiscali per un tributo che costoro avevano imposto a dipendenti del vescovo di Lipari, la scomunica, in virtù dell'appello per abuso garantito dall'Apostolica Legazia di Sicilia, venne revocata dal monarca, decisione non accettata da Papa Clemente XI e ne seguì la Controversia liparitana.
- Il re d'Italia Vittorio Emanuele II ricevette ben tre scomuniche dal papa Pio IX per la sua politica ostile alla Chiesa, che culminò nell'invasione e annessione dello Stato Pontificio al Regno d'Italia. Tuttavia, quando il re fu in punto di morte, Pio IX inviò un sacerdote a impartirgli l'assoluzione.
- Secondo il decreto del Santo Uffizio del 1º luglio 1949 (Scomunica ai comunisti) veniva dichiarato formalmente scomunicato chiunque, iscritto al partito comunista, abbracciava di fatto il materialismo ateo proposto dallo statuto del partito. La scomunica formalmente non è stata mai abolita[12], bensì è stata commutata da Papa Giovanni XXIII durante il Concilio Vaticano II in latæ sententiæ a chi, per esempio, fa richiesta di non essere più considerato membro della Chiesa cattolica (Codex iuris Canonici, can. 1364, § 1).
Scomuniche recenti che hanno avuto risonanza mediatica:
- il vescovo Marcel Lefebvre, fondatore di un gruppo tradizionalista "Fraternità Sacerdotale San Pio X" che rifiuta molte delle innovazioni introdotte dal Concilio Vaticano II, già sospeso a divinis nel 1976, nel 1988 è incorso nella scomunica latæ sententiæ per avere ordinato quattro vescovi senza mandato pontificio. La scomunica ai vescovi ordinati è stata revocata nel 2009.
- il vescovo Emmanuel Milingo, postosi a capo di un movimento che propugna l'ordinazione di preti sposati e presa moglie lui stesso, nel 2006 è anch'egli incorso nella scomunica per aver ordinato dei vescovi senza permesso.
Tipi di scomuniche
Anticamente esistevano vari gradi di scomunica, il "minore" o dei tolerati (tali persone erano comunque ammesse all'interno della comunità) e il "maggiore" per i vitandi (persone "da evitare", quindi escluse dalla comunità)[2].
Oggi le scomuniche si definiscono latæ sententiæ se scaturiscono da un comportamento delittuoso in quanto tale e non è necessario che vengano esplicitamente comminate da un ente ecclesiastico: chi compie un certo atto si trova a essere scomunicato automaticamente. Si definiscono invece ferendæ sententiæ se non sono automatiche, ma devono essere inflitte da un organismo ecclesiale.
Esistono anche le scomuniche "riservate": infatti in genere una scomunica può essere tolta dal sacerdote durante una normale confessione; se però la scomunica è riservata al vescovo, può essere tolta solo da un vescovo o da un suo delegato; se è riservata alla Santa Sede, può essere tolta solo ricorrendo a essa (attraverso il competente ufficio della Curia romana, cioè la Penitenzieria apostolica). Naturalmente le scomuniche "riservate" sono quelle associate ai delitti più gravi.
Le scomuniche sono disciplinate dal Codice di diritto canonico ai canoni 1331 e 1364-1398.
Le Chiese sui iuris che non sono di rito liturgico occidentale sono soggette invece al Codice dei canoni delle Chiese orientali, promulgato da papa Giovanni Paolo II ed entrato in vigore il 1º ottobre 1991. Le sanzioni penali sono definite nel titolo XXVII ed includono la scomunica minore (can. 1431), la sospensione (can. 1432), la deposizione (can. 1433), e la scomunica maggiore (can. 1434).[3]
Nella storia più recente invece LE SCOMUNICHE PER I POLITICI SONO STATE TACITAMENTE ABOLITE...
e i risultati purtroppo si vedono L'IMMORALITA' DILAGA..e al peggio non c'è mai fine.
Ricordiamo che la scomunica non serve a mandare gente all'inferno, ma a farla ravvedere, proprio in vista della vita eterna...
La troppa misericordia... spesso, manda all'inferno più gente della scomunica.
La Chiesa dovrebbe ritornare ad fare la madre severa, perchè i genitori severi educano figli disciplinati,
genitori lassisti non educano... ma producono figli della perdizione...
Questo è il triste quadro attuale, e siamo degli anni 2000
preghiamo affinchè i nostri pastori si rendano conto CHE LA DISCIPLINA CRISTIANA serve per educarci al premio finale della vita eterna...
senza disciplina cristiana, si finisce all'inferno, purtroppo.
Incardona Salvatore