La Missione di Maria catechesi spiegazione significato
CAPITOLO I
INTERDISCIPLINARITÀ, FONTI E METODO DELLA MARIOLOGIA
1. Interdisciplinarità della Mariologia.
2. Le fonti della Mariologia.
3. Il metodo della Mariologia.
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1. Interdisciplinarità della Mariologia
1.1. La Mariologia componente centrale della Teologia
La Mariologia è parte della Teologia, anzi ne è una componente centrale, per il semplice fatto che centrali sono i misteri salvifici con i quali la Santa Vergine è congiunta:
- l’Incarnazione del Verbo (Lc 1,26-28; Mt 1, 18-25);
- la manifestazione di Gesù ai pastori (Lc 2,8-14) e ai magi (Mt 2,9-10), rappresentanti rispettivamente degli Ebrei e dei Gentili;
- la rivelazione messianica nel Tempio a Simeone ed Anna (Lc 2, 22-38);
- l’inizio della vita pubblica di Gesù (Gv 2,1-12);
- la morte del Signore sulla Croce (Gv 19,25-27);
- l’effusione dello Spirito Santo nella Pentecoste (At 1,12-14; 2, 1-4).La connessione della Mariologia con le altre discipline teologiche è stata già da tempo rilevata e sottolineata.
1.2. Cristologia e Mariologia
Gesù, Figlio di Dio fattosi uomo, Messia e Salvatore, è nato da Maria, è carne della sua carne, perché ella lo ha concepito, lo ha dato alla luce, lo ha allattato al suo seno verginale, lo ha educato insieme a Giuseppe nella tradizione del suo popolo. Di Gesù, Maria è, dunque, vera madre e quindi tra lei e il Verbo incarnato esiste un indissolubile vincolo materno – filiale. La persona e la missione del Figlio, gettano una grande luce sulla figura della madre, come a dire: dalla Cristologia sulla Mariologia. In certa misura, tuttavia, la Mariologia reca un contributo alla stessa Cristologia perché la conoscenza della vera dottrina cattolica su Maria costituirà sempre una chiave per l’esatta comprensione del mistero di Cristo e della Chiesa. Attraverso Maria, eccezionale testimone del mistero di Cristo, la Chiesa ha approfondito il mistero della kenosis del Figlio di Dio divenuto in lei "figlio di Adamo" ed ha conosciuto con maggiore chiarezza le radici storiche del Figlio di Davide, il suo inserimento nel popolo ebreo e la sua appartenenza al gruppo dei poveri del Signore.
1.3. Soteriologia e Mariologia
In vista dei meriti della morte del Figlio, Maria è stata redenta in modo più sublime di quello degli altri uomini e donne per cui è il frutto più grande della Redenzione, l’icona e il modello dell’umanità salvata da Gesù Cristo. Quale Madre del Redentore e sua generosa compagna, ella ha anche cooperato in modo specialissimo all’opera del Salvatore. Con il consenso prestato all’incarnazione redentrice del Verbo, con il suo servizio amoroso alla persona e all’opera del Figlio, con la sua incessante intercessione celeste e con la sua presenza materna nella vita della Chiesa, la Beata Vergine ha cooperato e coopera, secondo il beneplacito di Dio, alla salvezza del genere umano.
