Natale data nascita Gesù 25 Dicembre origini - protestanti
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E’ sempre utile riflettere sull’importanza del Natale, festa ormai svilita del suo significato più intrinseco è puro. Il Natale è ormai schiacciato dal consumismo, è preponderante e diffusissima la forzata equivalenza Natale=regali. Dimentichiamo che il regalo che noi cristiani ricordiamo è Cristo Gesù, donatoci dal Padre per la nostra salvezza. Un dono che non è un pacco inanimato ma un regalo che viene donato e si dona allo stesso tempo. Moltissimi hanno smarrito il significato del Natale, riducendolo ai “doverosi” scambi di auguri e regali.
Per costoro Natale non è una festa nettamente religiosa, ma ormai intrisa di consumismo, panettoni e luci varie, si è trasformata in un periodo buono per fare acquisti, fare e ricevere regali. Anche a chi non si regale niente tutto l’anno a Natale si fa un “pensierino”, come si usa chiamare i regali di basso costo. Piuttosto che dire “ti ho regalato un oggetto di pochi spiccioli, è più diplomatico dire ti ho fatto un pensierino…
Tra questi pensieri e pensierini però in pochissimi pensano all’aspetto spirituale del Natale, che in fondo è quello che ha fatto nascere questa festa.
Alcuni predicano le origini pagane del Natale, quasi che la Chiesa festeggiasse Saturno, Mitra o qualche altro dio pagano, piuttosto che Gesù. Non dimentichiamolo, il Natale è il compleanno di Gesù! Non si sa di preciso quando è nato, beh questo lo vedremo più avanti.
Quando i missionari furono mandati da Roma fino alle più lontane province del nord, Papa Gregorio I diede loro istruzioni come queste: " Distruggete gli idoli, ma preservate i templi. Siano questi purificati e consacrati, erigendovi altari in modo che il popolo possa conoscere e adorare il vero Dio. E là dove i pagani erano abituati a sacrificare animali ai demòni, siano celebrate in cambio feste religiose in adorazione del vero Dio. Mediante queste festività il popolo possa più facilmente ottenere gioie spirituali ...
Per parecchi secoli il Natale fu soltanto una festa religiosa. Ma a misura che il cristianesimo si diffuse in terre pagane, molte usanze collegate col solstizio invernale furono assorbite da quelle cristiane, grazie alle direttive lungimiranti di Gregorio Magno.
In questo modo il Natale prese l'aspetto d'una festa religiosa e sociale. Non poche abitudini come quella di accendere luci e fuochi, di usare fiori e decorazione, di scambiarsi doni, di pregare e di cantare con accompagnamento di musica ecc. influenzarono la festa cristiana del Natale, senza nulla conservare del loro originario paganesimo”.
In ogni caso noi cristiani cattolici non festeggiamo una data ma un EVENTO, ovvero la nascita di Gesù e l'amore misericordioso del Padre. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16).
Nei primissimi tempi del cristianesimo, invece il natale non era nemmeno celebrato. La festa principale e insostituibile dell’anno era piuttosto la Pasqua (anche dei santi e dei martiri, del resto, non si ricordava la data di nascita, bensì quella di morte). Ciò nonostante, come è logico, si diffuse ben presto tra i fedeli il desiderio di sapere la data del compleanno del Figlio di Dio e, in mancanza di elementi certi, ogni tradizione formulò la sua opinione. Si arrivò alle date più diverse: il 28 marzo, il 20 o il 25 aprile, il 20 maggio, il 24 giugno, il 17 novembre, e il 6 gennaio (oltre che al 25 dicembre).
