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Cremazione Chiesa Cattolica Bibbia dottrina

Risposte Veloci

La Cremazione è cristiana?

La Chiesa non proibisce più la cremazione, ma esorta i fedeli affinché pratichino la sepoltura. Una sintesi dei pericoli e delle perplessità legati alla diffusione della cremazione.
Il nuovo Codice di diritto canonico del 1983 sembra aver chiuso ogni discussione sull'argomento: "La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti; tuttavia non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana". Tuttavia, è noto che la Chiesa da sempre si è opposta con fermezza alla cremazione - praticata dagli antichi pagani, prima, e poi dai neo pagani moderni - credendo nella resurrezione del corpo e nella immortalità dell'anima. Il rispetto e la sepoltura dei morti rientrano tra le opere di misericordia corporale (CCC 2300). E non deve essere cosa da poco se, per compierla, Tobi e suo figlio Tobia, ai tempi della cattività babilonese (Tb 1, 2) e i primi cristiani, durante le persecuzioni, non esitarono a rischiare la propria vita.

Da parte laica, invece, le motivazioni addotte vertono su aspetti igienici - l'interramento inquina le falde acquifere -, economici ed urbanistici per la collocazione dei cimiteri. Di contro, un recente provvedimento legislativo vorrebbe istituire anche i cimiteri per l'interramento delle spoglie degli animali di affezione. Secondo i suoi sostenitori, la cremazione è rito antichissimo che vuole affermare la sacralità della persona umana, la quale rimarrebbe viva solo nel ricordo delle opere e del pensiero. Certo è ben poca cosa, rispetto alla credenza cattolica nella resurrezione dei corpi, come sembrano anticipare i corpi incorrotti di diversi santi tra cui quello di Santa Bernadette a Nevers. La tendenza (illuminista) di allontanare i cimiteri dalle città, la maggior comodità e la non incompatibilità con la fede religiosa sono ulteriori ragioni a supporto.

Detto questo, si ha l'impressione che la cremazione venga presentata come preferibile soltanto perché è molto diffusa nel nord Europa, o poiché alcuni Comuni in Italia erogano contributi per sostenere tale scelta (che è in aumento), o ancora perché essa è favorita e diffusa "onde parificare a tutti i livelli le diverse forme di sepoltura" dalle "Società per la cremazione" di emanazione massonica.
Forse che, in casi di necessità, la Chiesa ha ostacolato in passato il suo utilizzo, ad esempio per la peste?

La cremazione si accompagna alla perdita di tutta la simbolica della inumazione, svuotando di significato vocaboli quali cimitero, cioè dormitorio; camposanto, cioè luogo dei consacrati a Dio; deposizione, onde le salme sono date in deposito da restituire il dì della resurrezione. Cosicché Romano Amerio si domanda se tutto ciò non rientri "nel generale fenomeno dell'accomodazione al mondo, della decolorazione del sacro, dell'invadente utilitarismo e dell'eclissazione del primario destino ultramondano dell'uomo", cioè dell'idea di morte e di giudizio finale.

Più di un elemento fa dunque pensare che la cremazione, quando sia usata o propagandata in maniera alternativa alla fede, vada ad affiancarsi all'equiparazione dell'unione tra gay al matrimonio naturale, all'eliminazione dei simboli religiosi in Francia, alla recente istituzione del battesimo civile a Bologna, al non riconoscimento delle radici cristiane. Il che induce a sconsigliarne comunque l'utilizzo se è vero, come ricorda Vittorio Messori, che "la compattezza di una comunità religiosa passa anche attraverso il non essere, quando necessario, «come gli altri»".
MORALITÀ — La Chiesa cattolica è contraria alla cremazione e la sua autorità suprema ha vietato espressamente le seguenti azioni:

a) cremare una salma;
b) formalmente cooperare alla cremazione (v. Cooperazione);
c) dare ordine che il proprio corpo o quello di un altro sia cremato;
d) far parte di una società, i membri della quale si impegnano a far cremare il corpo proprio e quello delle persone di cui possono disporre;
e) dare l’assoluzione sacramentale ad una persona che ha ordinato che il suo corpo sia cremato e che non vuole revocare tale ordine; dare a questa stessa persona, dopo la morte, la sepoltura ecclesiastica (S.C.S. Off. 1886 e can. 1203, 1240 § 1 n. 5, e 2339).