1.4. Pneumatologia e Mariologia
Maria, Tuttasanta, è la prima creatura completamente plasmata dallo Spirito santificatore (pneumatoforme) e ne è la prima portatrice (pneumatofora). La sua vita è stata animata e guidata dallo Spirito, fino ad essere giustamente ritenuta una sua icona. Secondo la tradizione contemplativa della Chiesa, lo Spirito:
- fece scaturire dal suo cuore il "fiat" salvifico (Lc 1,38) e il canto riconoscente del Magnificat (Lc 1, 46-55);
- suggerì alla Madre un atteggiamento cultuale che mutava il rito del riscatto del primogenito in un preludio dell’offerta dell’Agnello redentore (Lc 2,22-24);
- ispirò la supplica materna al Figlio a favore degli sposi di Cana (Gv 2,3) e l’esortazione ai servi di eseguire i suoi comandi (Gv 2,5);
- sostenne la Vergine nel suo immenso dolore presso la Croce e le dilatò il cuore perché accogliesse il testamento del figlio morente che la costituiva madre dei suoi discepoli (Gv 19,26);
- mantenne viva in lei la fede nel Figlio risorto, ne fece l’Orante del Cenacolo (At 1,12-14) e la Testimone eccezionale dell’infanzia di Gesù (Lc 1 e 2; Mt 1 e 2)
1.5. Ecclesiologia e Mariologia
Maria è anche presente in maniera attiva e determinante nei momenti in cui la Chiesa va progressivamente formandosi:
- a Nazaret – Betlemme perché la concezione verginale di Cristo, secondo un’antica e autorevole tradizione, non riguarda soltanto il Capo ma anche le membra del Corpo mistico;
- a Cana dove i discepoli credettero in Lui, costituendo quindi una comunità di fede attorno al Maestro (Gv 2,11);
- a Gerusalemme dove dal costato aperto del Redentore è scaturito il mirabile Sacramento di tutta la Chiesa e dove, nel Cenacolo, la Comunità degli aderenti a Gesù ricevette lo Spirito e si manifestò come Chiesa aperta a una missione universale (At 1, 1-40).
Il rapporto tra Maria e la Chiesa è sottolineato anche dal fatto che la Vergine Madre è membro sovreminente, madre amorosissima, immagine compiuta, tipo e figura profetica, icona escatologica della Chiesa stessa. La Chiesa manifesta una intrinseca "dimensione mariana": i suoi lineamenti sono anticipali nel volto della Vergine di Nazaret.
1.6. Antropologia soprannaturale e Mariologia
Il progetto del Padre sull’uomo, compiutosi in modo sovreminente nella santa umanità di Cristo, l’Uomo nuovo, trova anche una sua sublime realizzazione in Maria, la Donna nuova. La Vergine, infatti, già all’inizio della sua esistenza – immacolata concezione - è colmata di grazia mentre al termine, attraverso la gloriosa assunzione al cielo, è trasfigurata in Cristo, nella totalità del suo essere. In lei si é realizzato, dunque, per prima e in maniera perfetta, il processo della predestinazione, elezione, giustificazione e glorificazione in Cristo (Rm 8, 29-30), a cui ogni uomo e ogni donna sono chiamati (Ef 3,1-14). Maria ci appare come la creatura in cui si armonizzano in maniera sublime la piena libertà con la totale obbedienza a Dio; le aspirazioni dell’anima con i valori del corpo; la grazia divina con l’impegno umano.
1.7. Escatologia e Mariologia
La liturgia, nei Vespri dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione al cielo, saluta Maria come "speranza dei fedeli". Ella, infatti – afferma la Lumen Gentium al n° 68 - "come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell’anima è l’immagine e la primizia della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio in cammino, fino a quando non verrà il giorno del Signore". La Chiesa, dunque, contempla in Maria l’immagine purissima di ciò che essa tutta desidera e spera di essere. In lei il tempo si condensa e il passato, il presente e il futuro si illuminano reciprocamente: l’ieri di Israele e della Chiesa diventa presente in virtù del memoriale liturgico; l’oggi è segnato dalla costante presenza operante di Maria nel cammino della Chiesa verso le ultime realtà; il domani è realtà già acquisita che infonde fiducia e speranza. In Maria, glorificata e assunta, è vinta la paura del futuro, superato l’enigma della morte e disvelato nella sua gloria e alla luce del Risorto, il vero destino dell’uomo.