Particolarmente importante è la data del 6 gennaio, l’epifania o "anifestazione" di Cristo: giorno in cui il Salvatore si mostra al mondo. Ancora oggi, ad esempio gli ortodossi celebrano il Natale il 6 gennaio. Il 25 dicembre invece, cominciò ad essere accettato in tutta la Chiesa a partire dalla fine del IV secolo. Nel 425 l’imperatore Teodosio ne codificò i riti, nel 506 divenne festa di precetto e nel 529 anche festa civile. Dal secolo XII Natale è la festa più popolare dell’Occidente cristiano. Ma siamo davvero sicuri che il 25 dicembre sia una data simbolica, scippata al paganesimo e reinterpretata in base alla teologia cristiana? Gli esperti stanno cominciando a ripensarci. Secondo il calendario solare biblico ritrovato a Qumran, infatti, e ricostruendo i turni di servizio dei sacerdoti ebrei, si è scoperto che il sacerdote Zaccaria, padre di Giovanni Battista, risultava in servizio al Tempio quando l’arcangelo gli preannuncio la nascita del figlio, esercitava al Tempio di Salomone tra il 24 e il 30 dell’ottavo mese, ovvero il nostro settembre-ottobre. La nascita del Battista verrebbe dunque, a cadere circa nove mesi più tardi: cioè verso il 24 giugno, tradizionale memoria di san Giovanni, ma questo lo vedremo meglio più avanti. (cfr, gli Undici Comandamenti ed. Piemme)
Chi pensa al “dio sole” a Natale? Solo alcuni protestanti. Lasciamoli pensare! In quanto ai veri cristiani, a Natale hanno sempre avuto in mente il Nato Salvatore del mondo, Gesù Cristo. Hanno abbandonato e distrutto gli idoli per rivolgere tutta la loro attenzione e il loro cuore all'Unico vero Dio, apparso in forma umana (Giovanni 1, 14; Filippesi 2, 6-9).
Se alcune usanze esteriori sono state preservate, questo non fu a discapito della vera adorazione. Esse sono piuttosto espressioni legittime del cuore umano di ieri e di sempre, motivate ora dalla nascita del Salvatore.
Come mai i protestanti non si fanno scrupolo di continuare a chiamare i giorni della settimana con nomi pagani? In effetti, martedì significa giorno di Marte, mercoledì, giorno di Mercurio e così via. E’ evidente che invece di cristianizzare il paganesimo, i protestanti hanno incorporato nella loro vita usanze nettamente pagane! Né sentono il minimo scrupolo di tenere le loro assemblee in quegli stessi locali dove pure si riuniscono a pregare i seguaci della falsa religione, gli appartenenti a Babilonia la Grande!
La festa cristiana del Natale non ha per nulla affievolito la speranza del ritorno di Cristo. Essa piuttosto ha servito e serve a preparare gli uomini all’incontro con Cristo. In effetti, a Natale la 'Chiesa annuncia Cristo a tutti gli uomini di buona volontà preparando così l'avvento del suo Regno (Atti 1, 8).
Dire che i Magi rappresentano il paganesimo, non il cristianesimo, è un grosso abbaglio. Infatti al tempo dei Magi nessuno poteva rappresentare il cristianesimo perché il cristianesimo ancora non esisteva. I Magi adempivano la profezia messianica di Isaia: “Uno stuolo di cammelli ti invaderà (Gerusalemme), dromedari di Madian di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro ed incenso…” (Isaia 60, 6). I Magi rappresentano le primizie dei pagani, che in seguito formeranno il nuovo Israele (cf. Galati 6, 16; Efesini 3, 1-11).
Se la loro venuta fu causa involontaria d’un complotto di satana, non per questo non deve dirsi una opera divina. Infatti, tutte le opere di Dio hanno il contrassegno della persecuzione. Gesù fu perseguitato e ucciso per quanto fece e disse. Forse non doveva né parlare né operare per non dare occasione a satana di farlo crocifiggere ?. La stessa cosa si dica di san Pietro, di san Paolo, di tutti gli apostoli di Cristo, dei martiri di ogni, tempo...
Notate pure che Gesù, divenuto grande, non scaccerà i pagani, ma ne loderà la fede e farà anche miracoli in loro favore (Matteo 8, 5-8).