La ragione per la quale la Chiesa si oppone alla cremazione non è perché essa sia in contrasto con un dogma della fede cattolica. La risurrezione non è più difficile dopo la cremazione che dopo la corruzione naturale totale del corpo sepolto. I massoni ed altri sedicenti illuminati nemici della fede hanno non di rado, anche in questo punto, idee puerili riguardo alla dottrina cattolica. La Chiesa cattolica condanna la cremazione, prima di tutto perché essa è contraria all’antichissima tradizione cristiana ed umana, all’uso antico quanto lo stesso genere umano, e radicato nei giusti sentimenti di riverenza per il corpo umano, organo dell’anima santificata dalla grazia e dalla vita divina; tempio dello Spirito Santo. Sappiamo bene che di per sè e per il corpo la cremazione non è più nociva e più ripugnante che la corruzione naturale, ma per noi la riverenza chiede che il corpo sia lasciato intatto: che non sia distrutto violentemente, ma deposto piamente nella terra, come seme che un giorno risusciterà a nuova vita. La sepoltura non soltanto è più adatta alla liturgia tradizionale della Chiesa, ma a qualsiasi rito funerario che vuole esprimere ed inculcare ai circostanti i grandi misteri della morte cristiana e della vita dopo la morte. Un motivo secondario e passeggero del divieto ecclesiastico era ed è ancora (benché ades­so un po’ meno) la tendenza anticristiana dei propugnatori della cremazione. Bruciare un corpo non è dunque un atto cattivo per intima natura, ma è anche falso dire che si tratta di una pura legge positiva. La Chiesa infatti non cambierà la sua posizione riguardo alla cremazione. Da ciò che abbiamo esposto diventa altresì chiaro, che non è proibito bruciare i corpi umani, quando in circostanze straordinarie


Da parte laica, invece, le motivazioni addotte vertono su aspetti igienici - l'interramento inquina le falde acquifere -, economici ed urbanistici per la collocazione dei cimiteri. Di contro, un recente provvedimento legislativo vorrebbe istituire anche i cimiteri per l'interramento delle spoglie degli animali di affezione.
Secondo i suoi sostenitori, la cremazione è rito antichissimo che vuole affermare la sacralità della persona umana, la quale rimarrebbe viva solo nel ricordo delle opere e del pensiero. Certo è ben poca cosa, rispetto alla credenza cattolica nella resurrezione dei corpi, come sembrano anticipare i corpi incorrotti di diversi santi tra cui quello di Santa Bernadette a Nevers. La tendenza (illuminista) di allontanare i cimiteri dalle città, la maggior comodità e la non incompatibilità con la fede religiosa sono ulteriori ragioni a supporto.
Detto questo, si ha l'impressione che la cremazione venga presentata come preferibile soltanto perché è molto diffusa nel nord Europa, o poiché alcuni Comuni in Italia erogano contributi per sostenere tale scelta (che è in aumento), o ancora perché essa è favorita e diffusa "onde parificare a tutti i livelli le diverse forme di sepoltura" dalle "Società per la cremazione" di emanazione massonica.
Forse che, in casi di necessità, la Chiesa ha ostacolato in passato il suo utilizzo, ad esempio per la peste?
La cremazione si accompagna alla perdita di tutta la simbolica della inumazione, svuotando di significato vocaboli quali cimitero, cioè dormitorio; camposanto, cioè luogo dei consacrati a Dio; deposizione, onde le salme sono date in deposito da restituire il dì della resurrezione. Cosicché Romano Amerio si domanda se tutto ciò non rientri "nel generale fenomeno dell'accomodazione al mondo, della decolorazione del sacro, dell'invadente utilitarismo e dell'eclissazione del primario destino ultramondano dell'uomo", cioè dell'idea di morte e di giudizio finale.
Più di un elemento fa dunque pensare che la cremazione, quando sia usata o propagandata in maniera alternativa alla fede, vada ad affiancarsi all'equiparazione dell'unione tra gay al matrimonio naturale, all'eliminazione dei simboli religiosi in Francia, alla recente istituzione del battesimo civile a Bologna, al non riconoscimento delle radici cristiane. Il che induce a sconsigliarne comunque l'utilizzo se è vero, come ricorda Vittorio Messori, che "la compattezza di una comunità religiosa passa anche attraverso il non essere, quando necessario, «come gli altri»".
MORALITÀ — La Chiesa cattolica è contraria alla cremazione e la sua autorità suprema ha vietato espressamente le seguenti azioni:

a) cremare una salma;
b) formalmente cooperare alla cremazione (v. Cooperazione);
c) dare ordine che il proprio corpo o quello di un altro sia cremato;
d) far parte di una società, i membri della quale si impegnano a far cremare il corpo proprio e quello delle persone di cui possono disporre;
e) dare l’assoluzione sacramentale ad una persona che ha ordinato che il suo corpo sia cremato e che non vuole revocare tale ordine; dare a questa stessa persona, dopo la morte, la sepoltura ecclesiastica (S.C.S. Off. 1886 e can. 1203, 1240 § 1 n. 5, e 2339).
La ragione per la quale la Chiesa si oppone alla cremazione non è perché essa sia in contrasto con un dogma della fede cattolica. La risurrezione non è più difficile dopo la cremazione che dopo la corruzione naturale totale del corpo sepolto. I massoni ed altri sedicenti illuminati nemici della fede hanno non di rado, anche in questo punto, idee puerili riguardo alla dottrina cattolica. La Chiesa cattolica condanna la cremazione, prima di tutto perché essa è contraria all’antichissima tradizione cristiana ed umana, all’uso antico quanto lo stesso genere umano, e radicato nei giusti sentimenti di riverenza per il corpo umano, organo dell’anima santificata dalla grazia e dalla vita divina; tempio dello Spirito Santo. Sappiamo bene che di per sè e per il corpo la cremazione non è più nociva e più ripugnante che la corruzione naturale, ma per noi la riverenza chiede che il corpo sia lasciato intatto: che non sia distrutto violentemente, ma deposto piamente nella terra, come seme che un giorno risusciterà a nuova vita. La sepoltura non soltanto è più adatta alla liturgia tradizionale della Chiesa, ma a qualsiasi rito funerario che vuole esprimere ed inculcare ai circostanti i grandi misteri della morte cristiana e della vita dopo la morte. Un motivo secondario e passeggero del divieto ecclesiastico era ed è ancora (benché ades­so un po’ meno) la tendenza anticristiana dei propugnatori della cremazione. Bruciare un corpo non è dunque un atto cattivo per intima natura, ma è anche falso dire che si tratta di una pura legge positiva. La Chiesa infatti non cambierà la sua posizione riguardo alla cremazione. Da ciò che abbiamo esposto diventa altresì chiaro, che non è proibito bruciare i corpi umani, quando in circostanze straordinarie (p. es. epidemia) questo sia il mezzo necessario per evitare pericoli o per combattere l’epidemia stessa.
Voce a cura di P. Ludovico Bender, O. P.
Professore nella Facoltà giuridica del pontificio Ateneo Angelicum di Roma
BIBLIOGRAFIA — Incinératton, in Dictionnaire apologétique de la foi catholique, di A. D’ALÈS, Paris 1911-1928; E. RIGHI-LAMBERTINI, De vetita cadaverum crematione, Venegono Inferiore 1948.


La voce CREMAZIONE è tratta dal Dizionario di Teologia Morale, diretto da Francesco Roberti (Segretario della S. Congregazione del Concilio). Segretario di Redazione: Pietro Palazzini (Ordinario di Teologia Morale nel Pontificio Ateneo Lateranense). Seconda edizione riveduta ed ampliata. Editrice Studium, Roma 1957.

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