1.8. La Mariologia disciplina di raccordo e di sintesi
Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano chiaramente come la Mariologia sia strettamente legata con le varie discipline teologiche, non è quindi una disciplina isolata, come erroneamente viene spesso qualificata, ma eminentemente relazionale. La si può considerare una disciplina di raccordo, luogo d’incontro dei trattati teologici, e come un eminente spazio di sintesi:
- La Mariologia è disciplina di raccordo: tutto in Maria è relativo a Dio Padre, di cui ella è la serva e la figlia prediletta; a Cristo, di cui è vera madre, generosa socia e discepola; allo Spirito Santo da cui ha ricevuto un cuore nuovo e uno spirito nuovo e che l’ha adombrata perché dal suo grembo verginale germogliasse il Salvatore e l’ha ricolmata di ogni grazia; all’Antico Israele, suo popolo, di cui è personificazione, culmine e la voce più pura; alla Chiesa, di cui è primizia e compimento escatologico; all’umanità di ogni luogo e di ogni tempo, di cui è figlia eminente e pienamente realizzata; al Cosmo, di cui è vertice ed eccelso ornamento.
- La Mariologia è spazio di sintesi: La Storia della Salvezza tutta, dalla predestinazione ab aeterno del Verbo incarnato, alla Parusia del Signore, dalla Genesi all’Apocalisse, si riassume, in certa misura, nella Madre di Gesù. Per questo i teologi definiscono Maria "Chiave del mistero cristiano", "Icona del mistero", "Microstoria della salvezza", "Modello rivelatore", "Crocevia della teologia". Lo stesso Vaticano II ha acutamente osservato al n° 65 della Lumen Gentium, come Maria "entrata intimamente nella storia della salvezza, riunisce in sé e in qualche modo riverbera i massimi dati della fede"
1.9. Conclusioni
Da quanto si è detto si possono trarre le seguenti conclusioni:
- E’ inaccettabile la posizione di coloro che continuano a ritenere la beata Vergine un elemento periferico del mistero cristiano, un dato marginale della fede e della teologia. Non si può infatti ritenere marginale l’Incarnazione del Verbo di Dio alla quale Maria, secondo il disegno di Dio, collaborò con il suo "fiat" che ha cambiato la storia dell’uomo; non sono marginali le parole rivolte da Cristo morente sulla Croce alla Madre e al discepolo; non è marginale l’evento della Pentecoste;
- E’ necessario che nei vari trattati teologici sia dato il dovuto spazio alla parte che la Madre del Signore ha avuto nel mistero oggetto di studio. Appare, ad esempio, anomalo un trattato di Ecclesiologia, che non dedica alcuna pagina a Santa Maria, cioè a colei della quale la Chiesa assume il suo profilo e la sua caratteristica funzione di vergine – sposa – madre e nella quale riconosce il suo modello esemplare e l’icona escatologica;
- E’ da considerare provvidenziale la disposizione della Sede Apostolica che annovera la Mariologia tra le discipline del corso degli studi teologici. Oggi sarebbe impensabile trascurare l’insegnamento della Mariologia, ma bisogna dare ad esso il giusto posto nei seminari e nelle facoltà teologiche. Purtroppo questa disposizione non è stata ancora universalmente accolta con la dovuta attenzione, in alcuni casi è stata addirittura disattesa e in altri recepita senza la necessaria convinzione.
2. Le fonti della Mariologia
La Mariologia non ha fonti proprie, ma le sue fonti sono le stesse di qualsiasi altra disciplina teologica. Esse sono: La Sacra Scrittura, la Sacra Tradizione, la Santa Liturgia, il Magistero della Chiesa. Collegato con queste fonti è il "sensus fidelium" come partecipazione del popolo di Dio alla funzione profetica di Cristo, ricca, quindi, dell’effusione dello Spirito di verità che opera nella Chiesa.