I Magi offrirono doni (Matteo 2, 11). Questo gesto, a parere di alcuni protestanti, sarebbe un gesto pagano come pagana dovrebbe dirsi l'usanza di offrire doni.
La verità è ben diversa: L'offerta dei doni è conforme alla profezia messianica di Isaia già ricordata (Isaia 60, 6). Inoltre: come mai Giuseppe e Maria accettarono i doni dei Magi? Come mai il Bambino Gesù permise quel gesto abominevole a dei presuntuosi pagani, che portavano il paganesimo in casa sua?
Molti avversari della Chiesa cattolica citano proprio il Natale fra le tante calunnie che diffondono, per rivestirlo di paganità, svilendone il suo altissimo valore cristiano.
Il Natale non è una festa pagana, “…verrà a visitarvi un sole che sorge dall’alto” si capisce chiaramente che questo versetto è riferito a Gesù e non al dio sole, e poi il 25 Natale coincide anche con il compleanno del Re, cioè con l’inizio della festa della dedicazione.Oggi, anche grazie ai documenti di Qumran, potremmo essere in grado di stabilirlo con precisione: Gesù è nato proprio un 25 dicembre. Una scoperta straordinaria sul serio e che non può essere sospettata di fini apologetici cristiani, visto che la dobbiamo a un docente, ebreo, della Università di Gerusalemme.
Mistero risolto della nascita di Gesù (dal Corriere della Sera 9.7.2003)”Lo studio di un professore dell’Università ebraica di Gerusalemme cancella ogni dubbio su un enigma millenario. La data del 25 dicembre non è soltanto un simbolo. Dai rotoli di Qumran la conferma della sua esattezza.Quando tutti sono via, quando le città sono vuote, a chi - e dove - mandare cartoline e consegnare pacchi con nastri e fiocchetti? Non sono i vescovi stessi a tuonare contro quella sorta di orgia consumistica cui sono ridotti i nostri Natali? E allora, spiazziamo i commercianti, spostiamo tutto a Ferragosto. La cosa, osservavo, non sembra impossibile: in effetti, non fu la necessità storica, fu la Chiesa a scegliere il 25 dicembre per contrastare e sostituire le feste pagane nei giorni del solstizio d’inverno. La nascita del Cristo al posto della rinascita del Sol invictus . All’inizio, dunque, ci fu una decisione pastorale che può essere mutata, variando le necessità. Una provocazione, ovviamente, che si basava però su ciò che è (o, meglio, era) pacificamente ammesso da tutti gli studiosi: la collocazione liturgica del Natale è una scelta arbitraria, senza collegamento con la data della nascita di Gesù, che nessuno sarebbe in grado di determinare. Ebbene, pare proprio che gli esperti si siano sbagliati; e io, ovviamente, con loro. In realtà oggi, anche grazie ai documenti di Qumran, potremmo essere in grado di stabilirlo con precisione: Gesù è nato proprio un 25 dicembre. Una scoperta straordinaria sul serio e che non può essere sospettata di fini apologetici cristiani, visto che la dobbiamo a un docente, ebreo, della Università di Gerusalemme.
Vediamo di capire il meccanismo, che è complesso ma affascinante. Se Gesù è nato un 25 dicembre, il concepimento verginale è avvenuto, ovviamente, 9 mesi prima. E, in effetti, i calendari cristiani pongono al 25 marzo l’annunciazione a Maria dell’angelo Gabriele. Ma sappiamo dallo stesso Vangelo di Luca che giusto sei mesi prima era stato concepito da Elisabetta il precursore, Giovanni, che sarà detto il Battista. La Chiesa cattolica non ha una festa liturgica per quel concepimento, mentre le antiche Chiese d’Oriente lo celebrano solennemente tra il 23 e il 25 settembre. E, cioè, sei mesi prima dell’Annunciazione a Maria. Una successione di date logica ma basata su tradizioni inverificabili, non su eventi localizzabili nel tempo. Così credevano tutti, fino a tempi recentissimi. In realtà, sembra proprio che non sia così. In effetti, è giusto dal concepimento di Giovanni che dobbiamo partire.
Il Vangelo di Luca si apre con la storia dell’anziana coppia, Zaccaria ed Elisabetta, ormai rassegnata alla sterilità, una delle peggiori disgrazie in Israele. Zaccaria apparteneva alla casta sacerdotale e, un giorno che era di servizio nel tempio di Gerusalemme, ebbe la visione di Gabriele (lo stesso angelo che sei mesi dopo si presenterà a Maria, a Nazareth) che gli annunciava che, malgrado l’età avanzata, lui e la moglie avrebbero avuto un figlio. Dovevano chiamarlo Giovanni e sarebbe stato «grande davanti al Signore». Luca ha cura di precisare che Zaccaria apparteneva alla classe sacerdotale di Abia e che quando ebbe l’apparizione «officiava nel turno della sua classe». In effetti, coloro che nell’antico Israele appartenevano alla casta sacerdotale erano divisi in 24 classi che, avvicendandosi in ordine immutabile, dovevano prestare servizio liturgico al tempio per una settimana, due volte l’anno. Sapevamo che la classe di Zaccaria, quella di Abia, era l’ottava, nell’elenco ufficiale.
Ma quando cadevano i suoi turni di servizio? Nessuno lo sapeva. Ebbene, utilizzando anche ricerche svolte da altri specialisti e lavorando, soprattutto, su testi rinvenuti nella biblioteca essena di Qumran, ecco che l’enigma è stato violato dal professor Shemarjahu Talmon che, come si diceva, insegna alla Università ebraica di Gerusalemme. Lo studioso, cioè, è riuscito a precisare in che ordine cronologico si susseguivano le 24 classi sacerdotali. Quella di Abia prestava servizio liturgico al tempio due volte l’anno, come le altre, e una di quelle volte era nell’ultima settimana di settembre. Dunque, era verosimile la tradizione dei cristiani orientali che pone tra il 23 e il 25 settembre l’annuncio a Zaccaria. Ma questa verosimiglianza si è avvicinata alla certezza perché, stimolati dalla scoperta del professor Talmon, gli studiosi hanno ricostruito la «filiera» di quella tradizione, giungendo alla conclusione che essa proveniva direttamente dalla Chiesa primitiva, giudeo-cristiana, di Gerusalemme. Una memoria antichissima quanto tenacissima, quella delle Chiese d’Oriente, come confermato in molti altri casi. Ecco, dunque, che ciò che sembrava mitico assume, improvvisamente, nuova verosimiglianza. Una catena di eventi che si estende su 15 mesi: in settembre l’annuncio a Zaccaria e il giorno dopo il concepimento di Giovanni; in marzo, sei mesi dopo, l’annuncio a Maria; in giugno, tre mesi dopo, la nascita di Giovanni; sei mesi dopo, la nascita di Gesù. Con quest’ultimo evento arriviamo giusto al 25 dicembre. Giorno che, dunque, non fu fissato a caso.