2.1. La Sacra Scrittura
I grandi progressi compiuti dalla Mariologia nel XX secolo, sono da attribuirsi principalmente allo studio approfondito dei testi biblici riguardanti la Madre del Signore. Ecco alcune considerazioni fondamentali:
- Nell’interpretazione dei testi sacri bisogna rifuggire dal fondamentalismo esegetico evitando da una parte di trascurare il senso letterale della Scrittura e dall’altro di forzare il testo stesso ma cercando sempre di inquadrarlo nella sua finalità teologica e soteriologia. Questo vuol dire – come dice il Vaticano II nella Dei verbum al n. 24 – che la S. Scrittura deve essere letta e interpretata con l’aiuto dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta. Per ricavare il senso dei sacri tesi si deve badare con diligenza al contenuto e all’unità di tutta la Scrittura, tenendo sempre in debito conto anche la viva tradizione della Chiesa e l’analogia della fede;
- L’unità di tutta la Scrittura è fondamentale e consente, ad esempio, di collegare in modo non arbitrario la Donna di Genesi 2,15 con la Donna di Gv 2.5 e 19,26 e la Donna dell’Apocalisse 12,1, come pure di rilevare la benedizione di cui sono oggetto le donne che hanno avuto una funzione liberatrice in Israele: Giaele (Gdc 5,24), Giuditta (Gdt 15,9-10), Maria di Nazaret (Lc 1,42);
- Fondamentale per l’interpretazione dei testi mariani è anche la lettura che di essi hanno fatto i Santi Padri, insuperabili maestri di una teologia ecclesiale, compiuta con autentico spirito cristiano e dal valore incalcolabile;
- Secondo Giovanni Paolo II, bisogna sfatare il detto che la S. Scrittura parla poco di Maria, perché in realtà, dopo l’apostolo Pietro e il precursore Giovanni, è il personaggio più citato nei vangeli canonici. Inoltre le pagine che parlano di Maria con i grandi eventi dell’Annunciazione (Lc 1, 26-38), della Visitazione (Lc 1,39-56), delle nozze di Cana (Gv 2,1-12), dell’affidamento reciproco della Madre e del Discepolo (Gv 19, 25-27), sono tra le pagine più dense e alte di tutti i Vangeli.
2.2. La sacra Tradizione
Secondo la dottrina cattolica la divina Rivelazione viene trasmessa in due modi: oralmente e per iscritto per cui il deposito della fede è contenuto nella Sacra Scrittura e nella Sacra Tradizione. Sono esse insieme un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa. Tra coloro che hanno approfondito e trasmesso i contenuti della Sacra Tradizione ci sono anzitutto i Santi Padri i quali, già a partire dal secondo secolo, hanno esplicitato fecondi contenuti mariologici, come il parallelismo Eva – Maria e Maria – Chiesa. L’opera di approfondimento della Tradizione non si è fermato ai santi Padri, ma è proseguito incessantemente nella Chiesa, perché lo Spirito Santo vuole condurla al possesso della verità tutta intera, anche quella riguardante la persona e il ruolo della Madre del Signore nella storia della Salvezza.
Facendo mariologia non si può prescindere dallo studio della Sacra Tradizione e dal recupero sistematico dei dati che riguardano la Madre del Signore, anche quando essi non siano di origine divino – apostolica, perché consentirà di conoscere l’origine e lo sviluppo di molte usanze cultuali mariane e di alcune importanti tesi o impostazioni dottrinali. E’ sicuramente un campo immenso che va esplorato con animo pieno di fede e con raffinato metodo storico.
2.3. La santa Liturgia
La Santa Liturgia è una componente nobilissima della Sacra Tradizione. Essa è un insostituibile locus theologicus, cioè di espressione e manifestazione inequivocabile della fede e della dottrina della Chiesa. Questo valore immenso è dato alla liturgia dal fatto che essa celebra il mistero di Cristo e l’intera storia della Salvezza, per cui essa è la fede stessa della Chiesa celebrata. Per cogliere bene il grandissimo valore della liturgia nel discorso sulla Madre del Signore è bene tenere presente che essa:
- è fonte viva, selettiva e complessiva: viva, perché non è un dossier cartaceo, ma una celebrazione in atto nella quale i riti e i testi svelano in modo essenziale e pieno il loro contenuto; selettiva, perché è frutto di un lungo processo di cui l’esperienza della comunità cultuale e l’approvazione dell’autorità competente sono gli strumenti di un sicuro collaudo; complessiva, perché in essa si ritrovano mirabilmente amalgamate le inesauribili ricchezze della Scrittura e le tradizioni viventi dei Padri, gli apporti dell’arte e della letteratura vivificate dalla fede e dal soffio dello Spirito;
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