Ma sì, pare proprio che il Natale a Ferragosto sia improponibile. Ne farò, dunque, ammenda ma, più che umiliato, piuttosto emozionato: dopo tanti secoli di ricerca accanita i Vangeli non cessano di riservare sorprese. Dettagli apparentemente inutili (che c’importava che Zaccaria appartenesse alla classe sacerdotale di Abia? Nessun esegeta vi prestava attenzione) mostrano all’improvviso la loro ragion d’essere, il loro carattere di segni di una verità nascosta ma precisa. Malgrado tutto, l’avventura cristiana continua. Dal Mar Morto a Oxford: i papiri che nascondono la verità. La data di nascita di Gesù è stata stabilita grazie ai documenti di Qumran. In alcune grotte della località sul Mar Morto un pastore scoprì, nel 1947, una serie di papiri manoscritti. Le scoperte proseguirono, in modo rocambolesco, fino al ’56. Si tratta di circa 750 testi in ebraico, aramaico (la lingua parlata dallo stesso Gesù) e greco. Vanno dal terzo secolo a.C. fino al I d.C. Ci sono scritture sacre, commenti, documenti religiosi della comunità di Qumran, forse gli Esseni, setta ebraica che viveva nel deserto. Alcuni documenti consentirebbero, secondo qualche studioso, di ridatare il Vangelo di Marco. Una parte dei papiri è stata poi tenuta nascosta in Israele fino al 1991, alimentando il «giallo». La pubblicazione, in 38 volumi, del materiale di Qumran si è conclusa a Oxford solo lo scorso anno (2002).” (Vittorio Messori)
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Il dato che troviamo nel Vangelo di Luca per stabilire l’anno della nascita di Gesù è l’editto di Cesare Augusto. Ma in quale data del calendario romano avvenne? Con eccessiva facilità, si è imputato al monaco Dionigi di aver commesso un errore di calcolo.Egli aveva ricevuto l’incarico dalla Chiesa di Roma di proseguire la compilazione della tavola cronologica della data della Pasqua, preparata a suo tempo in Egitto dal vescovo Cirillo Alessandrino. Per assolvere il suo compito, Dionigi scelse di partire dall’incarnazione di Cristo. Pur non conoscendo con esattezza il metodo da lui seguito, molti sostengono che si sarebbe sbagliato fissando la nascita di Gesù quattro o sei anni dopo la data in cui sarebbe realmente avvenuta, fissandola addirittura dopo la morte di Erode. Il che, se stiamo al racconto evangelico, non può essere, visto la tenace persecuzione di quel re proprio nei confronti del Bambino nato a Betlemme.Ma tali obiezioni non tengono conto del fatto che lo storico Giuseppe Flavio, al quale normalmente si fa riferimento per questa e per altre date, si era sbagliato proprio a proposito della morte di Erode il Grande. Inoltre, gli si imputa di non aver usato lo zero, nel computo, cifra che a quel tempo non era stata ancora inventata.In ogni caso, Dionigi recepì la data del 25 dicembre, dunque introdotta dalla Chiese cristiane in modo non arbitrario.
Secondo Tertulliano, Gesù sarebbe nato nel 752 di Roma, 41° anno dell’impero di Augusto. Il primo ad affermare che Gesù è nato il 25 dicembre sarà Ippolito di Roma nel suo Commento al libro del profeta Daniele, scritto verso il 204 d.C. Lo ha ricordato a tutti Benedetto XVI, nell’Udienza generale del 23 dicembre 2009. Attualmente esistono strumenti di indagine che permettono di collegare i dati con gli elementi astronomici che ne garantiscono la precisione. Ciò permette di superare i contrasti fra il mondo ebraico e la cultura cristiana che potrebbero avere condizionato gli storici, tenendo presente che gli ebrei non avevano un calendario fisso, ma lo formulavano in base all’osservazone diretta dei diversi fenomeni astrali, particolarmente il novilunio che determinava le feste, per far corrispondere l’anno lunare a quello solare. Tuttavia, bisogna tener presente che spesso tale calendario differiva dalla realità astronomica (cf, Giuseppe Ricciotti, Vita di Gesù, Roma 1941 Milano 2006 p.178 s.)
Il censimento è parte importante della questione della storicità della data del Natale. Luca, volendo inquadrare storicamente Gesù e la sua venuta, fornisce un’altra coordinata: comincia il suo Vangelo con riferimento a una tradizione giudeo-cristiana gerosolimitana, un fatto apparentemente marginale, ma storicamente verificabile dai suoi contemporanei, ancor prima del 70 d.C.
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